Tutto il XX secolo si è concentrato
nell'applicazione dell'illuminismo e dello scientismo al
sociale. L'idea che la ragione e la scienza potessero essere
applicate ai problemi della convivenza sociale ha percorso
l'intero secolo , culminando nelle socialdemocrazie e nell'idea
di Welfare state. Nei secoli precedenti la scienza era applicata
eslclusivamente ai fenomeni fisici ed il governo si interessava
solo delle condizioni materiali del popolo.
Il XX secolo ha prodotto un corpo solido,
esteso e spesso anche efficace di teorie e di pratiche,
applicate al sociale. Psicologia, sociologia, pedagogia
(le scienza sociali) hanno reso la vita e la convivenza
umana progressivamente migliore. Un secolo di scienze sociali
ha registrato teorie e confutazioni, dibattiti e conflitti
ideologici, esperienze e successi come insuccessi, arrivando
ad un insieme di teorie piuttosto accreditate.
In una contesto illuminista esiste una sorta
di "libero mercato" delle teorie, in cui ciascuna
di esse viene accettata se e fino a quando supera le confutazioni.
Quando una teoria viene confutata dalla realtà o
da un'altra teoria, viene soppressa e sostituita. In un
contesto oscurantista, antiilluminista, prescientifico,
le teorie scientifiche vengono confrontate non coi fatti
o con altre teorie, ma con sistemi di fede, o di potere
o di interesse. Galileo fu perseguitato perchè alla
sua scienza si opponeva la fede cristiana. Nell'Ottoccento
le teorie sull'uguaglianza delle razze erano confutate perchè
la schiavitù reggeva metà del mondo. Oggi
l'olocausto viene negato, non mediante prove, ma per meri
interessi politici.
Fra le teorie che il Novecento ha consolidato
possiamo ricordarne alcune: l'inconscio di Freud, con tutta
la ricca eredità delle diverse scuole psicoanalitiche;
la pedagogia attiva da Dewey a Montessori; la psicosociologia
lewiniana, con le sue applicazioni al lavoro ed alla formazione;
la sociologia critica di Francoforte. Oltre a questi filoni
teorici famosi ci sono altre centinaia di teorie meno famose
ma non meno fondate: da quelle antiistizionali a quelle
sulla follìa (la cui traduzione finale è stata
la riforma Basaglia); da quelle sulla organizzazione del
lavoro a quelle sulla creatività.
Il fenomeno cui assistiamo oggi è la
quasi totale scomparsa di queste teorie, non solo dalla
scenario culturale ma soprattutto dalle pratiche professionali.
Tutto ciò che oggi viene fatto nelle pratiche sociali
sembra essere "a prescindere" o addirittura contro
il corpus scientifico accumulato nel secolo precedente.
Il che avviene senza che sia avvenuta alcuna confutazione
scientifica formale. Nessuno può citare un autore
accreditato che abbia falsificato la teoria dell'inconscio.
Non esiste un autore che abbia demolito la teoria lewiniana
sul gruppo o la teoria motivazionale di Maslow.
Il XXI secolo non è iniziato come lo
sviluppo illuminista del secolo precedente, ma come una
reazione oscurantista. Alle scienze del XX secolo sono state
sostituite le esigenze degli interessi e del potere. Oggi
una teoria non viene esaminata nella sua validità
rispetto ai fatti ma per la sua congruenza con l'economia
e gli interessi dei ceti dominanti.
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