L'attività scientifica di K. Lewin, nato in Prussia
nel 1890 e morto a Newtonville, negli Stati Uniti, nel 1947,
si è sviluppata ininterrottamente durante gli ultimi
30 anni della sua vita (la sua prima pubblicazione è
infatti del 1917), e può essere abbastanza agevolmente
distinta in due periodi. Il primo fu trascorso in Germania,
a contatto con le correnti più vive della psicologia
tedesca del secondo e terzo decennio del secolo. Il secondo
fu invece trascorso in America, dove egli si era recato
nel 1932 cme visiting professor all'Università di
Stanford, e dove rimase quando l'avvento del nazismo costrinse
all'esilio, per motivi politici o raziali, i maggiori rappresentanti
della psicologia tedesca. Durante il periodo trascorso negli
Stati Uniti come professore di psicologia o di psicologia
infantile press diverse università americane, accanto
all'interesse per questo tipo di problemi che non è
venuto mai meno, egli ha affrontato anche i temi relativi
alla dinamica di gruppo, ai rapporti fra atmosfera di gruppo
e tipo di leadership, alle situazioni di marginalità
sociologica e psicologica, ai cnfini derivanti dall'allartenenza
contemporanea a più gruppi, alla formazione e trasformazione
di convinzioni o abitudini collettive. Tuttavia, anche se
i motivi presenti nella complessa tematica di Lewin sono
riconducibili all'atmosfera culturale degli ambienti nei
qualiegli si è trovato a vivere e di cui egli è
stato osservatore attento ed aperto, il modo con il quale
essi sono stati da lui elaborati è profondamente
nuovo e personale. Egli è andato ben oltre gli spunti
che gli sono stati offerti. Nel suo tempo egli è
stato, con pochi altri grandi psicologi come Freud, Wertheimer,
Kobler, Piaget, un creatore di idee, un uomo geniale che
ha saputo vedere e formulare in termini scientificamente
utili problemi relativi ad un vasto campo di indagini che
si era sino ad allora sottratto all'esplorazione sperimentale,
e che ha elaborato gli strumenti concettuali essenziali
per tale esplorazione, sviluppando un indirizzo di ricerca
che ha rinnovato profondamente certi settori della psicologia
individuale, della psicologia sociale e della psicologia
infantile, e che è tutt'ora molto vivo.
G.Petter
Quando sarà scritta la storia intellettuale
del XX secolo, Kurt Lewin vi figurerà certamente
come uno tra quei pochi uomini la cui opera ha segnato una
svolta decisiva nel campo delle scienze sociali nel loro
periodo più critico di sviluppo.
D.Cartwricht
Entrando nel nocciolo delle idee di Lewin,
dei problemi epistemologici e concettuali da lui sollevati,
del tipo di ricerca condotta e dei temi su cui si è
centrata, ci si accorge di come essi siano in sintonia con
i nostri problemi di oggi, di cui anzi spesso anticipano
soluzioni che sono state scarsamento intraviste.
P.Amerio
NOTTE INTRODUTTIVE
La teoria del campo
"Il campo psicologico comprende la totalità
dei fatti mutualmente interdipendenti esistenti per l'individuo
ad un momento dato" (Lewin 1951)
Totalità: tutti i fatti inclusi
nell'ambiente che sono presenti alla consapevolezza del
soggetto o che sono da lui agiti. Non solo ma anche le rappresentazioni,
le conoscenze, le emozioni, le aspettative, i desideri,
ecc. presenti nella P.
Interdipendenza: "Il tutto è
diverso dalla somma delle parti."
"Tutto il mare monta per un sasso che vi è stato
gettato dentro."
"Il pesce non può essere concepito sena l'acqua."
La spiegazione di quanto avviene nel campo psicologico dipende
dalle relazioni che i fatti stessi intrattengono
in un determinato momento.
Contemporaneità (connesso al
Principio di casualità):
quello che succede qui, ora, è causato dalla situazione
quale è qui ora.
Lewin sottolinea che esistono il passato psicologico
(fatti passati che influiscono sul presente) e il futuro
psicologico in quanto hanno importanza adesso avvenimenti
che si realizzeranno più avanti (es. una aspettativa,
una punizione minacciata, un premio promesso, un obiettivo
da raggiungere, ecc.).
Esistenza: fatti esistenti, che assumono
cioè un sinificato psicologico e importanza per la
prsona.
Entro l'ambito dei fatti esistenti ad un
momento dato si possono distinguere tre aree in cui
i mutamenti sono o potrebbero essere oggetto di interesse
per la psicologia.
1. Lo spazio di vita; ovvero la persona e l'ambiente psicologico
così come viene visto da essa. Di solito abbiamo
presente questo campo quando ci riferiamo ai bisogni, alle
motivazioni, agli umori, alle mete, all'angoscia, agli ideali,
ecc. (Lewin, 1951)
La percezione ed il senso che il soggetto
ha della realtà e del mondo costituiscono per Lewin
il punto privilegiato da cui procede la sua indagine nei
vari processi psichici e sulla personalità.
La persona va intesa come una totalità articolata
in regioni topologiche.
Il passaggio da una situazione ad un'altra viene detto "locomozione".
L'ambiente psicologico non è quello fisico,
sociologico, ma l'insieme delle situazioni presenti e future
delle attività, l'insieme delle condizioni esterne
che influenzano il comportamento di un soggetto nella isura
in cui sono da lui percepiten e dotate di significato.
L'ambiente psicologico ha due dimensioni:
- Temporale in quanto anche il passato e il futuro
hanno una ricaduta nel presente.
- Realtà-irrealtà "il livello
di realtà del passato, presente e futuro psicologici
corrisponde alla situazione così come essa è
effettivamente esitita, esiste ed esisterà secondo
le credenze dell'individuo. (Lewin, 1951)
Il comportamento: ogni modificazione
che avviene nello spazio di vita. Il comportamento è
funzione della persona e dell'ambiente secondo l'equazione
C=f(P,A).
2. "Una molteplicità di processi
che si svolgono entro il mondo fisico e sociale e che non
influiscono sullo spazio di vita dell'individuo in quel
dato momento". (Lewin, 1951)
Ci sono persone, cose, situazioni che fanno parte dell'Ambiente
in cui quotidianamente viviamo, lavoriamo, ci divertiamo,
ecc. ma che non hanno un significato psicologico.
3. " Una zona di confine dello spazio
di vita: certe parti del mondo fisico o sociale influiscono
sullo stato dello spazio di vita a quel momento. Il processo
percettivo, ad esempio, è intimamente connesso con
questa zona di confine poichè ciò che viene
percepito è in parte determinato dagli stimoli fisici;
ovvero quella parte del mondo fisico che colpisce gli organi
di senso in quel dato momento." (Lewin, 1951)
Si tratta di fatti, situazioni, avvenimenti
che sono presenti ma non sono in diretto contatto col mondo
psicologico della persona e quindi non interagiscono con
gli altri fatti in quel momento.
La dinamica di gruppo
"Il gruppo è qualcosa di più
o, per meglio dire, qualcosa di diverso dalla somma dei
suoi membri: ha struttura propria, fini peculiari e relazioni
particolari con gli altri gruppi.
Quel che ne costituisce l'essenza non è la somiglianza
o la dissomiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì
la loro interdipendenza. Esso può definirsi come
una totalità dinamica.
Ciò significa che un cambiamento di stato di una
sua parte o porzione qualsiasi interessa lo stato di tutte
le altre.
Il grado di interdipendenza delle porzioni del gruppo varia
da una massa indefinita a una unità compatta.
Dipende, fra gli altri fattori, dall'ampiezza, dall'organizzazione
e dalla coesione del gruppo." (Lewin, 1951)
L'originalità di Lewin sta sui motivi
globali di funzionamento del gruppo:
- il gruppo evidenzia bisogni che non sono bisognidei singoli
partecipanti del gruppo, ma sono bisogni di gruppo;
- da cui nascono tensioni di gruppo
- da cui emerge il problema dei fini di gruppo.
La ricerca azione
Si tratta di studiare le cose cambiandle e
vedendone gli effetti. Questo tema - che per capire esattamente
un determinato processo uno debba creare un cambiamento
e quindi osservare i suoi variabili effetti e la sua dinamica
- si trova in tutta l'opera di Lewin. La vita per Lewin
non era stasi, bensì cambiamento, dinamica, fluidità.
(Festinger)
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