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La nuova ricchezza (Guido Contessa)


Tradizionalmente pensiamo che la ricchezza sia una gran quantità di beni materiali o di danaro. La ricchezza di uno Stato viene misurata col Prodotto Interno Lordo che è la somma dei redditi dei lavoratori e dei profitti delle imprese. La ricchezza di un singolo viene misurata dal suo patrimonio liquido, mobiliare e immobiliare. Questo economicismo, pervade la poltica ma anche la mentalità corrente.

L'idea sottintesa a questa concezione è che la ricchezza materiale consente anche quella immateriale. Con il possesso di più danaro e più beni possiamo permetterci anche più benessere, più comodità, più felicità. In particolare, la ricchezza materiale ci dovrebbe consentire il godimento delle cose rare, cioè dei benefici inibiti alla maggioranza.

E' più ricco chi possiede un Renoir o chi fa il custode al Louvre, e vede ogni giorno tutti i Renoir ? Ha maggiore ricchezza chi possiede un SUV o chi può andare al lavoro a piedi? Un operaio della Fabbrica del Duomo guadagna lo stesso stipendio di un minatore: chi dei due è più ricco? Contabilizziamo solo i beni materiali, ma non proviamo nemmeno a valutare quelli immateriali.

L'immaterialesimo sta mettendo in luce nuove rarità immateriali, che ci consentono una diversa visione della ricchezza. Scopo di questa riflessione non è dimostrare che la ricchezza materiale è inutile o dannosa, ma che non garantisce quella immateriale. Che la mancanza di ricchezza materiale non garantisce il benessere, ma nemmeno lo proibisce. La ricchezza in senso lato, comprende il benessere materiale e immateriale. E questo dovrà, prima o poi, ridefinire gli indicatori di ricchezza degli Stati e dei singoli. L'Italia è il Paese col patrimonio artistico più ricco del mondo, come una vecchia signora che vive con la pensione, ma tiene un tesoro di monete antiche sepolte in giardino. E' ricca o è povera?

1. Il Tempo

Il bene immateriale che a detta di tutti oggi scarseggia è il tempo disponibile. Fra lavoro, spostamenti, doveri familiari e burocratici, il tempo di cui ciascuno può disporre liberamente per sè è sempre meno. La ricchezza sembra del tutto inutile a farci godere di più tempo. Al contrario, la cura della ricchezza richiede tanto più tempo quanto è maggiore. Se è ricco chi ha più tempo per sè, non è detto che chi ha un grande patromonio sia davvero ricco.
L'ozio, il famoso otium dei romani, che chiamavano il lavoro in negativo come neg-ozio, è una disponibilità di tempo senza impegni che oggi, più che in ogni altra epoca, definisce la ricchezza. Si può essere ricchi materialmente ma poveri di tempo disponibile, e si può essere poveri materialmente ma ricchi di tempo per l'ozio.

2. Lo Spazio

In un pianeta che va verso i 7 miliardi di abitanti, lo spazio è un bene sempre più raro. Gli appartamenti si restringono, le città si ingigantiscono, le spiagge e i luogi pubblici si affollano, il traffico è una palude. La ricchezza materiale può in molti casi dare accesso a quel bene raro che è lo spazio. Con più soldi possiamo comprare case spaziose, vivere in quartieri più "ariosi", evitare le spiagge grazie alle barche, frequentare il meno possibile i luoghi pubblici. Il traffico invece è democratico: uccide nella stessa misura ricchi e poveri.

Tuttavia, non tutta la ricchezza concede più spazio. Chi diventa ricco operando in borsa o dirigendo una multinazionale, come rockstar o come politico passa 10-12 ore al giorno in situazione di affollamento e spazio ridotto e la situazione non migliora nel tempo libero o durante le vacanze. Invece chi vive modestamente in una cascina di campagna può avere a basso costo tanto spazio abitativo e un amplissimo orizzonte, poche code negli uffici, poco traffico.

3. La Bellezza

E' più povero chi sta in una favela brasiliana con vista sul Pan di Zucchero e Copacabana a meno di un chilometro, o chi sta in uno dei palazzoni di Gratosoglio a Milano o di Scampìa a Napoli? La bellezza è un bene raro che può essere acquistato da chi ha una grande ricchezza, ma può essere goduto anche da chi è povero. Si pensa che la ricchezza degli uomini possa far avere loro le donne più belle, ma poi si registra una gran quantità di belle commesse sposate a operai. Chi è ricco può acquistare un'opera d'arte, ma chi non lo è può godere di tutte le opere d'arte del mondo. Gode più della bellezza che vive in un appartemento di venti stanze a Milano2, o chi vive in un bilocale di famiglia a cento metri da piazza San Marco? Chi vive in una villa a San Siro, in un contesto desolante, o chi vive nella baita dei nonni sulle Dolomiti?

Quando si calcola la ricchezza di un Paese non si tiene conto della sua bellezza, artistica e naturalistica, per un pregiudizio economicista. Eppure non dovrebbe essere difficile calcolare il valore materiale di un patrimonio artistico e paesaggistico. La bellezza ha un enorme valore specie in tempi in cui è sempre più scarsa. E il suo godimento non è affatto inferiore al suo possesso.

4. Il Silenzio

La modernità è caratterizzata da un rumore crescente. Rumori industriali e del traffico, televisioni come sottofondo, cuffie con musica nelle orecchie. Il silenzio è un bene sempre più raro. Chi dispone di mezzi economici può comprarsi il silenzio scegliendo vacanze nel deserto o in alta montagna. Ma chi vive in contesti rurali o montani gode di questo bene tutti i giorni. Chi è più ricco di silenzio? Il silenzio è un valore esplicito, per esempio nel mercato immobiliare, dove una casa lontana dai rumori arriva a valere più di una casa che ne è immersa.

5. Il Buio

La modernità è l'epoca della luce. Megalopoli splendenti, fari d'automobile che falciano il cielo, insegne pubblicitarie, illuminazione stradale. I fenomeni del cielo sono diventati visibili solo da valli remote o dall'alta montagna. C'è chi passa una vita senza mai avere visto la volta celeste, per la mancanza di zone buie da cui osservarla. La rarità del buio è un bene concesso solo a chi vive in località isolate, lontane dalle città. Qualcuno può disporre di una ricchezza economica che gli consenta di vivere in zone che godono del buio, ma la maggior parte delle ricchezze sono accumulate risiedendo in contesti affollati e quindi luminosi.

4. Il Lavoro di Senso

E' più ricco chi ha tanti soldi o chi svolge un'attività di senso? La progressiva sparizione del lavoro ha messo in ombra tutte le scoperte della psicologia del lavoro del secolo scorso. La quale era arrivata a sancire che non tutti i lavori sono uguali, e che la soddisfazione, il benessere psico-fisico, la produttività dipendono anche dal valore soggettivo e sociale attribuito al lavoro svolto. Chi diventa ricco producendo o vendendo armi, o droga, o pornografia ha sicuramente più problemi allo stomaco di chi vive producendo o vendendo medicinali salva-vita, alimenti biologici o libri. Non solo perchè i primi rischiano la galera, ma anche per il grado di apprezzamento sociale e per la autostima. La soggettività è molto elastica, per cui spaccare pietre può essere vissuto da qualcuno come un contributo alla costruzione di cattedrali. Ma non è infinitamente elastica, e deve fare i conti con l'opinione pubblica. Che stima concede il mondo a chi diventa ricco gestendo agenzie di escorts? Possono i suoi figli vantarsene in classe?

Avere un'attività di senso è un elemento cardine della ricchezza. E' ricco chi fa un'attività talmente piena di senso da non sembrare nemmeno un lavoro: scrittori, artisti, pensatori, sportivi, operatori dell'emergenza, scienziati, urbanisti, archeologi. Tutti lavoratori dell'immateriale. Un artigiano-artista guadagna meno soldi di un grande manager: chi dei due è più ricco?

5. La Personalizzazione

Essere trattati come persone è una forma di ricchezza, spesso sconosciuta a chi è molto ricco di beni materiali. Il quale è più spesso considerato come cliente, o padrone, o miniera da sfruttare che come persona. L'essere considerati come persone non è acquistabile col danaro. E' vero però che nemmeno la povertà garantisce questa considerazione. Chi è privo di mezzi è più spesso considerato come schiavo, suddito, emarginato che come persona. Possiamo dire che l'oggettivazione è "democratica" nel senso che non dipende dal reddito ma dalle qualità personali. La ricchezza materiale non può comprare tutto, e la personalizzazione è un bene inacquistabile. Si può essere ricchi materialmente e spersonalizzati; poveri di beni ma trattati come persone.

Conclusioni

Si può essere ricchi economicamente, ma non avere tempo, spazio, bellezza, facilità di accesso al silenzio e al buio, attività di senso e considerazione personale. Si può essere poveri economicamente, ma ricchi di tempo, spazio, bellezza, facilità di accesso al silenzio e al buio, attività di senso e considerazione personale.

I veri nuovi ricchi sono quelli che hanno tempo disponibile, spazio vuoto intorno, bellezza vicina, accesso facile al silenzio e al buio, attività sensate e relazioni personalizzate. La valutazione della ricchezza dovrebbe liberarsi dal pregiudizio economicista, e gli Stati dovrebbero avere per le ricchezze immateriali la stessa cura che hanno per i beni materiali. Anche il lavoro dovrebbe essere rivalutato su parametri diversi dalla mera retribuzione.