RIVOLUZIONE
= EVOLUZIONE? RIFLESSIONI PER UNA PSICOLOGIA POLITICA
Le
vicende di tangentopoli, divisione della ex-Jugoslavia,
Israele che negozia con lOLP e, prima ancora la caduta
del muro di Berlino e la fine del socialismo reale
Cosa
sta succedendo nel mondo? O forse sarebbe meglio dire nei
paesi che si affacciano al Mediterraneo o che comunque
col Mare Nostrum hanno qualche tipo di rapporto?
In questi ultimi anni si stanno verificando una serie di
stravolgimenti che fino a poco tempo fa sembravano impossibili
e, a parte qualche eccezione, gli avvenimenti si realizzano
senza rivoluzione cruenta e senza spargimento di sangue.
Non è certo il caso della Jugoslavia o di Israele. Ma continuano
a verificarsi avvenimenti che contrastano radicalmente con
le tradizioni senza che questo costi deportazioni,
morti e distruzioni. Anche in Italia la cultura della gente
si sta modificando al punto che cè chi ha il coraggio
(finalmente!) di inquisire ed anche di mandare in galera
chi da sempre detiene e gestisce il potere: non basta più
che qualcuno dica Lei non sa chi sono io
.
per intimidire ed interrompere unazione di controllo
o per rendere succube ed ossequioso chi invece cerca solo
di fare il suo dovere. Eppure tutto questo ha del miracoloso
perché pare accadere improvvisamente, senza che sia invadente,
per lo meno per la gente comune, la sequenza di avvenimenti
che hanno causato e prodotto certi stravolgimenti. Ma Vico
non parlava di corsi e ricorsi nella storia e di fatti
che ne provocano altri come dirette conseguenze? E allora
come si spiega limpressione di sorpresa
che caratterizza queste situazioni? Forse le trattative,
i fatti-causa si sono svolti segretamente o sono stati tenuti
nascosti e riparati per timore che il clamore potesse provocare
dei disastri? Tutto questo può anche essere avvenuto: in
fondo nessuno di noi ormai ha informazioni di prima mano
. I mass-media con le concentrazione delle testate
nelle mani di pochi possono spiegare lavvenimento.
O può esserci sfuggito qualche accenno importante. Ma è
anche verosimile che sia avvenuto come di solito accade
in un laboratorio chimico, dove un certo fenomeno si verifica
grazie alla precipitazione contemporanea di
una serie di elementi: un primo attimo, ad una temperatura
solo di poco inferiore, non accadeva nulla. Oppure era
necessaria una certa quantità di un composto: di più o di
meno non andava bene perché o rendeva lesperimento
impossibile oppure produceva delle catastrofi. R.Thom con
la sua teoria dà unimportante contributo per comprendere
queste situazioni. Tutto questo richiama alla memoria anche
le teorie psicosociali di Lewin secondo cui un gruppo non
è la somma delle parti (le persone che lo compongono) ma
è unaggregazione diversa che ha come caratteristica
linterdipendenza fra le diverse componenti che la
costituiscono: un qualsiasi gesto, fatto, avvenimento compiuto
da un membro del gruppo provoca una serie di reazioni di
riassestamento che modificano la gestalt precedente.
La vita e levoluzione del gruppo seguono un certo
tipo di percorso che è abbastanza prevedibile, in linea
di massima, pur essendoci possibili vistose eccezioni. Così
occorre del tempo ed insieme che avvengano certi fatti perché
si producano determinati fenomeni. E certo ad un osservatore
inesperto e distratto potrebbero sfuggire elementi preziosi
ed esplicativi di quanto va accadendo.
Cionondimeno
questi fatti esistono e sono concreti. Lindagine
e lanalisi dei fenomeni macro-sociali non è però
lo specifico della psicosociologia che certo può offrire
spunti ed idee, ma che si occupa principalmente delle micro-collettività.
Anche la Psicologia di Comunità, anchessa di origine
lewiniana, non è una disciplina particolarmente adatta allanalisi
dei grandi cambiamenti che caratterizzano la vita della
comunità mondiale, sia perché i contesti di cui si occupa
sono anche in questo caso relativamente circoscritti, sia
perché è caratterizzata soprattutto da un approccio progettuale
piuttosto che inquisitorio: evidenziati una serie di problemi,
bisogni, desideri, si tratta di trovare delle soluzioni,
risposte, idee da concretizzare. Ciò che importa dal nostro
punto di vista è individuare una modalità di tipo psicologico
per affrontare le problematiche della nostra società in
evoluzione. Non si tratta di disconoscere il contributo
importante della sociologia, ma di usare una lente diversa
che offra altri dati, ma che insieme consenta di intervenire
efficacemente a livello umano sia che si tratti
di un singolo individuo o di aiutare una macro-comunità
a svilupparsi. La Psicologia Politica può offrire una risposta
soddisfacente a questa ricerca se, come ha sostenuto E.Spaltro
nel XXIII Congresso della SIPS che era appunto focalizzato
su questi temi, ha come compito principale di contribuire
al benessere, alla progressiva espressione della soggettività,
al miglioramento della qualità della vita. Attraverso la
Psicologia Politica potremo capire meglio i fenomeni socio-politici
e potremo migliorare lorganizzazione e lazione
sociale: che rapporto esiste, per esempio, fra ideologia
e comportamento umano sia individuale che collettivo; come
evolvono le ideologie in un contesto culturale; in quale
modo ed attraverso quali strategie il cittadino può riprendere
il diritto di scelta e di determinazione del contesto politico
e culturale in cui vive. Sono alcuni dei grandi filoni di
ricerca e di studio che potrebbero interessare questa elaborazione
più concreta della psicopolitica introdotta
in Italia da L.De Marchi e che fino a oggi è stata poco
approfondita: la particolare situazione in cui si trova
ora la nostra società pare più adatta per avviare una sperimentazione
effettiva che, attraverso lapplicazione degli strumenti
consolidati e nuovi della psicologia, consenta
ad individui e collettività una reale autodeterminazione
coerente con i loro obiettivi e con un maggior benessere.
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