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Le tavolate come frattale della società (Guido Contessa)
Aiuto! Sono in arrivo le tavolate di Natale


Un frattale è un oggetto che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all'originale. Qui proponiamo che una tavolata (a cena o pranzo) sia una parte della società con le sue stesse dinamiche e caratteristiche. La società oggi è una aggregazione sociale e culturale fondata sull'omologazione, quindi sulla spersonalizzazione, sulla negazione della diversità e degli intevitabili conflitti che questa comporta. Dobbiamo essere tutti uguali ed anonimi, asettici ed anestetizzati. La personalizzazione implica il riconoscimento della diversità di ognuno, e questa diversità spinge a confronti e conflitti inevitabili.
La omologazione è portata avanti con sistemi censori, dialoghi stereotipati, rituali e relazioni di superficie. Il che è visibile sia nelle tavolate sia su scala macrosociale. Dove la negazione delle persone, dei soggetti, degli individui è praticamente la regola.

Tavolate fra amici/amiche
Intorno ai 30 anni i discorsi impegnativi sono fortemente scoraggiati, non si discute su niente ma si chiacchiera di sesso, alcol, sport o moda.
Intorno ai 50 anni di parla delle famiglie, del tempo e dei viaggi. perlopiù mentendo o omettendo.
Intorno ai 70 anno nelle tavolate dominano le 3M: morti, malattie, memoria.

Tavolate fra ex qualcosa

Gli ex-allievi, gli ex-commilitoni, gli ex qualunque cosa parlano solo del passato. I riferimenti alle vite attuali mobilitano dinamiche di invidia o commiserazione sui destini dispiegati dal passato ad oggi, e potrebbero evidenziare le diversità: proibito approfondire.

Tavolate fra colleghi
(con o senza i capi)
Con i capi diventano tavolate di lavoro (v.sotto) e senza capi i temi consentiti sono due: le maldicenze verso i capi e i colleghi assenti, i pettegolezzi aziendali. Niente di personale.

Tavolate di lavoro
Queste tavolate assomigliano molto ai pranzi diplomatici. La regola è la finzione e la seduzione. Il fine è raggiungere un obiettivo, non collettivo ma individuale. Le persone non sono persone, ma maschere.

Tavolate festive (famiglie allargate con aggregati casuali)
Sono il paradigma di tutte le tavolate: contengono infatti tutti i difetti delle altre configurazioni.
Fondamentali le proibizioni: non si piò fumare, usare il turpiloquio, parlare di sesso, politica, religione e sport a meno di essere certi di avere tutti la stessa opinione. I bambini si sfogano facendo il massimo casino possibile, e monopolizzando l'attenzione: un fantastico modo di evitare le relazioni fra adulti. Proprio come succede nella società dove i giovani ne fanno di tutti i colori, e gli adulti trovano in loro un argomento in comune.
C'è sempre un leader, come nella società, cui spetta il compito di dirottare le interazioni in zone legittime. Il tema centrale è la rimembranza, che ovviamente esclude i parenti lontani e gli ospiti che non hanno ricordi in comune. Oltre al leader, c'è sempre la maestrina (donna o uomo) che insegna a tutti come fare tutto, e come vivere.
Il tema secondario è il pettegolezzo, come accade per la società. La tabaccaia ha ereditato 6 milioni di euro. No, sono 60 milioni. Ma è incinta o ingrassata? E' incinta del vecchio strozzino del paese/quartiere; ma no, ha un fidanzato. Il vecchio era l'amante della madre. La zia Adelina dice la sua, con la stessa acutezza degli opinionisti elevisivi.
Se qualcuno (raramente) ti chiede come va, non è perchè vuole sapere qualcosa di te, è solo per sentire un educato "bene, grazie". Come capita sulle scale del condominio.
Se ci sono anziani parte l'ennesima replica del "quando ero in trincea....", o si avvìa un articolato dibattito su morti e malattie, cui partecipano quasi tutti gli adulti. Nessuno si aspetta, come nella società, di essere trattato come individuo, con rispetto e interesse. Se non parli per ore, nessuno se ne accorge o ti interpella. Se uno parla per ore, nessuno lo interrompe: sarebbe troppo conflittuale. Quelli che possono, di solito i giovani, appena c'è un minuto di silenzio accampano impegni inderogabili e spariscono. Proprio come nella società, dove chi può emigra. Chi non può evadere, si attacca al telefono o a qualche video-game, come nella società, dove computer e Ipad hanno preso il sopravvento sulla vita. Qualcuno ha esagerato con l'alcol e si appisola: ottima scusa, come in società, per evitare le relazioni. Nei casi migliori si ringrazia la cuoca, ma con parsimonia. Fantastica mangiata: ci vediamo l'anno prossimo.

Rappresentazione non azione
Può sembrare strano che l'omologazione, la negazione del soggetto, il panico da conflitto, la censura siano tanto diffusi nelle tavolate, mentre sembrano quasi assenti nei mass media (stampa, tv, internet e films). Può sembrare strano ma non lo è. La società post-moderna è fondata sulla rappresentazione, invece che sull'azione. I mass media sono pieni di sesso perchè guardandone molto, evitiamo di farlo.
La tv è piena di conflitti verbali, guardando i quali siamo esonerati dall'affrontarli nella vita reale. E' inondata di sport, che preferiamo guardare invece che praticare. Gustiamo films colmi di famiglie e coppie che si confrontano, così ci sentiamo esentati dal farlo nella vita. Lo star e lo sport system sono una macchina produttrici di eroi, superuomini, miti nei quali ci identifichiamo, riuscendo così a sopportare una routine di anonimato e insignificanza. I Social media hanno portato la rappresentazione ad essere causa dell'azione, quando per secoli è avvenuto il contrario. Facciamo cose solo allo scopo di rappresentarle, e pensiamo che finisca lì, anche se spesso le cose si complicano.
La "tavolata" rappresentata sui mass-media non solo è diversa dalle tavolate reali: ne ha preso il posto. E ai singoli cittadini restano l'omologazione, la negazione, la censura, supportate da vuoti rituali.