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20 anni di lavoro - ARIPS 1978 -1998
2° GIORNATA LEWINIANA
LA FORMA IN FRANTUMI
Guido Contessa

Come mai Kurt Lewin, che è così importante perchè ha detto delle cose da cui discendono conseguenze enormi sia per il lavoro sociale sia per la politica, è così poco noto?
La mia conclusione è che Lewin era troppo rivoluzionario e ancora oggi è poco noto perchè è troppo incompatibile col sistema sociale, politico, economico dell'intero occidente.
Io credo che Lewin avesse in sè i valori in senso umano sostenuti da pensatori all'epoca e ancora oggi, più famosi come per esempio Marx e Freud, per citarne due anche loro tedeschi.

Lewin ha studiato i fenomeni che vedeva negli anni 1930/40 e fino al 1947. Io ho studiato Lewin una ventina di anni dopo, intorno agli anni 1965/70 e già allora si diceva: "Lewin ha visto cose che adesso non ci sono più e noi vediamo cose che Lewin non vedeva". Un po' come nel caso di Freud che ha enunciato la sua teoria sull'isteria, diagnosi che oggi non esiste più. Questo perchè il mondo cambia, mutano le influenze fra società e soggetto e quindi cambiano i fenomeni che quest'ultimo esprime.
Insieme ad altri colleghi che come me si occupano di formazione di gruppo (dagli anni '70), mi sono accorto che ci sono fenomeni che Lewin non ha raccontato e che d'altronde non poteva descrivere perchè non esistevano. Oggi ci sono situazioni diverse.

Partirò da una questione radicale che è quella della forma.

Tutto l'impianto lewiniano si fonda sulla psicologia della GESTALT, o comunque sulla psicologia che pensa che gli esseri umani guardino la realtà attraverso insiemi o attraverso forme preesistenti. Il dibattito è attualissimo. Oggi in tutto il mondo occidentale si sta discutendo di una questione politica che sarà definitiva nei prossimi 10 anni, nel Terzo Millennio,e cioè se la società umana sia il risultato di un contratto, cioè un insieme di individui che si mettono d'accordo per stare insieme - logica contrattualistica - oppure se la società umana sia una forma che pre-esiste al contratto fra individui.

La corrente contrattualistica, anglosassone, dice: "La società è un insieme di patti che gli individui fanno fra loro." In pratica ci mettiamo d'accordo sul piano economico, familiare, giuridico e costruiamo degli insiemi, che vanno dalla famiglia alla nazione, alla Comunità Europea, ecc.

L'altra modalità appunto più gestaltistica dice: "Non è che le forme vengono create dalle parti delle forme, cioè dagli individui, ma le forme pre-esistono o coesistono agli individui. Non c'è un prima dell'individuo che poi fa un gruppo, ma c'è un gruppo che è già dentro l'individuo, che ne fa parte consustanziale; anzi, essere individuo significa essere insieme singolarità e pluralità."

Questo dibattito che oggi è a livello di scienze politiche, è il più cruciale, perchè da qui poi discendono una serie di questioni politiche fondamentali.
Secondo Lewin il campo o la forma si può disegnare come la sezione di un uovo - Lewin veniva chiamato "il professore delle uova" perchè disegnava tutto con questa forma. Questo è il soggetto. Ciascuno di noi è, secondo lui, una forma di questo genere, dove i quadrati e gli ovali sono le "regioni" - come le chiamava lui - cioè le porzioni della nostra personalità. Così si presenta la nostra personalità al momento dato, cioè se prendiamo uno di noi adesso e lo dividiamo in due troviamo messi insieme tanti pezzi di diversa quantità, di diversa grandezza, di diversa posizione, che a seconda di come sono assemblati costituiscono la psiche del soggetto, il suo mondo interno. Una specie di caleidoscopio o - io preferisco - una vetrata a mosaico di una cattedrale.

Sempre secondo Lewin, questo schema è utilizzabile anche per leggere sistemi macro per cui, per esempio, un gruppo, o addirittura la nazione tedesca o gli ebrei, cioè gruppi macro, gruppi grandi potrebbero essere descritti in modo simile al soggetto. Sono una sorta di specchio mescolato: le parti sono simili, possono essere collocate in modo diverso, in posizioni diverse, in grandezze diverse, ma fra il soggetto e il sistema, l'individuo della società e l'individuo in gruppo, c'è una sorta di specularità o di proiezione reciproca, per cui si può dire che l'individuo non è altro che la società implosa o il gruppo imploso o, a converso, il gruppo non è altro che l'individuo esploso.

Questa corrispondenza che Lewin notava ha una serie di conseguenze o di cause. I due sistemi sono fortemente integrati: c'è una "curva" che confina tutto l'uovo, che è una bella pellicola, secondo Lewin permeabile e porosa, attraverso la quale si può entrare ed uscire, pur restando essa abbastanza definita.
C'è una corrispondenza fra i campi: il campo individuale, intrapsichico, gruppale, societario, solo che le regioni sono mescolate, scecherate in maniera diversa. La diversità delle regioni è a livello spaziale, cioè ciò che determina la diversità fra i campi è la diversa distribuzione dello spazio. In altre parole ciascuna parte interna si differenzia perchè per esempio è troppo piccola, o è messa vicino ad alcune parti e non ad altre oppure ha una forma circolare, o incrociata, o rettangolare, ecc.
Infine i confini fra le parti nel sistema sono precisi. L'uovo - il disegno - secondo Lewin rappresenta un gruppo o un individuo. Cosa succede però se questo "uovo" è visto in verticale? Si evidenziano alcune ulteriori caratteristiche: intanto la struttura è gerarchizzata, cioè c'è un qualcosa che sta in alto e un qualcosa che sta in basso. Gerarchia vuol dire scala di autorità, compartimentata, molto solida perchè ha una base un po' allargata e un vertice più affusolato. E poi c'è un'area quasi "di scarto" che possiamo chiamare inconscio se il modello è applicato al soggetto, o emarginazione se il modello si applica al sociale.

Lewin vede solo questo perchè siamo negli Anni 40 e il sistema culturale e sociale in cui lavorava è quello americano.
Dagli Anni 40 in poi , in maniera graduale ma sempre più vistosa, si è assistito alla disgregazione della gerarchia che da compatta si è fatta sempre più squinternata: non c'è più un sopra, nè un sotto, e tutto è confuso. La compartimentazione, cioè i segmenti dell'uovo, cominciano ad essere annullati e quindi le cellette non sono più regolari. Ci sono buchi, spazi larghi, vuoti, buchi neri. Succede che ci sono maggiori omologazioni perchè non essendoci la compartimentazione ci sono spazi che invadono altri spazi; in altri casi - fino ad ora erano ben separati - c'è un avvicinamento; prima l'inconscio stava in un angolino, bello chiuso in una specie di cantina con chiave e adesso dilaga, sormonta. Analogamente alla povertà, all'emarginazione sociale, che prima stavano nei ghetti ed ora si trovano al centro della comunità. Quindi la cosa si diffonde, il confine fra povertà e ricchezza non è più tanto chiaro così come il confine fra inconscio ed Io.
I confini interni ed esterni del sistema sono confusi: prima non erano rigidi, ma rispetto ad oggi erano solidi. Oggi è tutto mobile, gelatinoso, melmoso, sia i confini intrapsichici dentro di noi, sia all'esterno nel sociale. Ci sono aree vuote, fratture, vere e proprie lobotomie del soggetto; veri e propri spazi tolti e sostituiti da inserti nuovi.
L'emarginazione in corso si allarga dal basso diramandosi verso l'alto: questo è quello che è successo dagli Anni 40 ad oggi. E' la progressiva visualizzazione di un processo nato molto prima. La storia è sempre fatta ad ondate: c'è l'onda grande che tutti vedono e quando si infrange nessuno nota le ondine che stanno arrivando e che si stanno gonfiando. Nell'800 era già cominciato questo processo di disgregazione dell'unità. Pensiamo a Nietzche che se ne esce con la frase "Dio è morto" o a Freud che sostiene che l'inconscio sia preponderante rispetto alla razionalità. Negli Anni 50 Mitscherlich parla di società senza padre e C. Rush di un Dio debole, di narcisismo e di fragilità.

Se Lewin studiasse oggi le forme probabilmente gli parrebbero molto simili ad una struttura ad arcipelago.
Questo vale per i soggetti a livello intrapsichico e vale per i gruppi, per le società, per gli stati. Questa configurazione informe, frantumata, sta cominciando a prevalere in tutti i campi ed è una forma da costruire. In essa non prevalgono gli spazi delle regioni, ma le sinapsi, cioè i collegamenti fra una regione ed un'altra cambiando i quali cambia l'intero sistema. Prima per cambiare la gestalt (la forma) si doveva cambiare una regione. Adesso per cambiare una forma, o meglio la sua ipotesi, è sufficiente cambiare il collegamento. Il sistema è molto flessibile e articolato. Non è più una forma ad uovo che con una schiacciatina sta in piedi (ndr: si riferisce all'aneddoto secondo cui Cristoforo Colombo sollecitato a far stare diritto un uovo su un piano, lo schiacciò in verticale rompendolo, ma ottenendo il risultato voluto)!

Se questo quadro è vero, noi oggi ci troviamo a lavorare, lewinianamente, con la logica delle forme e ci scontriamo con un sistema che non è più a forme ma è frantumato.
La domanda più interessante è: "Questo è un passaggio critico o una mutazione genetica?" Cioè questa frantumazione dipende dalla transizione, dal fatto che siamo a fine secolo, a fine millennio, che stiamo arrivando alla fine della crisi della modernità o dipende dal fatto che stiamo passando un varco che muterà i sistemi di percezione, di comunicazione e di aggregazione?
Se è una fase critica di passaggio, occorre stare fermi, non muoversi finchè non è passata e poi riprendere da dove si aveva lasciato. E alcuni lo fanno, in attesa che il mondo si sistemi. Oppure se si tratta di una mutazione psicogenetica, che riguarda cioè il modo di concepire il mondo, e allora dobbiamo vederne i risvolti operazionali positivi, utilizzabili, perchè altrimenti di fronte alla frantumazione non c'è che restare atterriti.
Possiamo riformulare, ritrovare un modo di vivere, di relazionarci, di gestire ciò che accade a partire dalla scomparsa delle forme? Cosa significa gestire il sociale attraverso la scomparsa delle forme? Già ci sono dei segnali. Per esempio negli ultimi dieci anni si è modificato il sistema di recupero dei tossicodipendenti passando dalla risposta della comunità all'utilizzo di una pluralità di supporti. Accanto alla comunità oggi esiste un arcipelago di proposte, risposte, servizi che tentano di risolvere la situazione in maniera plurale. Altro esempio è il lavoro degli assistenti sociali che sono passati da un'ortodossia metodologica - privilegiata fino a dieci anni fa - al sincretismo teorico e metodologico di oggi.
Anche il lavoro coi gruppi è cambiato. La mia stessa esperienza ne è testimone. Nel 1974/75, quando ho condotto il primo T-group (esperienza di gruppo in cui i partecipanti sono concentrati su noi, qui, ora) dopo la presentazione i partecipanti si esprimevano con il "noi" dichiarandosi come gruppo forte, coeso, in grado di prendere decisioni e di agire, mentre in realtà occorreva approfondire la conoscenza, i rapporti interpersonali, ecc. Oggi, nelle stesse condizioni di forma e di struttura, ogni partecipante inizia il suo intervento dicendo "io mi sento..." e solo il terzo giorno di T-group - e non sempre - qualche partecipante si percepisce in coppia o in terna con qualche altro partecipante. Dunque i classici 3 giorni di durata di questo tipo di attività di formazione non sono sufficienti per arrivare alla coesione del gruppo e alla percezione di un'entità diversa dalla somma degli individui. Questo significa che è in atto una mutazione sociologica, storica, ma anche con influenze rimarchevoli sulla psiche delle persone intese come singoli individui: abbiamo difficoltà a vedere l'insieme. Non vediamo più una foresta, ma vediamo gli alberi!

I rapporti umani stanno inaridendosi in maniera vistosa. Il sociale è l'insieme di parti, ma in questa situazione si verifica una continua e progressiva impossibilità di fare contratti: sono finite la socialità e la cooperazione. Ma se si trattasse di una mutazione in cui la logica essendo consustanziale - ipotesi non contrattualistica - è che la forma, il contratto, la relazione, devono semplicemente essere reinventate?
Ci sono delle teorie a sostegno di questa ipotesi.
La logica della mutazione rimanda a una logica di evoluzione dell'umanità e degli aggregati umani: occorre pensare non in termini di un male da cui difenderci, ma di un'opportunità da sfruttare. Possiamo avviarci a logiche di pluriappartenenza e di legami deboli plurimi: questo ci dà angoscia, ma ci dà anche libertà. Per anni ci siamo sentiti rassicurati dal fatto di avere Dio imperatore , ma eravamo anche incazzati perchè Dio ci opprime, cioè l'unità, l'integrazione ci davano sicurezza, ma ci davano anche sudditanza. Ora abbiamo una diversa opportunità.