A. Definizioni e distinzioni.
Allo scopo di rendere comune l'oggetto di studio propongo di distinguere
le diverse aggregazioni umane plurali in base al seguente criterio:
-
Il piccolo gruppo è un'aggregazione
umana disorganizzata o autorganizzata (di dimensione limitata)
-
Il grande gruppo è un'aggregazione umana
disorganizzata o autorganizzata (di dimensione illimitata)
-
L'organizzazione è un'aggregazione umana
organizzata ed etero-normata
-
La comunità è
un'aggregazione umana composta di piccoli gruppi, grandi gruppi
e organizzazioni
Ciò che per ora assumiamo come distinzione
fra piccolo e grande gruppo è l'ampiezza, anche se questo
elemento è più una conseguenza che un carattere. La
fissazione del confine ai 15 soggetti è puramente statistica:
l'esperienza ci insegna che al di sotto di questa soglia si verificano
fenomeni diversi che al di sopra. Fattori come il tempo di frequentazione,
la drammaticità della situazione, l'omogeneità dei
membri possono portare un gruppo di dimensioni ampie a comportarsi
come un piccolo gruppo, e viceversa.
B. Similarità fra le diverse
aggregazioni.
Esistono caratteri comuni a tutte le aggregazioni
umane e che consentono un loro uso artificiale, nelle pratiche immateriali.
Le aggregazioni possono considerarsi "organismi", e come
tali fanno parte dello scenario esistenziale umano. Ma possono anche
considerarsi "meccanismi", dispositivi, artifici da usare
nelle pratiche immateriali per ottenere rilsultati assistenziali,
formativi, terapeutici, o gestionali. Questi caratteri comuni sono:
- Entità superindividuale
(ogni aggregazione si definisce come forma autonoma, organismo,
insieme di parti, ma con regole di funzionamento specifiche diverse
da quelle delle sue componenti)
- Appartenenza (un'aggregazione
è tale se riesce a creare un'appartenenza; un insieme organico
vitale richiede che le parti che lo compongono sentano di appartenenrvi)
- Esclusività (un'aggregazione
è definita da confini; chi ne fa parte si distingue da
chi non ne fa parte; la esclusione di qualcuno è indispensabile
a definire l'inclusione di qualcun altro)
- Creazione identità
(ogni aggregazione, mediante l'appartenenza e l'esclusione, offre
un'identità, globale o parziale; il "noi" non
è antagonista, ma costitutivo dell'Io)
- Influenzamento comportamento
(ogni aggregazione influenza il comportamento dei membri,
come inibizione, imitazione, imposizione o concessione; questo
fattore è stato decisivo nella storia delle pratiche sociali:
se l'aggregazione influenza il comportamento, agendo sulla prima
possiamo modificare il secondo)
C. Differenze fra piccolo gruppo e grande gruppo
Piccolo
Gruppo
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Grande Gruppo
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relazioni di scambio
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relazioni di complicità
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personalizzazione
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anonimato
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sovranità/responsabilità
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gregariato/irresponsabilità
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attività
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visualità
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mito fondativo interno
|
mito fondativo esterno
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nemico interno
|
nemico esterno
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totalizzazione
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parzialità
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leadership individuale
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leadership oligarchica
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individuo, coppia,
macro come difese
|
individuo, coppia,
gruppo e macro come fisiologia
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diversità
incluse
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diversità
escluse
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spazio e tempo concentrati
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spazio e tempo dilatati
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multi-identificazione
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mono-identificazione
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- Relazioni. Il piccolo gruppo
si caratterizza per l'esistenza di relazioni orizzontali e di scambio
fra diversità: è definibile come un insieme di relazioni
significative. Queste relazioni si basano sull'identificazione (per
cui ciascuno vede nell'altro parti di sè) e influenzano il
comportamento. Il grande gruppo prescinde
dalle relazioni, che non sono fattori costitutivi. Esso produce
legami di complicità, cioè relazioni basate sulla
similarità e la conferma. Il comportamento non è tanto
influenzato dalle relazioni, quanto dall'appartenenza.
- Persone. Nel piccolo gruppo
è determinante il riconoscimento personale. La presenza o
l'assenza di un membro fa la differenza, in quanto la "forma"
complessiva è costituita dalle "regioni " che lo
compongono. Il grande gruppo è
impersonale e favorisce (a volte addirittura esige) l'anonimato.
Le persone nel grande gruppo sono sullo sfondo, in quanto la sua
forma è liquida, mobile, senza spazio.
- Sovranità. Nel piccolo
gruppo ogni membro partecipa della sovranità ed è
responsabile delle azioni collettive. Nel grande
gruppo ogni membro è gregario, la sovranità
è labile e intermittente, le azioni collettive sono sottratte
ad ogni responsabilità.
- Attività. Nel piccolo
gruppo essere attivi e protagonisti è una condizione
della partecipazione e dell'appartenenza. Nel grande
gruppo l'appartenenza e la partecipazione sono del tutto
compatibili con il mero ruolo di spettatore. Il piccolo gruppo è
un'esperienza pragmatica. Il grande gruppo è un'esperienza
ottica.
- Mito fondativo. Ogni aggregazione umana cresce su
un mito fondativo che esprime le fantasie dei membri sulla nascita
e che costituisce un collante. Nel piccolo
gruppo le radici sono sempre interne: le storie sull'origine
vedono i membri, ed il loro incontro, come protagonisti. Il "noi"
del piccolo gruppo si estingue nei membri attuali. Il grande
gruppo affonda le sue radici un mito che riguarda un'entità
esterna e/o astratta. Il "noi" del grande gruppo si estende
nello spazio e nel tempo; comprende i membri presenti ma anche quelli
assenti e lontani, passati e futuri. Le radici del grande gruppo
affondano in un fatto storico passato (il mito) o futuro (la meta).
- Nemico. Il piccolo gruppo
elabora la diversità ed il negativo al suo interno. Può
avere nemici esterni, ma la sua unità non dipende da questi.
Il grande gruppo espunge il nemico
interno e affida gran parte della sua unità alla presenza,
vera o fantastica, del nemico esterno. Nel piccolo gruppo prevale
l'unità "per", nel grande gruppo prevale l'unità
"contro".
- Ampiezza. Il piccolo gruppo
ha una vocazione di totalità. Tende a costituirsi come universo
autonomo e ad offrire un'identità globale ai membri. Gang
giovanili, gruppi armati, èquipes di lavoro tendono a porsi
come contesti totalizzanti. Il grande gruppo
ha un statuto di parzialità. Farne parte significa definire
una parte dell'identità e della vita, mente le parti restanti
sono lasciate alla discrezionalità individuale.
- Leadership. Nel piccolo gruppo,
la leadership è singolare,è relativamente stabile
e simbolizza l'unità. Nel grande gruppo
la leadership è oligarchica, e relativamente mobile e soprattutto
funzionale.
- Difese e fisiologia. Nel piccolo
gruppo le appartenenze a dimensioni relazionali diverse sono
interpretabili come difese. Individuo, coppia, sottogruppo e macro
sono spazi di fuga dalla fusione gruppale. Nel grande
gruppo tutte le dimensioni sono fisiologiche purchè
non confliggano con la variabile parziale dell'appartenenza. Un
forte legame affettivo di coppia costituisce una minaccia per il
piccolo gruppo, mentre è compatibile col grande gruppo.
- Diversità. Nel piccolo
gruppo le diversità sono integrate ed incluse; l'unità
e l'appartenenza prevalgono sulle differenze e le rendono accettate
e funzionali. Il grande gruppo esclude
le diversità. L'appartenenza parziale che richiede sarebbe
indebolita dalle differenze, che diventano disfunzionali e inaccettabili.
Basando la sua unità su una sola variabile, non può
ammettere un diametro troppo ampio di diversità.
- Spazio/tempo. Il piccolo gruppo
si pone come un "compressore" spazio-temporale. Il "qui-ed-ora"
tende a prevalere sul passato e sul futuro. Il grande
gruppo funziona come un "dilatatore" spazio-temporale.
Il suo presente è sottomesso al mito o alla meta fondativi.
Addirittura, il presente può non esserci. Si può appartenere
al grande gruppo anche senza esserci. Il grande
gruppo ammette un'appartenenza legata solo alla memoria del
passato, o alla speranza del futuro.
- Identificazione. L'aggregazione di piccolo
gruppo si fonda su un processo di multi-identificazione.
La "sala degli specchi" di Moreno è la sua metafora
chiave. Ogni membro si identifica con ogni altro. La leadership
singolare serve a bilanciare un processo plurale. Il grande
gruppo si struttura su un processo mono-identificatorio:
ogni membro si riconosce in un solo modello ideale di appartenenza.
La leadership plurale serve ad attenuare un processo mono-clonale.
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