I miei sono i pensieri che ha espresso Enzo. Mi hanno incuriosito.
Ma neanche più di tanto. Mi spiego meglio. Secondo
me Enzo è molto dissacrante. Ma per finta. Non per
davvero. Io ho l'impressione che le scienze sociali non
vadano più di moda. Però c'è ancora
un sacco di gente che quando prosegue gli studi, studia
nell'area delle scienze sociali. Perchè? Perchè
stringi stringi la grossa divisione che si fa fra le persone
è quella che si faceva a scuola fin dale elementari
e dalle
medie. Le persone si dividono in due: quelle che sono portate
per le materie scientifiche - da cui derivano fisica, matematica.
biologia, chimica, ecc. ; e quelle che sono portate per
il ragionamento teorico e dunque per filosofia, lettere,
ecc. e all'interno di questo settore c'erano le scienze
sociali.
Quindi le scienze sociali, che non vanno più di moda
adesso, sono quelle che derivano dal mondo teorico, astratto.
E volendo parlare di scienze sociali, adesso, bisognerebbe
fare delle scienze sociali più tecniche.
Io non riesco più a seguire le persone rispetto ai
percorsi di studio che hanno fatto ed ai titoli acquisiti
che spesso mi risultano incomprensibili. Sono tutti laureati,
ma nelle cose più strampalate. Per esempio, il nostro
fisioterapista è naturalmente laureato e nel mio
modo di pensare è una persona che si adatta a svolgere
una professione inferiore rispetto al suo titolo. Ma sbaglio,
perchè in realtà la sua professione è
talmente cambiata da essere diventata elaborata e d'élite.
Ma questo vale per tutti: anche l'elettricista è
laureato.
Tutti abbiamo a che fare col computer, indipendentemente
dal tipo di lavoro e professione che esercitiamo. Nessuno
può fare a meno del computer, anche solo per essere
a posto nei confronti dello Stato. Per poter pagare le tasse,
per esempio. Quindi non è possibile. Non sono previste
persone che non abbiano rapporti col computer. Questo è
un aspetto. L'altra cosa che volevo dire è che noi
dimentichiamo che nel corso della storia c'è stata
un'alternanza : ci sono stati momenti di
pensiero romantico, basato sul sentimento, sul sentire;
e momenti di pensiero razionale. Ed è la stessa cosa
a cui mi riferivo parlando dei ragazzi che già nei
primi anni della scuola evidenziavano le loro inclinazioni.
Un genitore che ha un figlio di dieci anni sa già
benissimo se farà ingegneria o se diventerà
un professore di filosofia: ha già capito l'orientamento
di una persona, se è verso le materie scientifiche,
tecniche, matematiche o verso le materie umanistiche, il
ragionamento, il
colloquiare con le persone, l'essere empatici.
Quindi questa divisione c'è sempre stata nei secoli
con un'alternanza: periodi razionalisti, periodi empatici.
La viviamo anche adesso. Prima abbiamo avuto un periodo
empatico, mentre adesso siamo in un periodo più razionalistico.
Ora è meglio essere laureati in ingegneria che in
scienze sociali. Banalmente per trovare lavoro. Anche se
erano già molti anni che gli ingegneri trovavano
lavoro più facilmente che non gli esperti in scienze
sociali. Questo vale anche per la mia generazione ed i miei
coetanei.
I miei compagni di scuola che sono diventati ingegneri o
medici hanno guadagnato di più di quelli come me
che hanno esercitato professioni più empatiche, più
sociali. Non è più di moda. Non va più.
Adesso c'è la prevalenza di materie scientifiche.
Aggiungo che però tutti ormai le devono saper trattare
perchè ora nessuno può fare a meno del computer.
Che tu sia "empatico" o "razionalista"
è uguale. Sei un ingegnere, sei uno psicoanalista
- se ancora esistono queste professioni - tutt'e due lavorano
col computer o "anche" col computer.
Guido - il computer è la nuova penna!
Si, tutti c'hanno a che fare, Non puoi prescindere.
Enzo - chi ha a che fare col computer è
nobile, ha a che fare con una nuova nobiltà. C'è
chi ha a che fare di più col computer e chi di
meno. La nobiltà per cui quello che è il
capo dell'informatica di una grande banca, è un
"duca"; mentre invece la donna di servizio non
è neanche un "vice-conte": c'è
una gerarchia.
Non puoi dire "è sempre stato così"
perchè se lo dici significa che ti va bene che
vada avanti così.
partecipante - anche chi fa materie tecniche
potrebbe imparare un po' di scienze umane. Non gli farebbe
male. Un medico, un fisioterapista - per esempio - che
si occupano del corpo di una persona.
Certo, è inevitabile. Sarebbe meglio che tutti
fossimo un po' bravi sia su un versante che sull'altro.
Quello che volevo ricordare è che nella storia
da sempre c'è un'alternanza di peridi più
razionalisti seguiti da periodi romantici, emotivi, empatici.
Guido - nel Medioevo c'erano le scienze
del trivio e del quadrivio, dove le 7 discipline mescolavano
lettere, grecismo, e matematica, logica, ecc.
Margherita - come trovi l situazione
nella concretezza delle facoltà universitarie?
Trovo che nelle scienze sociali in questo momento c'è
estrema attenzione teorica ai bambini, mentre invece venti
anni fa era più agli adulti che perseguivano la
sicurezza, la felicità, lo sviluppo del bambino.
Sempre la parole chiave sono che tutti devono essere contenti.
in sostanza una volta si era più attenti al benessere
degli adulti. Adesso si è più attenti al
benessere dei bambini.
Probabilmente perchè ci sono meno bambini e quindi
sono "merce" preziosa, molto più rara.
Ci sono molti più vecchi, che sono - siamo - molto
più ricchi di una volta. Probabilmente mio figlio
guadagna di meno di quello che guadagnavo io alla sua
età. Ed è un medico!
Questo avere al centro i bambini come capitale scarso
produce molte rotture pericolose. Perchè la centratura
sui bambini è falsa. Ho lavorato molto con le assistenti
sociali. Uno dei loro maggiori problemi riguarda le confessioni
dei bambini. Molte volte i bambini dicono la verità:
che cosa gli hanno fatto, che sono stati non dico stuprati,
ma che hanno avuto delle attenzioni particolari. Altre
volte i bambini dicono dele cose che non sono vere. Lo
sappiamo tutti. E fare una società centrata sui
bambini in quanto capitale scarso è molto deleterio.
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