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LA RETE
E LAFFRESCO
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Seminario di sensibilizzazione
alle relazioni di grande gruppo
1° Laboratorio di Grande Gruppo
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REAZIONI DI ALCUNI PARTECIPANTI
DOPO UN MESE
(il nome del cliente, per riservatezza è sostituito
con ......)
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Indice
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Un "terremoto" per guardare
al domani
Ma cosa è successo di preciso a Fiesole nel tanto
discusso Seminario Formazione di fine ottobre? Anche se
è passata qualche settimana, e le voci oramai si
rincorrono, non è facile a dirsi. Troppe le cose
successe o (per qualcuno) non successe, troppe le aspettative
realizzate o (per altri) andate deluse. Molto teatralmente
qualcuno ha detto che si è trattato di uno piccolo
terremoto annunciato. In effetti già qualche
settimana prima dellincontro circolavano varie voci
sulle modalità diciamo non canoniche
dei conduttori dellARIPS (lAssociazione di studi
spico-sociali a cui si è rivolto il ..... per la
conduzione del Seminario). E tuttavia limpatto dei
formatori di ..... con questo stile dirompente, provocatorio,
assolutamente fuori dagli schemi, ha lasciato non pochi
strascichi polemici, e forse anche qualche cicatrice. La
cosa che forse più ha spiazzato i partecipanti al
Seminario è stata lassenza di chiarezza (almeno
come intesa nel .....) dei conduttori. Tante volte si è
sentita tra i presenti la domanda: Ma che cavolo vogliono
da noi? oppure Non trovo il bandolo della matassa,
mi sembra di girare a vuoto!. Lassenza di una
conduzione esplicita, precisa (tipica della formazione nel
.....), ha come mandato in crisi il gruppo, facendolo precipitare
in un circolo vizioso dove ogni decisione diventava pressochè
impossibile. E a nulla sono valsi i tentativi, ora di questo,
ora di quel volenteroso, per riportare la dinamica su binari
propositivi e costruttivi. Laltra cosa ha scardinato
gli equilibri dei partecipanti è stata la particolare
modalità di relazione dei conduttori dellARIPS.
Un approccio aggressivo, spesso provocatorio, a volte addirittura
sgradevole, che (forse perché anchesso del
tutto estraneo alle modalità del .....), ha creato
tra i partecipanti tensione, disagio, addirittura malessere,
col risultato, alla fine, di inibire e creare ulteriore
immobilismo e staticità. Si comprende allora perchè
la fotografia fatta dallo staff dallARIPS, a conclusione
della due giorni, non è stata certo benevola. I conduttori
hanno riscontrato tra i partecipanti al Seminario una (a
loro dire) inaspettata e imprevedibile imprevedibile chiusura.
E' stata evidenziata una incapacità a mettersi in
gioco, a buttarsi nella mischia, ad esporsi, e questa cosa
ha determinato una opposizione quasi preconcetta verso ogni
forma di conduzione (contro-dipendenza, è stata definita
in gergo tecnico). Ancora i conduttori dellARIPS hanno
evidenziato tra i partecipanti una sorta di aggressività
latente, ben celata sotto un linguaggio sempre corretto
e maniere ineccepibili, che ha portato nel gruppo una conflittualità
diffusa, una contrapposizione costante luno verso
laltro, anche se quasi mai esplicitata chiaramente
(leadership impositiva di sbarramento, sempre in gergo tecnico).
In sostanza gli esperti dellARIPS hanno constatato
tra chi ha partecipato al Seminario come una assenza di
energia: (Abbiamo visto poca aggressività
espressa, è vero, ma anche poca affettività
espressa, pochissimi baci, è stato detto),
quasi che la paura a provare, a mettersi in gioco, il timore
di metteremettere in discussione il proprio ruolo, abbia
precluso ogni dinamica costruttiva e positiva. Questa la
fotografia, quasi impietosa, dellARIPS, che ovviamente
va presa coi benefici. Perché se è vero che
decenni di studi ed osservazioni sulle dinamiche di gruppo,
hanno consolidato tra gli studiosi precise teorie, è
altrettanto vero che due giorni (anzi un giorno è
mezzo) per fotografare una associazione complessa e variegata
come quella di ....., sono un senzaltro pochini. E
tuttavia sta di fatto che il Grande Gruppo dei
40 e più formatori del ..... che hanno preso parte
al Seminario di Fiesole, non ha certo girato al meglio.
Ed è altrettanto indubbio che losservazione
fatta dallARIPS di uno scarso ascolto reciproco, di
una scarsa fiducia luno dellaltro (la dinamica
dellimpermeabile, come lhanno chiamata,
per cui ti apprezzo, ti stimo, ma quel che dici mi scivola
via come se avessi un impermeabile), non è poi così
distante da quello che è successo realmente. E queste
sono osservazioni importanti, soprattutto se chi ne è
oggetto svolge un servizio che si chiama ......, un servizio
che sullascolto e sulla fiducia, basa la propria ragione
dessere. Per questo, anche se tornando da Fiesole
si sono viste facce perplesse, musi lunghi, anche qualche
incazzatura, quel che è emerso dal Seminario
è stato comunque qualcosa di importante, uno spunto
di riflessione e approfondimento prezioso, da non lasciar
cadere nel vuoto. E ciò soprattutto adesso, in questa
particolare fase storica del ....., dove si è ad
un passo dal grande passo del ....., e dove
concetti come: apertura, ascolto, fiducia reciproca, saranno
le basi di quello che sarà il ..... di domani. |
Un giorno e mezzo
vissuto pericolosamente
... ovvero un susseguirsi
di emozioni, qualcuna positiva altre negative, ma
sempre forti. Ho vissuto le ore del laboratorio
sotto l'assedio di molti pensieri e ancora adesso
una parte della mia mente è in quella sala.
Per me è stato come fare un viaggio, alla
scoperta di me stessa innanzitutto, di come reagisco
alla pressione, alle valutazioni, all'idea di essere
in competizione, alla fatica, alla noia. Ma anche
alla scoperta degli altri. Ho sperimentato, che
forse è un po' più che capire, che
se non mi fido veramente delle persone con cui lavoro,
contribuirò a costruire qualcosa di superficiale
in cui non mi riconosco. Ho visto come è
facile far fallire le proposte costruttive, così
quasi senza accorgersene, cedendo al demone della
soluzione perfetta o della critica iperanalitica.
La situazione di tensione in cui ci siamo trovati
mi è sembrato un potente motore di consapevolezza.
E siccome credo che la consapevolezza sia sempre
un terreno fertile, sono sicura che tutti noi abbiamo
trovato risorse ed energie nuove. Questa esperienza
diversa e spigolosa mi ha sorpresa
... piacevolmente.
Un abbraccio, Alina di Milano VOCI
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Anche
se sono passate alcune ore dalla conclusione del laboratorio
di Fiesole la mia mente continua ad essere proiettata
in quel di Firenze, nel tentativo di cogliere nuovi
stimoli e nuovi significati di quello che ho vissuto.
Non riesco a trovare un CRITERIO di valutazione per
questa esperienza. Se ripenso allobiettivo iniziale
di approfondimento delle dinamiche del Grande
Gruppo, mi è sembrato parzialmente raggiunto.
Credo di essere uscito con una maggiore consapevolezza
di ciò che è avvenuto allinterno
del nostro gruppo, ma di non aver compreso come agire
per poter togliere limpermeabile e permettere
a me e agli altri di bagnarsi, inzupparsi e magari
sotto lacqua anche divertirsi. Forse mancava
quellEros o quella aggressività, o forse
cerano e ciò che mancava era il coraggio
di riconoscerli ed esprimerli, di giocarli allinterno
del Gruppo e vedere cosa succedeva. Comunque sia,
mi piace pensare che questa esperienza sia stata un
passaggio utile per cogliere contraddizioni e stimoli
nuovi, non tanto in relazione al Servizio o al .....,
ma soprattutto per quanto riguarda il proprio modo
di porsi.
Emanuel di Udine |
Il Seminario a Fiesole
mi ha dato modo di vivere in prima persona, e con
molta fatica, cosa significa essere in "formazione".
Gli interrogativi e le riflessioni sono state molte
e continuano tutt'ora, ma alcune mi sembrano più
interessanti e desidero condividerle con voi. La
prima è che la formazione va fatta e bene,
è importante continuare a stare insieme e
a vivere lo spirito del gruppo che segue una idea
precisa e condivisa. La seconda è più
personale: è difficile ascoltare, è
abbastanza scontato usare questa parola, per noi,
che facciamo dell'ascolto il nostro cavallo di battaglia,
ascoltare l'.........è semplice, forse perchè
lo consideriamo dichiaratamente bisognoso. Ma ascoltare
i colleghi dei altri Centri, ascoltare la formazione
che in questo caso diceva cose poco gradevoli, non
si è dimostrato così semplice e banale.
Ecco, questo forse è l'insegnamento più
grande che mi porto a Padova: si ascolta con il
cuore. Un grazie a tutti, stare insieme, è
stato molto arricchente. Carmen di Padova
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Osservando
il cieco utilizzo delle parole, mi scopro tornare
al momento iniziale del primo giorno di Seminario
quando, bendata, ascoltavo voci confondersi nella
stanza e significati fondersi in un piacevole brusio
(sorprendente punto dosservazione ludito!).
Il laboratorio di sperimentazione delle dinamiche
di una comunicazione allargata, rende esplicita in
più occasioni la necessità di un ascolto
tra volontari e, in primo luogo, di noi stessi, come
fondamento di una capacità decisionale che
permetta di imboccare la strada per un obiettivo comune.
E così che il Grande Gruppo, dipinto
come astrazione, diviene luogo di confronto attivo
(conflitto) guidato da autostima, fiducia e conoscenza
reciproca. E questa difficile esperienza acquista
per me il significato di una possibilità dopo
lo smascheramento, che rivela un volto a volte imprevedibile.
Silvia di Venezia |
Raccontare le giornate
di Fiesole è difficile. Forse farne la scheda
come se fosse una telefonata può facilitare
il compito. Problema prevalente: per un giorno e
mezzo, unassemblea di 44 persone si è
arrovellato su una posizione ambigua mai bene espressa
se non alla fine. Si era stati invitati ad una giornata
di formazione il cui tema era il Grande Gruppo
ma molti partecipanti, io per prima, siamo andati
a Fiesole con la mente piena del progetto che lassociazione
sta elaborando a livello nazionale, cioè
il ...... Vissuti della partecipante specifica:
un alternarsi faticoso, a volte frustrante di sensazioni
e sentimenti contraddittori. Relazione daiuto:
far crescere nel partecipante una capacità
di distanziarsi dal chiuso della propria esperienza,
nonche un sentimento di appartenenza ad un grande
gruppo che ha bisogno della sua fiducia come condizioni
essenziale per esistere. La giornata si è
chiusa e la partecipante sta elaborando la necessità
di far crescere questo sentimento di appartenenza
in se e nei suoi colleghi.
Sylvie di Padova ARIPS
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Mi
tolgono la benda e subito sibila un coltello e poi
un altro e un altro, e lultimo mi passa molto
vicino. Il mio spirito guerriero pensa bene di infilarsi
le pantofole e accendere la tv: Medici in prima
linea
anzi chiedo scusa Dottori
in prima linea. Cè il solito casino
al pronto soccorso e la puntata è noiosetta
ma ecco che compare Lui, il Gigante Buono che con
coraggio si alza e offre il suo contributo. Ora ti
aspetti che parta il coro: Gigaaante pensaci tuuu
E invece niente, si becca pure dellingombrante
e torna a sedersi. Il mio spirito guerriero approfitta
della pubblicità per mettersi in pigiama. La
puntata torna a essere noiosetta, e anche faticosa,
ma ecco che senza dare troppo nellocchio ricompare
Lui, il Gigante Buono che questa volta va direttamente
al computer e prova ad aiutare, semplicemente ad aiutare.
E a me basterebbe già così e invece
Lui a un certo punto, serio serio, alza un dito e
cerca di attirare lattenzione: Mi scusi,
Dottor Staff
E io non riesco più
a smettere di ridere, e rido perché come dincanto
la terra non gira più su se stessa ma ha iniziato
a saltellare. Non riesco più a smettere del
tutto, nemmeno ora, e continuo a sorridere perché
mi chiedono a cosa sono disposto a rinunciare per
entrare nellaffresco, e io questa la so.
Paolo di Venezia |
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