Come mai Kurt Lewin, che è così importante
perchè ha detto delle cose da cui discendono conseguenze
enormi sia per il lavoro sociale sia per la politica, è
così poco noto?
La mia conclusione è che Lewin era troppo rivoluzionario
e ancora oggi è poco noto perchè è
troppo incompatibile col sistema sociale, politico, economico
dell'intero occidente.
Io credo che Lewin avesse in sè i valori in senso
umano sostenuti da pensatori all'epoca e ancora oggi, più
famosi come per esempio Marx e Freud, per citarne due anche
loro tedeschi.
Lewin ha studiato i fenomeni che vedeva negli anni 1930/40
e fino al 1947. Io ho studiato Lewin una ventina di anni
dopo, intorno agli anni 1965/70 e già allora si diceva:
"Lewin ha visto cose che adesso non ci sono più
e noi vediamo cose che Lewin non vedeva". Un po' come
nel caso di Freud che ha enunciato la sua teoria sull'isteria,
diagnosi che oggi non esiste più. Questo perchè
il mondo cambia, mutano le influenze fra società
e soggetto e quindi cambiano i fenomeni che quest'ultimo
esprime.
Insieme ad altri colleghi che come me si occupano di formazione
di gruppo (dagli anni '70), mi sono accorto che ci sono
fenomeni che Lewin non ha raccontato e che d'altronde non
poteva descrivere perchè non esistevano. Oggi ci
sono situazioni diverse.
Partirò da una questione radicale che è quella
della forma.
Tutto l'impianto lewiniano si fonda sulla psicologia della
GESTALT, o comunque sulla psicologia che pensa che gli esseri
umani guardino la realtà attraverso insiemi o attraverso
forme preesistenti. Il dibattito è attualissimo.
Oggi in tutto il mondo occidentale si sta discutendo di
una questione politica che sarà definitiva nei prossimi
10 anni, nel Terzo Millennio,e cioè se la società
umana sia il risultato di un contratto, cioè un insieme
di individui che si mettono d'accordo per stare insieme
- logica contrattualistica - oppure se la società
umana sia una forma che pre-esiste al contratto fra individui.
La corrente contrattualistica, anglosassone, dice: "La
società è un insieme di patti che gli individui
fanno fra loro." In pratica ci mettiamo d'accordo sul
piano economico, familiare, giuridico e costruiamo degli
insiemi, che vanno dalla famiglia alla nazione, alla Comunità
Europea, ecc.
L'altra modalità appunto più gestaltistica
dice: "Non è che le forme vengono create dalle
parti delle forme, cioè dagli individui, ma le forme
pre-esistono o coesistono agli individui. Non c'è
un prima dell'individuo che poi fa un gruppo, ma c'è
un gruppo che è già dentro l'individuo, che
ne fa parte consustanziale; anzi, essere individuo significa
essere insieme singolarità e pluralità."
Questo dibattito che oggi è a livello di scienze
politiche, è il più cruciale, perchè
da qui poi discendono una serie di questioni politiche fondamentali.
Secondo Lewin il campo o la forma si può disegnare
come la sezione di un uovo - Lewin veniva chiamato "il
professore delle uova" perchè disegnava tutto
con questa forma. Questo è il soggetto. Ciascuno
di noi è, secondo lui, una forma di questo genere,
dove i quadrati e gli ovali sono le "regioni"
- come le chiamava lui - cioè le porzioni della nostra
personalità. Così si presenta la nostra personalità
al momento dato, cioè se prendiamo uno di noi adesso
e lo dividiamo in due troviamo messi insieme tanti pezzi
di diversa quantità, di diversa grandezza, di diversa
posizione, che a seconda di come sono assemblati costituiscono
la psiche del soggetto, il suo mondo interno. Una specie
di caleidoscopio o - io preferisco - una vetrata a mosaico
di una cattedrale.
Sempre secondo Lewin, questo schema è utilizzabile
anche per leggere sistemi macro per cui, per esempio, un
gruppo, o addirittura la nazione tedesca o gli ebrei, cioè
gruppi macro, gruppi grandi potrebbero essere descritti
in modo simile al soggetto. Sono una sorta di specchio mescolato:
le parti sono simili, possono essere collocate in modo diverso,
in posizioni diverse, in grandezze diverse, ma fra il soggetto
e il sistema, l'individuo della società e l'individuo
in gruppo, c'è una sorta di specularità o
di proiezione reciproca, per cui si può dire che
l'individuo non è altro che la società implosa
o il gruppo imploso o, a converso, il gruppo non è
altro che l'individuo esploso.
Questa corrispondenza che Lewin notava ha una serie di
conseguenze o di cause. I due sistemi sono fortemente integrati:
c'è una "curva" che confina tutto l'uovo,
che è una bella pellicola, secondo Lewin permeabile
e porosa, attraverso la quale si può entrare ed uscire,
pur restando essa abbastanza definita.
C'è una corrispondenza fra i campi: il campo individuale,
intrapsichico, gruppale, societario, solo che le regioni
sono mescolate, scecherate in maniera diversa. La diversità
delle regioni è a livello spaziale, cioè ciò
che determina la diversità fra i campi è la
diversa distribuzione dello spazio. In altre parole ciascuna
parte interna si differenzia perchè per esempio è
troppo piccola, o è messa vicino ad alcune parti
e non ad altre oppure ha una forma circolare, o incrociata,
o rettangolare, ecc.
Infine i confini fra le parti nel sistema sono precisi.
L'uovo - il disegno - secondo Lewin rappresenta un gruppo
o un individuo. Cosa succede però se questo "uovo"
è visto in verticale? Si evidenziano alcune ulteriori
caratteristiche: intanto la struttura è gerarchizzata,
cioè c'è un qualcosa che sta in alto e un
qualcosa che sta in basso. Gerarchia vuol dire scala di
autorità, compartimentata, molto solida perchè
ha una base un po' allargata e un vertice più affusolato.
E poi c'è un'area quasi "di scarto" che
possiamo chiamare inconscio se il modello è applicato
al soggetto, o emarginazione se il modello si applica al
sociale.
Lewin vede solo questo perchè siamo negli Anni 40
e il sistema culturale e sociale in cui lavorava è
quello americano.
Dagli Anni 40 in poi , in maniera graduale ma sempre più
vistosa, si è assistito alla disgregazione della
gerarchia che da compatta si è fatta sempre più
squinternata: non c'è più un sopra, nè
un sotto, e tutto è confuso. La compartimentazione,
cioè i segmenti dell'uovo, cominciano ad essere annullati
e quindi le cellette non sono più regolari. Ci sono
buchi, spazi larghi, vuoti, buchi neri. Succede che ci sono
maggiori omologazioni perchè non essendoci la compartimentazione
ci sono spazi che invadono altri spazi; in altri casi -
fino ad ora erano ben separati - c'è un avvicinamento;
prima l'inconscio stava in un angolino, bello chiuso in
una specie di cantina con chiave e adesso dilaga, sormonta.
Analogamente alla povertà, all'emarginazione sociale,
che prima stavano nei ghetti ed ora si trovano al centro
della comunità. Quindi la cosa si diffonde, il confine
fra povertà e ricchezza non è più tanto
chiaro così come il confine fra inconscio ed Io.
I confini interni ed esterni del sistema sono confusi: prima
non erano rigidi, ma rispetto ad oggi erano solidi. Oggi
è tutto mobile, gelatinoso, melmoso, sia i confini
intrapsichici dentro di noi, sia all'esterno nel sociale.
Ci sono aree vuote, fratture, vere e proprie lobotomie del
soggetto; veri e propri spazi tolti e sostituiti da inserti
nuovi.
L'emarginazione in corso si allarga dal basso diramandosi
verso l'alto: questo è quello che è successo
dagli Anni 40 ad oggi. E' la progressiva visualizzazione
di un processo nato molto prima. La storia è sempre
fatta ad ondate: c'è l'onda grande che tutti vedono
e quando si infrange nessuno nota le ondine che stanno arrivando
e che si stanno gonfiando. Nell'800 era già cominciato
questo processo di disgregazione dell'unità. Pensiamo
a Nietzche che se ne esce con la frase "Dio è
morto" o a Freud che sostiene che l'inconscio sia preponderante
rispetto alla razionalità. Negli Anni 50 Mitscherlich
parla di società senza padre e C. Rush di un Dio
debole, di narcisismo e di fragilità.
Se Lewin studiasse oggi le forme probabilmente gli parrebbero
molto simili ad una struttura ad arcipelago.
Questo vale per i soggetti a livello intrapsichico e vale
per i gruppi, per le società, per gli stati. Questa
configurazione informe, frantumata, sta cominciando a prevalere
in tutti i campi ed è una forma da costruire. In
essa non prevalgono gli spazi delle regioni, ma le sinapsi,
cioè i collegamenti fra una regione ed un'altra cambiando
i quali cambia l'intero sistema. Prima per cambiare la gestalt
(la forma) si doveva cambiare una regione. Adesso per cambiare
una forma, o meglio la sua ipotesi, è sufficiente
cambiare il collegamento. Il sistema è molto flessibile
e articolato. Non è più una forma ad uovo
che con una schiacciatina sta in piedi (ndr: si riferisce
all'aneddoto secondo cui Cristoforo Colombo sollecitato
a far stare diritto un uovo su un piano, lo schiacciò
in verticale rompendolo, ma ottenendo il risultato voluto)!
Se questo quadro è vero, noi oggi ci troviamo a
lavorare, lewinianamente, con la logica delle forme e ci
scontriamo con un sistema che non è più a
forme ma è frantumato.
La domanda più interessante è: "Questo
è un passaggio critico o una mutazione genetica?"
Cioè questa frantumazione dipende dalla transizione,
dal fatto che siamo a fine secolo, a fine millennio, che
stiamo arrivando alla fine della crisi della modernità
o dipende dal fatto che stiamo passando un varco che muterà
i sistemi di percezione, di comunicazione e di aggregazione?
Se è una fase critica di passaggio, occorre stare
fermi, non muoversi finchè non è passata e
poi riprendere da dove si aveva lasciato. E alcuni lo fanno,
in attesa che il mondo si sistemi. Oppure se si tratta di
una mutazione psicogenetica, che riguarda cioè il
modo di concepire il mondo, e allora dobbiamo vederne i
risvolti operazionali positivi, utilizzabili, perchè
altrimenti di fronte alla frantumazione non c'è che
restare atterriti.
Possiamo riformulare, ritrovare un modo di vivere, di relazionarci,
di gestire ciò che accade a partire dalla scomparsa
delle forme? Cosa significa gestire il sociale attraverso
la scomparsa delle forme? Già ci sono dei segnali.
Per esempio negli ultimi dieci anni si è modificato
il sistema di recupero dei tossicodipendenti passando dalla
risposta della comunità all'utilizzo di una pluralità
di supporti. Accanto alla comunità oggi esiste un
arcipelago di proposte, risposte, servizi che tentano di
risolvere la situazione in maniera plurale. Altro esempio
è il lavoro degli assistenti sociali che sono passati
da un'ortodossia metodologica - privilegiata fino a dieci
anni fa - al sincretismo teorico e metodologico di oggi.
Anche il lavoro coi gruppi è cambiato. La mia stessa
esperienza ne è testimone. Nel 1974/75, quando ho
condotto il primo T-group (esperienza di gruppo in cui i
partecipanti sono concentrati su noi, qui, ora) dopo la
presentazione i partecipanti si esprimevano con il "noi"
dichiarandosi come gruppo forte, coeso, in grado di prendere
decisioni e di agire, mentre in realtà occorreva
approfondire la conoscenza, i rapporti interpersonali, ecc.
Oggi, nelle stesse condizioni di forma e di struttura, ogni
partecipante inizia il suo intervento dicendo "io mi
sento..." e solo il terzo giorno di T-group - e non
sempre - qualche partecipante si percepisce in coppia o
in terna con qualche altro partecipante. Dunque i classici
3 giorni di durata di questo tipo di attività di
formazione non sono sufficienti per arrivare alla coesione
del gruppo e alla percezione di un'entità diversa
dalla somma degli individui. Questo significa che è
in atto una mutazione sociologica, storica, ma anche con
influenze rimarchevoli sulla psiche delle persone intese
come singoli individui: abbiamo difficoltà a vedere
l'insieme. Non vediamo più una foresta, ma vediamo
gli alberi!
I rapporti umani stanno inaridendosi in maniera vistosa.
Il sociale è l'insieme di parti, ma in questa situazione
si verifica una continua e progressiva impossibilità
di fare contratti: sono finite la socialità e la
cooperazione. Ma se si trattasse di una mutazione in cui
la logica essendo consustanziale - ipotesi non contrattualistica
- è che la forma, il contratto, la relazione, devono
semplicemente essere reinventate?
Ci sono delle teorie a sostegno di questa ipotesi.
La logica della mutazione rimanda a una logica di evoluzione
dell'umanità e degli aggregati umani: occorre pensare
non in termini di un male da cui difenderci, ma di un'opportunità
da sfruttare. Possiamo avviarci a logiche di pluriappartenenza
e di legami deboli plurimi: questo ci dà angoscia,
ma ci dà anche libertà. Per anni ci siamo
sentiti rassicurati dal fatto di avere Dio imperatore ,
ma eravamo anche incazzati perchè Dio ci opprime,
cioè l'unità, l'integrazione ci davano sicurezza,
ma ci davano anche sudditanza. Ora abbiamo una diversa opportunità.
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