VERSO
IL 2000 di Margherita Sberna
Siamo
ormai allo scadere di un altro anno. Ci avviciniamo a grandi
passi al 2000, al futuro, alla fine del mondo, forse
..
Il passaggio ad un nuovo millennio, per quanto sappiamo
dellanno 1000 è un avvenimento traumatico
e ansiogeno che influenza atteggiamenti e comportamenti
umani. Credo che ciò possa spiegare lattuale grande
interesse che riscuotono i maghi e le loro previsioni sulla
vita e sugli avvenimenti che riguardano individui e collettività.
Ma anche a noi scienziati seri piace misurarci
con il futuro. In molti casi questo fa parte del nostro
ambito di lavoro e di intervento. Comè possibile infatti
fare formazione senza immaginare di che cosa avrà bisogno
una certa professionalità? Spesso ci si trova a dover individuare
bisogni e necessità che caratterizzeranno la vita nei prossimi
anni, come pure conseguenze e problemi che colpiranno la
collettività a causa di certe azioni realizzate nel presente.
Il lavoro nel settore della Prevenzione Primaria che Arips
realizza da ormai 20 anni è di questo tipo.
Ma
cè anche di più, per certi aspetti. Infatti non si
tratta solo di immaginare cosa potrebbe accadere e regolarsi
in merito alle proprie ipotesi ed intuizione. Cè anche
un tentativo di influenzamento e di determinazione del futuro.
Non si deve pensare ad unazione di influenzamento
che toglie la libertà sia ai singoli che alla comunità,
come non si può ritenere manipolazione lazione educativa
che coinvolge tutti gli uomini. Si tratta di rendere possibile
un certo andamento della vita, che resta però completamente
nelle mani di ciascuno: se si impara a scrivere si può usare
questa capacità per comporre poesie o romanzi ma anche per
stilare lettere anonime. Un tempo ero sconvolta dallidea
che Dio, essendo onnisciente, fosse anche responsabile delle
azioni riprovevoli degli uomini, perché non gli impediva
di compierle. Non riuscivo a farmi unidea di come
la responsabilità rimanesse degli uomini malvagi
Crescendo, la leggenda di Cassandra, la troiana che prediceva
il futuro e non era mai creduta perché di solito portava
cattive notizie, mi ha fatto pensare che in realtà esisteva
una sorta di collusione fra chi possedeva la conoscenza
e chi compiva le azioni. Voglio dire che, benché informati
delle conseguenze delle loro azioni, i troiani non si sentivano
motivati a modificare le loro scelte. La conoscenza non
è in sé determinante. Cosa del resto più volte verificata.
Parrebbe che ciascuno si dibatta fra due estremi: da un
lato la propria unicità ed eccezionalità, che rende inadatte
e non valide le previsioni; dallaltro limprevedibilità
della collettività che impedisce previsioni realistiche.
Gli errori di questi ultimi anni hanno provocato un calo
di fiducia nella possibilità di conoscere il futuro. Si
tratta probabilmente di un fenomeno che ha radici e cause
psicologiche. Pare infatti che non si riscontrino errori
quando si tratta di costruire la chiglia delle barche da
regata, per esempio. Anche il gioco in borsa, il cui mercato
viene influenzato dagli avvenimenti mondiali, ha sempre
più estimatori, al punto che ogni telegiornale accreditato
si avvale di un cronista esperto del settore benché risulti
incomprensibile ai più. E i giocatori dazzardo che
rischiano la rovina finanziaria su calcoli e ipotesi spesso
totalmente inaffidabili? Come mai un ingegnere navale trova
la soluzione più congrua per rendere la barca a vela più
veloce ed è sicuro del fatto suo ancor prima della realizzazione
concreta dei suoi calcoli, mentre un politico
non riesce a prevedere cosa succederà alla sua comunità
dove non esistono spazi di aggregazione, le associazioni
presenti sono in competizione fra loro, la scuola ha unalta
percentuale di drop-out, mancano iniziative culturali
?
La
differenza fra i due è soltanto di tipo psicologico: nel
primo caso lingegnere si fida di sé e
dei suoi calcoli ed è disposto a rischiare di essere smentito
dai fatti; nel secondo caso il politico ritiene
che il fattore umano sia incontrollabile e quindi
non si sente in grado di agire con successo per anticipare
gli avvenimenti, anziché subirli come catastrofi.
Non
intendo proporre labolizione del libro arbitrio. Credo
però che molto spesso si ricorra ad esso per evitare lassunzione
delle proprie responsabilità, individuali o collettive.
Levoluzione culturale, scientifica e tecnologica dellumanità
testimonia come lignoto abbia sempre costituito uno
stimolo per alcuni ed un freno per altri. Ciò che determina
lappartenenza ad un gruppo o allaltro sono alcune
capacità psicologiche fra cui la sopportazione dellansia
e dellincertezza, lassunzione dei rischi, anche
se paiono sproporzionati, un alto concetto di sé e la capacità
di sognare. Chi ha queste doti riesce a leggere
nel futuro. Il 1996 è un anno bisestile: speriamo che porti,
anziché le tradizionali sventure, speranze e sogni a tutti
noi e che aumenti le nostre doti predittive.
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