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20 anni di lavoro - ARIPS 1978 -1998
LA QUALITA' DELLE COMUNITA' TERAPEUTICHE: ORGANIZZAZIONE, OPERATORI, METODI
QUASI UNA QUESTIONE MORAE.... O UNA PROVOAZIONE?
Azienda ULSS20 di Verona
Claudio Saccardi
Coordinatore Dipartimento Dipendenze

Nel giro degli ultimi 2 anni, la domanda espressa dai Ser.T nei confronti delle Comunità Terapeutiche si è modificata profondamente.
Alla diminuzione della richiesta di programmi residenziali pedagogico riabilitativi e/o terapeutici (finalizzati alla risoluzione della dipendenza da sostanze in forme più adattate, personalmente e socialmente più accettabili, di dipendenza) corrispondono:
1. una modificazione della tipologia della popolazione dei pazienti dei Ser.T. (polidipendenza; maggior espressività dei problemi psichici);
2. un tendenziale invecchiamento della stessa,
3. nuove sostanze e nuove modalità di sperimentazione ;
4. la promozione degli “investimenti” per la limitazione dei danni individuali e collettivi (sul versante sociale e sanitario);
5. la richiesta di “pronto intervento”;
6. la valorizzazione degli interventi parcellari e specifici, variamente assemblati e coordinati;
7. un tentativo più frequente di gestire la dipendenza cronicizzata;
8. I risultati lusinghieri, ma parziali, degli interventi specifici e consolidati di prevenzione.

Altri elementi che stanno per influenzare profondamente le attività dei Servizi pubblici veneti e veronesi, influenzano l’organizzazione e gli obiettivi dei servizi.
a) l’introduzione di budget ;
b) la dotazione di risorse, secondo i riscontri dei carichi di lavoro delle strutture;
c) la valutazione di qualità dei Sert
d) la prima introduzione di strumenti contrattuali incentivanti, legati alla realizzazione di progetti ed obiettivi
e) il finanziamento regionale delle progettualità orientate dalla 309/90 e dalla progettazione regionale (Progetto Obiettivo in corso di esame);

In tale congiuntura, anche la domanda dei Ser T. cambia e se ne struttura una nuova, che tien conto sia delle realtà organizzative efficaci e consolidate, che delle nuove emergenze e dei bisogni locali maggiormente espressi.
La funzione della programmazione strategica si sposta a livello territoriale e si integra con gli interventi delle altre Aree (Piano di zona).

Si rende così necessario,sia su un piano amministrativo che, e soprattutto sul piano dell’operatività, un percorso parallelo, con il passaggio dalla realtà degli interventi in rete, alla sfida degli interventi di rete.

Si tratta di cercare risposte coordinate ed efficaci in campi specifici ed ancora poco praticati:
1) gli interventi di supporto e a tempo parziale:
• per gli sperimentatori (segnalati, o confrontati durante le attività di promozine e di prevenzione);
• per i familiari e codipendenti;
• per gli “ex “
2) le opportunità a bassa soglia, con finalità di sensibilizzazione o di promozione di opzioni di cura
3) le comunità di vita e la interfaccia con la marginalità (“povertà” e cronicizzazione);
4) gli interventi specifici:
> a sostegno della genitorialità e delle coppie con figli (progetto madre - bambino)
> a sostegno della coppia ;
> a sostegno di persone con patologie multiple e complesse (sia organiche,che psichiatriche,che sociali).
> di accompagnamento (integrativi e/o sostitutivi) durante percorsi carcerari e/o giudiziari (con progetti che prevedano una continuità tra il “dentro” ed il “fuori”).
> di interazione con l'espressione multietnica della dipendenza patologica

Dal 1995, quando gli operatori del Ser T. (ora sdoppiato) di Verona individuavano le seguenti priorità: nelle richieste di nuovi interventi:
54% pronta accoglienza (bassa soglia ed interventi in corso di trattamenti sostitutivi)
10% interventi serali e di fine settimana
10% recupero scolastico
15% formazione e riqualificazione professionale
10% comorbilità
6% bassa soglia stranieri
ad oggi, la prospettiva si è ancora modificata.

Risulta particolarmente significativa e urgente una sperimentazione parallela e corresponsabile di modelli culturali ed operativi in cui la quota assistenziale risulti minima e la quota promozionale massima ( questo anche per i pazienti stranieri o emigranti di ritorno).
Di fronte a queste realtà che si propongono ai singoli gruppi operativi , alcuni da tempo, altri solo recentemente, hanno tentato forme di integrazione operativa incoraggianti (dallo storico dei gruppi di auto-aiuto ,ora rilanciati, ai progetti specifici condivisi (progetti di prevenzione - madre e bambino - Centro di prima accoglienza -gruppi per genitori - interventi per il tabagismo , e molte altre cooptazioni di interventi di largo respiro, necessariamente trasversali ai Servizi pubblici , al privato sociale ed al volontariato).
In altri termini, la sfida attuale risulta quella di approfondire la qualità, la sensibilità e la specificità delle offerte, senza perdere l'elasticità degli interventi, la continuità nella confrontazione, la personalizzazione dei contratti (di qualsiasi genere e livello siano), la capacità di valutazione, il bilancio costi benefìci, la spinta alla ricerca del nuovo ed alla sua integrazione, la capacità di abbandonare ciò che non ha più un significato.
Sintetizzando, mi sembra di individuare la tipologia di alcuni interventi “di nuova generazione” che risultano strumenti di particolare interesse:
- Programmi brevi e focali.
- Programmi integrati con interventi multipli e contemporanei (inserimenti lavorativi - residenza notturna o fine settimana, terapia programmata, e quant’altro possa presentarsi “necessario”).
- Stage e Gruppi post Comunità terapeutica (di autoaiuto,di counselling e pedagogici, psicoterapici);
- Programmi personalizzati “ sine die” e comunità di vita.
- Programmi territoriali di promozione della salute nella comunità locale.
- Progetti preventivi pubblico (multi-agenzie)-privato sociale - volontariato.
Molti progetti non sono citati, sia per motivi di spazio, che per una mia minore dimestichezza.
Essi rappresentano tuttavia nell’insieme la vitalità e la ricchezza del panorama locale.
Una opportunità di conoscenza e confronto si sta realizzando,in effetti, negli incontri in corso, finalizzati alla stesura di una bozza per i piani di Zona.
Resta comunque di grande utilità dover dichiarare le priorità degli interessi e dei bisogni, dato che l'attuale congiuntura, non permettendo sprechi, nè eccessivi particolarismi, spinge a scelte cooptate, con investimenti di risorse umane, professionali ed economiche al migliore livello qualitativo possibile ( sia per gli interventi che per i risultati )
Uno degli interessi dell’incontro di oggi e di avviare un confronto senza cattedre sulla qualità di un lavoro che valorizza continuamente la libertà derivante dalla parzialità e dal limite.