Non sono sicuro di avere capito bene, ma mi sembra che il
dibattito sia basato su un equivoco.
Una posizione afferma che nel sociale è inutile una
modellizzazione perchè la complessità è
fatta di fenomeni emergenti e dunque irregolari e imprevedibili.
L'altra posizione afferma che, malgrado la complessità,
occorre continuare la ricerca sulla modellizzazione che,
se non garantisce la totale previdibilità, ne può
ottenere efficaci approssimazioni. Tutta la storia della
scienza ha funzionato per modelli e approssimazioni.
Mi sembra che entrabe le posizioni siano compatibili. E'
vero che non possiamo sapere come finirà un t-group,
ma i modelli sui gruppi e i loro processi, hanno dato un
grande aiuto alla comprensione e alla gestione di un t-group.
E' vero che non possiamo sapere quando moriremo, ma non
per questo definiamo inutili i modelli bio-corporei. Il
principio di indeterminazione, la teoria dei quanti, i teoremi
di incompletezza di Godel, la logica fuzzy hanno dimostrato
la scarsa previsionalità dei modelli fisico-matematici,
ma questo non ha reso superfluo il modello atomico di Bohr
nè tutti i modelli sub-atomici seguenti.
Le intersezioni e le contaminazioni fra scienze umane e
sociali e scienze "dure" sono infinite, nei due
sensi.
K.Lewin, I.Matte Blanco, E.Spaltro si sono sforzati di
applicare modelli geometrico-matematici che hanno rafforzato
la visione del mondo della psicologia. Se ora questa ricerca
è rallentata è perchè gli operatori
sociali sono troppo occupati a sbarcare il lunario, per
dedicarsi alla ricerca gratuita. Benedetto sia chi invece
continua a farlo.
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