Un fisico non può determinare con esattezza dove
si trova l'elettrone e contemporaneamente sapere in che
direzione si muove. Se nvece stabilisce in che direzione
vola l'elettrone, non può sapere dove si trova..Possiamo
dunque avere una delle due informazioni, con assoluta ceretezza,
ma mai tuttee due contemporaneamente.
Ciò significa che chi tenta di studiare l'elettrone
lo influenza anche. Se uno scienziato riesce a stabilire
l'esatta posizione di un elettrone, ciò significa
che quell'elettrone può spostarsi in qualsiasi direzione.
Se invece determina la direzione precisa del suo moto, ciò
comporta che l'elettrone può trovarsi in qualsiasi
punto dell'universo.
Buona parte degli studi di fisica quantistica si svolsero
negli anni venti in Germania: per questo motivo molte delle
leggi di questa scienza hanno preso nome dai propri scopritori
tedeschi. La legge che ci dice che non possiamo sapere con
sicurezza al tempo stesso dove si trova un elettrone e in
che direzione di muove si chiama "principio di indeterminazione"
di Werner Heisenberg (1927).
Molti scienziati cominciaronon a interrogarsi sull'esistenza
di altri "mattoncini", ancora più piccoli
che avrebbero dovuto comporre le particelle elementari tradizionali.
Nel 1964 il fisico americano Murray Gell-Mann affermò
di aver trovato "i mattoncinin dei mattoncini" delle
particelle davvero elementari che chiamo quark, e disse che
erano sufficienti sei quark per costituire la maggioranza
delle partiucelle comosciute dagli scienziati a quel tempo.
La sua teoria si basava su calcoli matematici, ma oggi gli
esperimenti hanno confermato l'esistenza dei quark. Probabilmente
tutte le particelle elementari dell'universo sono composte
da 12 mattoncini: 6 sono quark, e sei sono una specie di particelle
particolarmente leggere. Una di queste particelle leggere
è l'elettrone. E tuttavia non tutti i fisici sono soddisfatti:
alcuni di loro si chiedono se i quark e le particelle leggere
non siano in realtà costituiti da pezzi ancora più
piccoli, mattoncini unici, alla base di tutto l'universo.
Può succedere anche al lavoro: quando sappiamo di essere
controllati lavoriamo con maggiore zelo. Questo è esattamente
quanto emerso da un esperimento di psicologia sociale che
aveva come obiettivo lo studio dei fattori che possono aumentare
la produttività lavorativa. Lesperimento, ormai
un classico della psicologia sociale, ebbe luogo negli anni
20 presso gli stabilimenti della Western Electric di
Hawthorne, a Chicago. Gli psicologi dopo aver analizzato diverse
variabili fisiche, come ad esempio la luminosità dellambiente
di lavoro, si resero conto della presenza di unimportante
variabile psicologica: la consapevolezza. I lavoratori infatti,
aumentavano la loro produttività a causa della semplice
sensazione di essere studiati.
Osservare significa modificare. Tradurre significa tradire.
La luce si comporta a volte come unonda e a volte
come una particella.
John von Neumann, celebre matematico, fu chiamato ad interpretare
i risultati sconcertanti dellesperimento e giunse
alla conclusione che lunica spiegazione possibile
fosse la presenza di una variabile nascosta. Secondo il
lavoro di Thomas J. McFarlane, Quantum Physics, Depth Psychology
and Behond, von Neumann giunse alla fine alla conclusione
che quel fattore x fosse la coscienza umana! In pratica
, il motivo per cui il fotone o lelettrone interferiva
con se stesso era che la nostra coscienza di esseri umani
provocava il collasso della funzione donda, e ciò
produceva la differenza tra la percezione della particella
e dellonda. Se partiamo dal presupposto che gli esseri
umani sono composti di fotoni, latto stesso di osservare
provoca il collasso della funzione donda e cambia
la struttura concreta della composizione del corpo. Quindi
fondamentalmente il nostro universo è un artefatto.
In sostanza la coscienza è il fattore x che viene
trascurato in tutti quanti gli esperimenti, ma che spiega
la maggior parte degli effetti osservabili in fisica quantistica.
Londa probabilistica è basata sul nostro modello
di coscienza. Ciò significa che se espandiamo il
modello della nostra realtà personale, i risultati
cambiano e in modo esponenziale.
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