La
retorica infantil-giovanile (Guido Contessa) Torna
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Fino agli anni Ottanta, il modello di ogni giovane, è
stata l'adultità. Essere chiamati "giovanotto"
o "giovincello" era un insulto. I giovani sognavano
di diventare adulti per essere autonomi, liberi dai lacciuoli
familiari, responsabili delle proprie scelte. I giovani
non vedevano l'ora di sentirsi il capitano della propria
vita.
Da allora è stata una ripida discesa verso il modello
infantil-giovanile. Per essere chiamato "adulto, uomo,
donna" bisogna avere superato i 40 anni, ma non è
detto. In tv si è ragazzi ad ogni età. Non
ci sono più anziani o vecchi, solo persone "più
grandi". A 20 anni inizia il calvario della chirurgìa
estetica che continua fino ai 70 anni perchè tutti
sognano di restare giovani, dipendenti, irresponsabili e
sottomessi ai lacciuoli dell'imperativo infantil-giovanile.
Oggi, tutti sono felici di pensare e dire che la loro vita
è "colpa di qualcun altro".
Questo passaggio è attribuito da molti sociologi
all'imperativo consumistico. Gli adulti e i vecchi risparmiano;
i giovani consumano.
Per agevolare questa transizione, più o meno negli
anni Ottanta è iniziata una martellante campagna
mediatica tesa a idealizzare i bambini, gli adolescenti
e i giovani.
I bambini sono angeli, purissimi spiriti, innocenti, ingenui,
santi per natura, e al centro della vita familiare. Gli
adolescenti sono irresponsabili vittime degli ormoni, buoni
a prescindere, curiosi e generosi, detentori del diritto
ad ogni libertà e bisognosi di ogni supporto e di
attento ascolto. I giovani sono il nostro futuro, la speranza
di riscatto, la risorsa energetica della società,
i soggetti che hanno insieme diritto all'autonomia e al
mantenimento sine die.
Questa ideologia infantil-giovanile si è gradualmente
ingigantita, grazie al bombardamento continuo di tutti i
mass-media e malgrado le prove quotidiane del contrario.
Si sente dire di continuo che già dalle elementari
"i bambini sono cattivi" ed emarginano il compagno
diverso, disabile, malvestito o senza genitori tradizionali.
Che gli adolescenti sguazzano nel bullismo, si pestano sui
campi sportivi, si ubriacano fino al coma, si aggregano
in babygang. Che i giovani si isolano davanti ai pc o ai
cellulari; si sprangano negli stadi; finanziano la mafia
acquistando ogni tipo di droga; fanno gli haters sui Social;
sfidano la morte in attività o sport pericolosi.
I bambini non solo solo angeli; gli adolescenti non sono
solo bisognosi di ascolto (specie quando esigono i soldi
per comprarsi alcol o droga); i giovani non sono solo il
nostro futuro.
Il fatto è che l'ideologia consumista ha rimosso
la suggestione freudiana del bambino come "perverso
polimorfo". Secondo Freud, durante i primi anni di
vita, ragazze e ragazzi ricevono gratificazione sessuale
da fonti molto diverse. E la cercano verso qualsiasi oggetto
che possa offrire piacere. Nel corso del tempo non diventano
"angeli" ma soggetti alla continua ricerca di
un equilibrio fra eros e tanatos (amore e morte, generazione
e distruzione)
La teoria psicoanalitica è basata su cinque fasi
dello sviluppo psicosessuale. In ciascuna di queste fasi
l'energia sessuale è focalizzata su una diversa zona
erogena: la bocca, l'ano o i genitali. Se la gratificazione
dei bisogni è insufficiente o eccessiva durante
una di queste fasi, c'è il rischio di "fissazione"
psicologica.
La fissazione nella fase orale, causerebbe la comparsa
di tratti psicologici come immaturità, passività
e manipolabilità.
La fissazione nella fase anale, può condurre
a tratti e comportamenti del tipo ossessivo (se l'enfasi
dei genitori sulla pulizia è eccessiva) o una tendenza
alla mancanza di organizzazione, autoindulgenza e ribellione
(nel caso opposto).
Il carattere anale gratificato svilupperà una personalità
estremamente disordinata, crudele, e distruttiva, con
tendenza alla manipolazione. Il carattere anale non
gratificato diventerà un adulto molto attento
ai dettagli, parsimonioso e avaro con il denaro per un estremo
senso del possesso, molto organizzato e nello stesso tempo
anche ossessionato per l'ordine e l'igiene, estremamente
testardo e ostinato.
La fissazione nella fase fallica produce personalità
risolute, autonome, orgogliose ed egoiste.
La fissazione nella fase di latenza siano meno comuni
rispetto ad altre fasi. Quando accadono tendono ad essere
collegati ad un'intensa frustrazione sessuale e / o con
l'incapacità di focalizzare il piacere su attività
considerate accettabili dal contesto sociale dell'individuo.
Freud riteneva che dopo la pubertà (dagli 10/11-18
anni per le femmine, dai 12/13-21 anni per i maschi) le
persone raggiungessero lo stadio finale dello sviluppo psicosessuale:
la fase genitale, nella quale resteremo per tutta
la vita adulta.
A guardare il quadro dell'ideologia infantil-giovanile
da questo punto di vista sembra spiegabile la diffusione
di molti comportamenti disfunzionali attuali. La dilatazione
delle fasi infantile, adolescenziale e giovanile prolunga
la sosta nelle diverse fasi e molti approcci educativi favoriscono
le fissazioni invece che uno sviluppo armonico. La meta
che Freud considerava raggiungibile intono alla maggiore
età, la fine della pubertà, oggi si presenta
verso i 30-35 anni, ed in molti casi più tardi.
Sembrano sempre più diffusi i comportamenti derivanti
dalle fissazioni orali e anali, mentre sembrano descrescere
quelli derivanti dalle tradizionali fasi avanzate. Gratificazioni
insufficienti o eccessive nelle fasi orale e anale ritardano
l'entrata nella fase fallica o di latenza e pospongono di
anni l'entrata nella fase genitale.
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