Ho conosciuto il progetto in anteprima e forse per questo
mi piace. O forse anche perché penso che lasciare
traccia sulla terra sia importante per il futuro. O ancora,
perché l'importanza dell'archeologia, a testimonianza
della curiosità umana per il passato, mi spinge a
voler facilitare la ricerca e la conoscenza di un mondo
che non esisterà più, ma che potrebbe aiutare
a risolvere nuovi problemi più o meno materiali.
Anni fa ho partecipato al Progetto KEO, in realtà
non ancora realizzato completamente, che si proponeva di
mandare in orbita un satellite con una capsula del tempo
contenente i messaggi degli abitanti della terra ed altre
informazioni; rientro previsto: dopo 50.000 anni! Per le
generazioni di allora, come testimonianza di chi erano i
loro antenati. E non è l'unico caso
Progetto XXII è modesto al confronto!
Si dice che una differenza importante fra l'uomo e gli
animali sia la presenza della memoria e della capacità
di imparare. Per questo gli uomini non devono ripartire
ogni volta da zero e si evolvono, modificando la società
in cui vivono, adattandola ai loro bisogni ed ai nuovi desideri
che la vita suggerisce. Se questo non facesse parte del
nostro DNA, oggi non conosceremmo Ramses II, né Aristotele
e molti altri; forse la matematica e la fisica attuali non
esisterebbero senza il teorema di Pitagora e l'atomo; e
anche i liutai forse sarebbero scomparsi.
Per questo credo che il Progetto XXII sia una risposta naturale
e un 'opportunità per i nostri discendenti. Sono
convinta anch'io che ci sia un'involuzione e che la centralità
dell'uomo si scontri con dinamiche di potere varie che vanno
a favore di pochi e limitano le moltitudini. In questo contesto
è facile che le scienze umane vengano sacrificate
alle "scienze dure". Così conservare l'esistente
e preservarlo per il futuro può essere di aiuto quando
le condizioni di vita cambieranno nuovamente.
Il problema più grosso e di difficile soluzione è
trovare chi si potrà occupare della questione dopo
di noi.
Io ho deciso di provare a cercare proseliti. La sfida è
trovarli come volontari.
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XXII secolo
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