I fatti
I 44 partecipanti provengono da una stessa organizzazione
nazionale e comprendono diversi livelli di responsabilità;
l'interfaccia del committente è entrata a far parte
dello staff, col ruolo di osservatore.
Sabato 1° unità (9,30 - 13)
- I partecipanti arrivano puntuali,
si lasciano bendare con disponibilità.
- I 45 minuti dell'esercitazione registrano:
8 partecipanti restano immobili e silenziosi; 12 si raggruppano
in 3 sotto-gruppi da 4 persone; e i restanti formano 12
coppie.
- Alla sbendatura, gli interventi sono
racconti descrittivi dell'esperienza a basso conteuto
emotivo
- Il compito (Vedi)
non sembra creare alcuna competizione nè urgenza
organizzativa. Poche le domande al conduttore. Il tavolo
al centro della stanza, su cui stanno gli stampati del
compito e un mucchi di "figurine colorate" non
genera particolari attenzioni.
- Segue un comportamento "a sciame"
(non elaborato nè deciso) sia per l'uso del buffet,
cui nessuno accede individualmente, sia per una divisione
in sotto-gruppi spontanei che discutono
del "compito", rstando nella stanza .
La divisione sembra avere solo un criterio
casuale. Nessuna interazione col conduttore.
Sabato 2° unità (14,30 - 19)
- Per un'ora e mezza i sotto-gruppi
continuano. Il conduttore, non verbalmente, prende un
membro da ogni sotto-gruppo e lo porta al tavolo centrale,
dove si crea un altro sotto-gruppo che si mette a lavorare
con le figurine per creare un collage tridimensionale.
Nessuno (nè sotto-gruppi nè membri staccati)
pone domande o obiezioni.
- L'arrivo del primo messaggio sull'avanzamento
del "gruppo di Bologna" viene evaso con indifferenza
- Il lavoro del sotto-gruppo centrale
(collage) viene ignorato, nè viene elaborata la
sua esistenza
- I partecipanti si confrontano sul
tema: continuare la simulazione o discutere di un problema
reale dell'organizzazione. Stallo persistente per oltre
tre ore. Gli interventi dei conduttori sono ignorati o
respinti.
- L'arrivo del secondo messaggio sull'avanzamento
del "gruppo di Bologna" viene evaso con un applauso
- Il compito è sostanzialmente
trascurato
Sabato 3° unità (21 - 23)
- Le comunicazioni sono rarefatte. Si
crea un piccolo gruppo di ostruzione, che di fatto blocca
ogni decisione. Il compito viene svalutato "Decidiamo
in 15 minuti e poi passiamo oltre....", malgrado
siano evidenti le divisioni che esistono. Gli interventi
"razionali" vengono ignorati.
- Persiste una configurazione a "rete",
con le realtà periferiche a forte spinta autonomistica.
Domenica 4° unità (9 - 12)
- L'arrivo del terzo messaggio sull'avanzamento
del "gruppo di Bologna" viene evaso con un applauso.
Continuano gli interventi di ostruzione. La decisione
resta lontana malgrado gli sforzi del conduttore.
Domenica 5° unità (12 - 13)
- Numerose razionalizzazioni da parte
dello staff. Numerose domande. Buona partecipazione emotiva.
Le riflessioni
- Le resistenze espresse come controdipendenza
- La controdipendenza agita come comportamento
compiacente
- La differenza tollerata senza dialogo
- L'insieme come mosaico e non come
affresco (giustapposizione senza unità)
- Le relazioni come legami confermativi/replicativi
e non generativi
- Movimenti "a sciame"
- Bassa identificazione con il grande
guppo
- Assenza di leadership costruttiva
(solo ostruzionista)
- L'appartenenza al macro come contenitore
del micro
- In sintesi: questa organizzazione
-grande gruppo- ha i caratteri della totalità (le
differenze sono incluse); Il che frena l'appartenenza,
se non formale: questo grande gruppo ha più i caratteri
dell'organizzazione tradizionale che per es. di una tifoseria.
Il Lab - e il tipo di simulazione ha rafforzato
il vissuto - è stato visto come una forzatura del
centro contro le periferie, quindi ha fomentato la controdipendenza.
Questa è stata gestita in modo obliquo,
anche per la presenza della gerarchia, che non poteva
essere affrontata direttamente. L'esperienza non ha avuto
nessuna ipotesai di apprendimento. I movimenti "a
sciame" (intervalli e sotto-gruppi) sembrano essere
stati le uniche modalità tipiche da grande gruppo.
Le domande (per le future sperimentazioni)
- La composizione del grande gruppo
di tipo "cousin" ha inciso sulla costruzione
dell'appartenenza, che è stata data per scontata?
- La presenza di ruoli di autorità
ha inibito l'espressività dei partecipanti, e insieme
favorito la controdipendenza?
- La silenziosità dei ruoli gerarchici
ha creato diffidenza e inibizione?
- La presenza nello staff di un membro
dell'organizzazione ha inibito l'espressività,
e insieme favorito la controdipendenza?
- La simulazione troppo "vicina"
ha favorito le difese dal compito?
- Il comportamento "a sciame"
va considerato come fisiologia del grande gruppo?
- Il rifiuto della competizione va letto
come controdipendenza o come difesa?
- La presenza del VCC ha creato inibizione?
- La cultura "federativa"
dell'organizzazione ha segnato il carattere dell'esperienza,
compromettendo il processo fusionale?
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