Un frattale è un oggetto che si ripete nella sua
forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo
una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all'originale.
Qui proponiamo che una tavolata (a cena o pranzo) sia una
parte della società con le sue stesse dinamiche e
caratteristiche. La società oggi è una aggregazione
sociale e culturale fondata sull'omologazione, quindi sulla
spersonalizzazione, sulla negazione della diversità
e degli intevitabili conflitti che questa comporta. Dobbiamo
essere tutti uguali ed anonimi, asettici ed anestetizzati.
La personalizzazione implica il riconoscimento della diversità
di ognuno, e questa diversità spinge a confronti
e conflitti inevitabili.
La omologazione è portata avanti con sistemi censori,
dialoghi stereotipati, rituali e relazioni di superficie.
Il che è visibile sia nelle tavolate sia su scala
macrosociale. Dove la negazione delle persone, dei soggetti,
degli individui è praticamente la regola.
Tavolate fra amici/amiche
Intorno ai 30 anni i discorsi impegnativi sono fortemente
scoraggiati, non si discute su niente ma si chiacchiera
di sesso, alcol, sport o moda.
Intorno ai 50 anni di parla delle famiglie, del tempo e
dei viaggi. perlopiù mentendo o omettendo.
Intorno ai 70 anno nelle tavolate dominano le 3M: morti,
malattie, memoria.
Tavolate fra ex qualcosa
Gli ex-allievi, gli ex-commilitoni, gli ex qualunque cosa
parlano solo del passato. I riferimenti alle vite attuali
mobilitano dinamiche di invidia o commiserazione sui destini
dispiegati dal passato ad oggi, e potrebbero evidenziare
le diversità: proibito approfondire.
Tavolate fra colleghi (con o senza i capi)
Con i capi diventano tavolate di lavoro (v.sotto) e senza
capi i temi consentiti sono due: le maldicenze verso i capi
e i colleghi assenti, i pettegolezzi aziendali. Niente di
personale.
Tavolate di lavoro
Queste tavolate assomigliano molto ai pranzi diplomatici.
La regola è la finzione e la seduzione. Il fine è
raggiungere un obiettivo, non collettivo ma individuale.
Le persone non sono persone, ma maschere.
Tavolate festive (famiglie allargate con aggregati
casuali)
Sono il paradigma di tutte le tavolate: contengono infatti
tutti i difetti delle altre configurazioni.
Fondamentali le proibizioni: non si piò fumare, usare
il turpiloquio, parlare di sesso, politica, religione e
sport a meno di essere certi di avere tutti la stessa opinione.
I bambini si sfogano facendo il massimo casino possibile,
e monopolizzando l'attenzione: un fantastico modo di evitare
le relazioni fra adulti. Proprio come succede nella società
dove i giovani ne fanno di tutti i colori, e gli adulti
trovano in loro un argomento in comune.
C'è sempre un leader, come nella società,
cui spetta il compito di dirottare le interazioni in zone
legittime. Il tema centrale è la rimembranza, che
ovviamente esclude i parenti lontani e gli ospiti che non
hanno ricordi in comune. Oltre al leader, c'è sempre
la maestrina (donna o uomo) che insegna a tutti come fare
tutto, e come vivere.
Il tema secondario è il pettegolezzo, come accade
per la società. La tabaccaia ha ereditato 6 milioni
di euro. No, sono 60 milioni. Ma è incinta o ingrassata?
E' incinta del vecchio strozzino del paese/quartiere; ma
no, ha un fidanzato. Il vecchio era l'amante della madre.
La zia Adelina dice la sua, con la stessa acutezza degli
opinionisti elevisivi.
Se qualcuno (raramente) ti chiede come va, non è
perchè vuole sapere qualcosa di te, è solo
per sentire un educato "bene, grazie". Come capita
sulle scale del condominio.
Se ci sono anziani parte l'ennesima replica del "quando
ero in trincea....", o si avvìa un articolato
dibattito su morti e malattie, cui partecipano quasi tutti
gli adulti. Nessuno si aspetta, come nella società,
di essere trattato come individuo, con rispetto e interesse.
Se non parli per ore, nessuno se ne accorge o ti interpella.
Se uno parla per ore, nessuno lo interrompe: sarebbe troppo
conflittuale. Quelli che possono, di solito i giovani, appena
c'è un minuto di silenzio accampano impegni inderogabili
e spariscono. Proprio come nella società, dove chi
può emigra. Chi non può evadere, si attacca
al telefono o a qualche video-game, come nella società,
dove computer e Ipad hanno preso il sopravvento sulla vita.
Qualcuno ha esagerato con l'alcol e si appisola: ottima
scusa, come in società, per evitare le relazioni.
Nei casi migliori si ringrazia la cuoca, ma con parsimonia.
Fantastica mangiata: ci vediamo l'anno prossimo.
Rappresentazione non azione
Può sembrare strano che l'omologazione, la negazione
del soggetto, il panico da conflitto, la censura siano tanto
diffusi nelle tavolate, mentre sembrano quasi assenti nei
mass media (stampa, tv, internet e films). Può sembrare
strano ma non lo è. La società post-moderna
è fondata sulla rappresentazione, invece che sull'azione.
I mass media sono pieni di sesso perchè guardandone
molto, evitiamo di farlo.
La tv è piena di conflitti verbali, guardando i quali
siamo esonerati dall'affrontarli nella vita reale. E' inondata
di sport, che preferiamo guardare invece che praticare.
Gustiamo films colmi di famiglie e coppie che si confrontano,
così ci sentiamo esentati dal farlo nella vita. Lo
star e lo sport system sono una macchina produttrici di
eroi, superuomini, miti nei quali ci identifichiamo, riuscendo
così a sopportare una routine di anonimato e insignificanza.
I Social media hanno portato la rappresentazione ad essere
causa dell'azione, quando per secoli è avvenuto il
contrario. Facciamo cose solo allo scopo di rappresentarle,
e pensiamo che finisca lì, anche se spesso le cose
si complicano.
La "tavolata" rappresentata sui mass-media non
solo è diversa dalle tavolate reali: ne ha preso
il posto. E ai singoli cittadini restano l'omologazione,
la negazione, la censura, supportate da vuoti rituali.
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