Giornata di studio condotta da Guido Contessa
9,30-13 * 14,30-18 - Sede Arips Molinetto di Mazzano
L'iniziativa si propone di offrire a tutti
coloro che sono interessati ai problemi della tossicodipendenze,
una relazione dettagliata circa un'esperienza di prevenzione
primaria.
Tale esperienza, conosciuta come Progetto
M.I.TO. (Modello di Intervento contro le TOssicodipendenze),
è stata portata avanti per tutto il 1982 da un'équipe
composta da operatori ARIPS e dal S.S.M. del XI USL di
Genova per conto dell'Assessorato Sanità della
Regione Liguria.
Il Progetto MITO è stato realizzato
presso la Circoscrizione Sanpierdarena/san Teodoro di
Genova ed ha coinvolto circa 200 volontari e rappresentanti
di associazioni presenti sul territorio. Il particolare
interesse dell'iniziativa consiste nelle sue caratteristiche
essenziali, fra cui ricordiamo:
1- la focalizzazione sulla prevenzione primaria,
cioè finalizzata a mutare le condizioni che favoriscono
alla base l'avvicinamento al consumo della droga (degrado
ambientale e sociale, carenza di spazi di aggregazione,
scoordinamento fra le agenzie sociali, ecc.)
2- la applicazione di una metodologia che
si ispira alla Psicologia di Comunità (cioè
ad una pratica di intervento sociale di tipo connettivo,
collettivo, multipolare, sistemico e strategico)
3- la applicazione di una gestione mista,
che ha visto come attori una associazione professionale
privata (ARIPS), un Servizio di Salute Mentale pubblico
e numerosi volontari a titolo personale o in rappresentanza
di Associazioni.
La giornata di studio, anche attraverso
la partecipazione di operatori qualificati, consentirà
anche un dibattito approfondito anche su altre esperienze
e teorie dell'intervento preventivo. Finora infatti si
è allargato il dibattito sulle proposte terapeutiche
e riabilitative (metadone, comunità, reinserimento,
ecc.) mentre pochi sforzi sono stati fatti nella direzione
della prevenzione.
La prevenzione primaria dovrebbe invece
interessare una miriade di agenzie sociali del territorio,
impegnate, almeno sulla carta, in attività educative,
informative e socioricreative: la scuola, i mass media,
i centri giovanili, le biblioteche, il Sindacato ed i
Partiti,m le Amministrazioni Locali e del decentramento
urbano. La complessità di un'azione preventiva,
infatti, è tale che non può essere lasciata
ai soli tecnici dei servizi socio-sanitari. Questi infatti,
non solo non hanno le forze per svolgere un'azione preventiva
di vasto respiro, ma è dubbio che debbano essere
titolari di un'azione che per sua natura non può
essere ridotta all'aspetto socio-sanitario.