Esistono in commercio diversi programmi informatici di
camouflage. Servono a nascondere un testo dentro un'immagine.
Chi non ha il programma per la decrittazione vede solo un'immagine
qualsiasi, chi ce l'ha, e sa che esiste un testo nascosto,
può leggere il testo "camuffato". Il valore
più rilevante del camouflage è che chi guarda
vede solo immagini, e non cassaforti o files criptati, quindi
non è spinto a cercare un testo segreto. L'immagine
camuffa il testo senza che qualcuna intuisca la sua esistenza.
L'operazione è più complessa, ma simile a
quella su cui si basano l'illusionismo e i giochi di prestigio.
Gli illusionisti ed i prestigiatori attraggono l'attenzione
su cose insignificanti, per nascondere i trucchi che fanno.
Tuttavia il pubblico sa che si tratta di trucchi e quindi
si sforza di smascherare il gioco. Non ci riesce quasi mai,
ma non arriva a pensare che l'illusionista ed il prestigiatori
siano autentici maghi. Nel caso del camouflage, il trucco
è al quadrato: non solo inganna chi guarda, ma riesce
a nascondere anche l'esistenza dell'inganno.
Gli esseri umani, nelle loro inconsapevoli strategie comunicative,
sono più abili dei maghi e degli illusionisti. Ricorrono
costantemente al camouflage verbale, inviando messaggi percepibili
e messaggi nascosti, riuscendo ad apparire perfettamente
sinceri. Gli individui sono organismi ingannatori talmente
abili da riuscire ad ingannare anche se stessi. Stiamo parlando
di qualcosa di simile ma anche diverso dalla meta-comunicazione
watzlawikiana.
Disoccultare il camouflage comunicativo è una delle
attività centrali di un T-Group. Nei T-group esiste
l'opportunità di analizzare questi giochi d'inganno,
ed a volte di smascherarli. Lo scopo del ricorso al camouflage
comunicativo è quello difensivo. Il soggetto si difende
da qualcosa o difende qualcosa ricorrendo all'illusionismo.
Il lavoro principale di un T-Group consiste nell disoccultamento
e nell'interpretazione di queste difese.
Questo discorso può essere chiarito con un esempio.
E' frequente, nelle prime unità di un T-group, la
dichiarazione di uno o più partecipanti di avere
difficoltà ad esprimersi a causa di una "paura
del giudizio o del rifiuto". Questa affermazione
ha lo scopo immediato di presentare il dichiarante come
una debole vittima, di metterlo in una posizione di inferiorità,
di giustificare una scarsa espressività con una causa
apparentemente ragionevole.
Questa cartolina contiene tuttavia diversi messaggi segreti
da decrittare. E tutti molto aggressivi. Il primo messaggio
nascosto è: "Ho paura di Voi", quindi dovete
sentirvi un po' in colpa. Se non mi esprimo è perchè
Voi mi causate paura. Il secondo messaggio è: "Voi
non fate altro che giudicare", quindi siete potenti,
autoritari e punitivi. Il terzo messaggio segreto è
"Voi siete ostili e non saprete capirmi nè vorrete
accettarmi". In sintesi, tutti i messaggi nascosti
si possono riassumere in uno solo: non mi esprimo perchè
siete "cattivi". Lo scopo del messaggio segreto
camuffato nel messaggio esplicito e quello di colpevolizzare
e aggredire il gruppo, senza il rischio di reazioni; presentarlo
come persecutore senza la possibilità di replica.
La paura del giudizio e del rifiuto è un aggressivo
pregiudizio di malvagità. Si tratta di un meccanismo
offensivo preventivo camuffato da difesa. Perchè
il soggetto non pensa o dice: "Mi esprimo liberamente
perchè sono certo che non mi giudicherete, e mi accetterete
come sono, perchè il mio pregiudizio è benevolo
e penso che voi siate buoni" ? L'analisi di queste
comunicazioni camuffate in genere rivela che il pregiudizio
di malvagità proviene dall'esperienza. I soggetti
attribuiscono questo attacco aggressivo preventivo come
un apprendimento dalla realtà della vita. Ma anche
questa difesa è insostenibile perchè i soggetti
con una vita "normale" non sono sempre sottoposti
alla malvagità della vita, ma sono in egual misura
oggetto di gesti di comprensione e accettazione.
Un altro esempio può essere illuminante. In genere
verso la metà di un T-Group qualcuno osserva che
è preferibile evitare reazioni im-mediate, comunicazioni
non filtrate e non camuffate per il forte rischio di "un
bagno di sangue", una "esplosione di aggressità
incontrollabile", una frantumazione del gruppo. Anche
qui viene camuffato un pregiudizio di malvagità.
Siamo tutti talmente cattivi che se fossimo autentici sarebbe
un disastro. Come mai il parlante non pensa, al contrario,
che l'autenticità possa portare all'accettazione,
alla fraternità, alla coesione? Anche qui emerge
un'allucinata lezione della vita, che viene descritta come
un luogo di continua macellazione interpersonale.
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