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Lavoro sociale e lavoro per la polis (Guido Contessa, 2021)


Le scienze sociali hanno avuto un grande sviluppo sopratutto nelle seconda parte del XX secolo. Dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta lo sviluppo delle scienze sociali ha dato vita a numerose professioni attive nei settori privato e pubblico.
Psicologia, sociologia, pedagogia, antropologia hanno generato psicologi della formazione, di comunità, del lavoro e delle organizzazioni, della prevenzione primaria; operatori della devianza e dell'emarginazione; esperti di orientamento scolastico e professionale; sociologi delle carceri e delle comunità urbane; educatori e animatori di strada, dei centri e delle comunità giovanili, della cultura, del turismo, del gioco, dei disabili e degli anziani; psicopedagogisti scolastici, antropologi delle culture straniere e dei fenomeni di massa.

Hanno generato anche professionisti della cura come psicoterapeuti e psicoanalisti, ergoterapeuti e arte-terapeuti, ri-educatori psichiatrici. Ma gli addetti alla cura erano in numero molto minore degli addetti alla prevenzione e alla crescita. Il kennediano "Prevenire è meglio che curare" diventò il motto del lavoro sociale. Dove prevenire significava sostenere e sviluppare i singoli e gli aggregati umani, in modo che si riducessero i disagi, le patologìe e le devianze.

Come si può spiegare questo fenomeno? Il trentennio 1950-1980 è stato il periodo dei maggiori cambiamenti culturali e sociali della Storia occidentale: il picco più alto dell'umanesimo e del libertarismo.

Storia in pillole

Dal 1950 al 1959 - l'alba del cambiamento - ha avuto inizio il fermento, anche come reazione post-bellica, nella cultura, nei costumi, nella scienza. Ricordiamo Stalin, ma anche Castro e Malcolm X. Elvis Presley rivoluziona la musica. Albert Bruce Sabin scopre il vaccino antipolio nel 1955. La pillola anticoncezionale viene sperimentata dal 1954. La Svezia avvia il Welfare State("dalla culla alla tomba"). Nel 1958 viene creato il primo chip. La Olivetti nel 1957 assembla i primi calcolatori mainframe. La letteratura scopre la Beat Generation.

Dal 1959 al 1968 - il decennio d'oro - abbiamo avuto in tutto il pianeta, ed anche in Italia, una radicale trasformazione culturale. J.F.Kennedy e M.L.King, Papa Giovanni XXIII e il Concilio, Krusciov e la destalinizzazione. Mao lancia nel 1966 la Grande rivoluzione culturale. I Beatles e la corsa allo spazio. Scoperta della struttura a doppia elica del DNA. P101 (Olivetti, 1962-1964) è considerato il primo «desktop computer» commerciale programmabile, da molti definito come il primo «personal computer» della storia. Nel 1969 viene costituita ARPANET, la rete del dipartimento della difesa degli Stati Uniti embrione di Internet. Fine del colonialismo politico: inizia quello economico.
I figli dei Fiori, gli Hippies e il Free Speech Movement promuovono la lotta contro la guerra in Vietnam, la rivoluzione sessuale, il femminismo e la gay liberation, l'ambientalismo, l'anti-nucleare, la sperimentazione psichedelica. Mary Quant lancia la minigonna. In Italia esplodono il cabaret e il cantautorato. La Scuola Media Unica è del 1962.
Esplodono in tutto il globo, per la prima volta nella Storia, umanesimo e libertarismo.

Dal 1968 al 1979 - gli anni di piombo - abbiamo registrato insieme (specie in Italia) i maggiori cambiamenti strutturali e la la maggiore crisi politica del secolo.
Pinochet e Videla, ma anche i sandinisti, che abbattono Somoza. Intel costruisce il 4004 progettato da Federico Faggin, il primo microprocessore della storia. Nascono Apple e Microsoft. Fine della dittatura in Spagna. In Italia, iniziano la stragi e il terrorismo rosso e nero, ed esplode la droga. Però arrivano i frutti del decennio d'oro. Nel 1970 la legge sul divorzio e lo Statuto dei Lavoratori. Nel 1978 la Legge Basaglia sugli ospedali psichiatrici e la legge sull'aborto.

Dagli Anni Ottanta, dopo la caduta del muro di Berlino, sono iniziati la restaurazione socio-politica e il declino dell'umanesimo. Trionfano gradualmente l'economicismo e la cultura repressiva, in ogni settore. Il Welfare State inizia a declinare. Prima Reagan prepara la bolla speculativa del 2008, poi Bush sr. inizia la terza guerra mondiale che sarà continuata dal figlio.

I modelli di transizione

 
Alba
Decennio d'oro
Anni di piombo
Restaurazione
Decadi
1945 e preced.
1950 - 1959
1959 - 1968
1968 - 1979
1980 e seg.
B.Tuckman
(performing1)
forming
storming
norming
performing2/adjourning
K.Lewin
freezing
unfreezing
re-freezing
T. Kuhn
accettazione paradigma
scienza normale
nascita anomalìe e crisi paradigma
rivoluzione scientifica
(nuovo paradigma)

E' interessante notare come i più famosi modelli di transizione, nei piccoli gruppi e nella scienza, siano simili al modello di evoluzione della Storia prima descritto. Il che conferma la reale possibilità di applicazione dei modelli a diversi oggetti e di scala diversa.

B.Tuckman individua nello sviluppo del gruppo una fase di preparazione (forming), una fase tempestosa (storming), una fase di istituzionalizzazione (norming) e una fase finale di realizzazione e aggiornamento.
K.Lewin segnala la dinamica di un gruppo con una prima fase di congelamento (freezing), una seconda fase di scongelamento (unfreezing), cioè di liquefazione del sistema iniziale, e una terza fase di ri-congelamento (re-freezing), cioè di riassestamento di un sistema in una configurazione diversa dalla precedente.
T.Khun si concentra sulla transizione nella produzione scientifica. Una prima fase di accettazione di un paradigma seguita da una seconda fase di "scienza normale", cioè tradizionale. Nella terza fase emergono anomalìe nel paradigma consolidato, che entra in crisi. Nella quarta fase si registra una vera rivoluzione e nella quinta viene accettato il nuovo paradigma.

Conclusioni

Ecco dunque la risposta alla domanda sul come mai la seconda parte del XX secolo ha visto un vorticoso sviluppo delle scienze e delle pratiche sociali. Il mondo intero è cambiato dai Cinquanta agli Ottanta ed ha chiesto di cambiare a ogni sua articolazione. E' emerso un bisogno globale di libertà e di umanesimo, che doveva tradursi nella proliferazione di scienze e pratiche centrate sulla libertà e la realizzazione personale. Pratiche sociali affidate per la prima volta a professionisti e non più a volontari di buon cuore.
Gli operatori sociali erano il braccio operativo di scienze, a loro volta promosse da un mondo centrato entrate sull'uomo e le sue aggregazioni. Gli operatori sociali oggi propongono un cambiamento che la società, nelle sue articolazioni, non vuole fare.
Dagli anni Ottanta l'onda si è ritirata e il mondo ha cominciato a virare dall'Uomo alle merci e alla ricchezza, e dalla democrazia partecipata allo statalismo repressivo. Le scienze e le professioni sociali non sono solo inutili ma dannose, per il nuovo ordine mondiale.

Gli psicologi della formazione puntano a sviluppare le capacità personali, che sono sempre mono appetibili della cieca obbedienza e degli algoritmi. Gli psicologi di comunità operano per aumentare la coesione dei territori, rischiando così di aumentarne le spinte autonomiste e le insubordinazioni. Gli psicologi intervengono sul lavoro e le organizzazioni di lavoro valorizzando la motivazione, la cooperazione, l'autonomia decisionale, la difesa dei diritti: come possono soddisfare la gran parte delle organizzazioni che oggi rivalutano il più bieco taylorismo? Gli psicologi della prevenzione primaria puntano a bonificare i sistemi, riducendone la dannosità. Non sono compatibili con sistemi che fanno della dannosità il perno del controllo sociale e sanitario.

Gli operatori sociali della devianza e della emarginazione, lavorano per l'emancipazione dal crimine e l'integrazione sociale: un obiettivo in contraddizione con la vocazione repressiva e classista delle democrazie post-moderne.

Educatori ed animatori si impegnano nello sviluppo del potenziale e nella presa di coscienza dei bisogni reali. Le organizzazioni e le istituzioni attuali si basano sull'omologazione e l'alienazione, perciò non possono tollerare pratiche sociali di crescita ed emancipazione.

Pedagogisti e psico-pedagogisti che operano in contesti scolastici o educativi, disturbano il compito di mero controllo e adattamento sociale che gli attuali contesti perseguono. Gli antropologi operano per la comprensione e l'integrazione delle culture diverse: ma sono inutili di fronte al dilagante neo-schiavismo applicato ai migranti.

In conclusione, gli operatori sociali devono rassegnarsi ad accettare il lavoro-merce che viene loro richiesto (quando non sono espulsi dal lavoro) come mero espediente per sopravvivere. Consapevoli che le scienze e le pratiche sociali professionali sono destinate, nel prossimo futuro, a sparire.

Poichè tuttavia, i bisogni sociali di libertà, emancipazione, consapevolezza e crescita (in una parola, l'umanesimo) sono inestinguibili nel lungo periodo, gli operatori possono trasformare il loro lavoro sociale retribuito in un lavoro "politico (per la polis)" volontario, informale, sotto traccia o clandestino. Finchè la fiaccola della centralità dell'Uomo non sarà raccolta da una delle prossime generazioni.