Siamo tutte venute a conoscenza del progetto "Master
Genitori" di Pro.di.Gio tramite la struttura scolastica.
Il progetto inizialmente doveva essere rivolto ai genitori
dei ragazzi delle scuole medie, ma è stato poi esteso
anche a quelli degli ultimi due anni delle scuole elementari.
Data l'importanza dell'argomento ed il numero elevato dei
possibili utenti, ci aspettavamo una considerevole affluenza.
Al colloquio di selezione, invece, si sono trovate poco
più di una dozzina di persone, forse anche a causa
della pubblicità inadeguata fatta dalla struttura
pubblica. Tutto ciò non ci ha scoraggiato, convinte
che questo corso potesse essere un occasione da non perdere,
anche se i motivi per partecipare, di ognuna di noi, erano
abbastanza differenti.
Il corso era articolato in due fasi: la prima aveva l'obiettivo
di aiutarci a riflettere sui rapporti fra noi ed i nostri
figli; la
seconda di fornirci capacità di conduzione di gruppi
di genitori. Per alcune è stata unesperienza
nuova, altre avevano già avuto modo di sperimentare
questa metodologia di lavoro, che comunque ha aiutato tutte
ad aprire gli occhi. .
Ci è stato fatto capire subito che l'atteggiamento
giusto era quello di porsi con la massima disponibilità,
apertura e sincerità, pronte a mettersi in gioco,
ad affrontare anche momenti difficili, che ci sono stati.
Si sa, una strada tutta in pianura non è neppure
divertente e così, tra una discesa ed una salita,
fra qualche nodo in gola ed un sacco di risate, abbiamo
vissuto un'esperienza vera, abbiamo incontrato persone vere,
abbiamo ascoltato storie, problemi, dolori e gioie.
Il clima era tale per cui ognuna raccontava di sè
con grande profondità, con apertura e fiducia, come
solo un gruppo ben condotto poteva permettere.
Già durante il primo incontro, quando parlavano degli
aspetti positivi e negativi dei nostri genitori, sono enerse
storie "forti", intime, personali. Sembrava, da
un lato del tutto naturale e, dall'altro lato, a casa, a
freddo, incredibile che tra perfetti sconosciuti ognuno
si fosse "scoperto" fino a quel punto. E poi ancora,
decidere i temi degli incontri successivi al primo, sembrava
tutto così semplice.....
Sembrava che potessimo affrontare qualsiasi argomento; sembrava
che tutti i temi ci avrebbero toccato nello stesso modo.
Invece nessuno dei presenti si dimenticherà l'incontro
sui "conflitti non risolti con i propri genitori".
Dire che ne siamo rimasse scosse è forse troppo poco.
Anche chi era convinta dì aver combattuto battaglie
estreme nella sua adolescenza e giovinezza, se ne è
tornata a casa a riflettere su quanto avesse evitato i conflitti
con papà e mamma ed ora cercasse di evitarli con
i propri figli. Un po' bastonate, non ci dimentichiamo neppure
oggi che parlare di conflitti non è acqua di rose
e che agire i conflitti è diverso dal pensare di
averli vissuti.
In tutte le serate, comunque, emergevano i problemi, quelli
quotidiani: con la scuola, con gli altri bambini, con i
mariti.... le incomprensioni di tutti i giorni con i nostri
ragazzini.
Forse emergeva anche il grande bisogno di uscire da un
isolamento che spesso, nelle nostre giornate frenetiche,
diventa condizione di vita. Troppo prese dai ritmi, ci dimentichiamo
di fermarci, di riflettere, di ascoltare.... gli altri e
i nostri figli.
Scoprivamo di giorno in giorno di aver perso le regole certe
trasmesseci dai nostri genitori e che il modello di riferimento
era spesso solo negativo: non essere come loro.
Dove trovare nuovi valori? Qualcuno sentiva il bisogno di
ricevere risposte precise, ma tutte (almeno noi che lavoriamo
ancora insieme) abbiamo scoperto limportanza di aprire
il cuore, di ascoltare, di ascoltarci per trovare dentro
di noi le risposte giuste, pur nel confronto con gli altri.
Quando poi siamo passate alla seconda fase del corso, ci
siamo trovate di fronte ad un'esperienza ancora diversa,
che da una parte ci incuriosiva ma dall'altra ci intimoriva
un po. Oltre ad acquisire delle conoscenze tecniche
che ci permettessero di organizzare, dal punto di vista
pratico, una riunione gruppo (compresa la preparazione di
eventuali volantini informativi ecc..) ci siamo dovute confrontare
con la vera e propria conduzione.
Le difficoltà non sono mancate, nonostante i conduttori
facessero di tutto per metterci a nostro agio, guidandoci
e aiutandoci in ogni situazione. Qualcuna si offriva più
facilmente, altre erano più reticenti, ma alla fine
tutte hanno fatto la propria piccola esperienza di conduzione.
Quando il corso è finito, ci è stato detto
che avremmo potuto continuare, che avevamo percorso una
parte di strada significativa, ma noi ci aspettavamo una
prosecuzione, un approfondimento o almeno un accompagnamento
verso il nostro obiettivo: organizzare e gestire altre iniziative
simili.
Nonostante inzialmente ci fosse stato promesso questo supporto,
non è stato cosi; abbiamo atteso, come brave allieve,
che qualcuno pensasse a noi, troppo ingenue per credere
che saremmo state "scaricate". Eravamo rimaste
in 10 dei 12 partecipanti iniziali, abbiamo incominciato
ad incontrarci tra di noi, a sperimentare, parlare, progettare.
Abbiamo imparato che è necessario procedere per piccoli
passi e che non bisogna mai scoraggiarsi.
Ad un certo punto del percorso abbiamo avuto bisogno di
una ricarica da parte dei conduttori del corso. Da quel
momento siamo state più operative.Ci siamo date un
nome "Progetto incontro", siamo state in geado
di elaborare una proposta e anche così coraggiose
da presentarle ad una scuola media.... che non l'ha approvata!
Nonostante tutto siamo riuscite a non scoraggiarci, ma anzi
a migliorare preparazione e progettazione; abbiamo dedicato
tempo al nostro rapporto con l'esterno, ma anche, molto,
alla nostra crescita personale e soprattutto di gruppo.
Siamo ora in 5 "compagne di viaggio" e abbiamo
finalmente cominciato a lavorare. Il nostro progetto è
stato approvato da un Circlo Didattico. Abbiamo lavorato
con i genitori, li abbiamo ascoltati ed aiutati a confrontarsi
fra di loro. Ci sembra di poter giudicare l'esperienza più
che positiva e soprattutto ripetibile.
Il nostro grazie va all'équipe di ARIPS che c ha
permesso di arrivare fino a qui e che ha supervisionato
il nostro lavoro con i genitori.
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