Testimonianza dell'amico Italo Bassotto (Dirigente Scolastico e Ispettore Ministero P.I.)
Fine anni '70, inizi '80, a Mantova Provveditorato "presero il potere" i "professori" (molto prima che alla RAI). Si cominciò così una "politica della formazione dei Dirigenti Scolastici" che in dieci anni fece attraversare loro tutti i porti di mare dell'organizzazione scolastica.
E l'inizio fu proprio la SCOPERTA DEL GRUPPO con tutti i suoi "casini" di cui si cominciava ad annusare le problematiche a seguito dei dibattiti sulle sperimentazioni scolastiche (che stavano diventando la via italiana alle riforme!).
Io ero un "ex agostino" (a Milano chiamavano così quelli che abitavano nel Collegio AUGUSTINIANUM annesso alla Università Cattolica, ed era titolo di privilegio che io non potei godere),due volte sfigato: una, perchè buttato fuori dal movimento del '68 per palese incompetenza politica; due, perchè dovevo pur campare - mentre i ricchi facevano la rivoluzione- e, quindi, pensai bene di vincere il concorso da maestro e "infognarmi nella nebbia della bassa" -questo mi disse salutandomi a Milano il filosofo terz'anno A. Marchetti-...
E, fra le brume, girando in cinquecento tra scuole e gruppi di maestri, prof, e Capi di Istituto, Milano una specie di lontano miraggio, non tanto rimpianto, del resto; la rivoluzione praticata in silenzio con il tempo pieno nella scuola elementare; e poi, ordinario di Filosofia al Liceo Scientifico, fino al ritorno alla madre scuola elementare da Direttore Didattico.
Fu proprio nel 1979 (ero Direttore Didattico da due anni) che i "professori" (erano due miei ex colleghi del Liceo Scientifico)mi chiesero (o fui io a proporlo loro insieme a Dino Cristanini?)se conoscevo qualcuno che ne sapesse di dinamiche di gruppo: saltò fuori il nome di Guido Contessa, un terz'anno di scienze politiche, quando io divenni matricola all'Augustinianum, che apprezzai per la sua presenza discreta (quasi distratta) certo non ideologica in quei momenti di "eroici furori" incomprensibili ad un contadino terragno come me... Fatto sta che invece di leggerci Marcuse (come M.Capanna o L. Pero) ci parlava di Freud e dei suoi epigoni e del suo desiderio di andare a specializzarsi negli USA. Seppi poi (credo tramite A. Quadrio) che c'era riuscito e così lo proposi; lo cercammo e lo trovammo in un casale (un vecchio mulino?) sulla statale che da Brescia porta a Rezzato. Cominciai con altri amici di lavoro a frequentare i suoi Seminari, sui temi della psicologia sociale con quel particolare approccio che è la psicologia di comunità (allora assolutamente sconosciuto nel nostro paese). Venne finalmente a Mantova: alcuni incontri qua e là, finanziamenti precari (la provincia, una associazione...)..
Ma anche Lui, lo diceva: "Non è il mio mestiere fare conferenze, io ho studiato per cambiare le persone che vogliono farlo, con una particolare metodologia formativa che è quella dei gruppi..."
Negli anni '80, grazie ai "professori" comandati presso il Provveditorato ed al dott. F. Gentile, allora responsabile amministrativo dell'Ufficio Aggiornamento, riuscimmo ad organizzare almeno tre Seminari di Formazione residenziale per TUTTI I DIRIGENTI SCOLASTICI MANTOVANI delle scuole di ogni ordine e grado. Fu una cosa inaudita che perfino i sindacati osteggiarono, rimarcando la differenza di ruolo e di categoria tra i "capi" (ma per loro da sempre "divide, vuol dire: impera". Ben presto perdemmo la presenza di GUIDO C., che aveva impegni diversi, ma ci affiancarono M. Sberna e M.V. Sardella, brave, professionali e stoiche nella massa di maschilisti dei capi di istituto. Ricordo ancora l'anno dei seminari di T-groups: le pene dell'inferno che dovettero passare...
Cominciai a collaborare anche come formatore con il gruppo ARIPS; ma ben presto, come spesso succede, le vicende della vita sfumano i rapporti, le strade ci portano altrove...Ricordo che negli anni '90 incontravo l'ARIPS (o meglio le sue tracce...materiali, ricerche, laboratori, proposte)sempre davanti a me, in particolare quando, da Ispettore Scolastico -ormai ero"cresciuto di grado!"- cercavo di svolgere il compito che altri (anche l'ARIPS) facevano per mestiere: fare consulenza e formazione alle scuole ed alle istituzioni educative. Erano gli anni della questione giovanile (declinata soprattutto come "droga" e "marginalità") e GUIDO con i suo gruppo - come sempre erede fedele del pragmatismo del Paese che l'aveva formato- stava sulla riviera romagnola e veneta a fare progetti per la prevenzione delle stragi del sabato sera..., mentre i tromboni intellettuali e ministeriali (compresi alcuni miei colleghi) pontificavano sulle "crisi" (della famiglia, dello stato, della politica....). E, spesso, capitavo a Ravenna, a Forlì ad Andria, dopo la sua opera, svolta magari con gli operatori di discoteche (mi ricordava tanto la parabola evangelica delle nozze cui, non partecipando gli invitati eccellenti, ebbero accesso gli ultimi, gli straccioni, quelli che passavano per via…) per tentare di dire alle scuole,"guardate che c'entrate anche voi!...". Non credo siamo serviti a molto (visto come continua ad andare la questione giovanile), ma, lo dico, per me ora che sono in pensione da sei mesi: almeno ci ho provato e continuo a provarci con la ricercazione e la formazione (non l'aggiornamento e la ricerca accademica!).
E per questo devo dire un grazie a tutti i compagni e compagne di viaggio dell'ARIPS; e da "giovane senatore" mi permetto di augurare loro un "buen retiro"...: non so ancora bene cosa sia, ma ne sento un certo bisogno nell'anima.