La società è costituita da migliaia di gruppi,
uno diverso dall'altro. L'identità di ciascuno è
definita da un perimetro più o meno ampio. Se è
più ampio, comprende e accetta molte diversità.
Se è ristretto, le rifiuta quasi tutte. Nessun gruppo
può accettare tutte le diversità, perchè
ciò significherebbe la perdita dell'identità.
Nessun gruppo può rifiutare tutte le diversità,
pena la frantumazione fino alla singola unità.
Gruppi che accolgono con empatìa la diversità
dei malati e dei disabili, ma tendono a rifiutare la diversità
dei migranti. Gruppi che adorano la diversità della
cucina multietnica, ma mostrano una certa repulsione per
i tossicodipendenti. Gruppi uniti nel sostenere il valore
dello sport, che non accettano la diversità della
tifoseria avversa. Gruppi che inneggiano alla diversità
delle scelte politiche, ma sono ostili alla differenza delle
scelte sessuali.
In questo arcobaleno di gruppi aperti, semi-aperti o semi
chiusi, spiccano i gruppi "estremi". Da una parte
ci sono i gruppo che puntano all'apertura a tutte le differenze,
e teorizzano una società totalmente aperta; dall'altra
i gruppi che praticano la chiusura verso quasi tuttte le
differenze, e auspicano una società fatta di gruppi
omogenei al loro interno ma separati fra loro.
Il paradosso che colpisce i gruppi che dichiarano di accettare
ogni differenza come una ricchezza, è che rifiutano
vistosamente la diversità degli oppositori. Costoro
inneggiano a ogni differenza fuorchè a quella che
respinge le differenze. I sostenitori di una società
aperta sono i primi irridere, osteggiare, criminalizzare
la diversità dei sostenitori di una società
chiusa.
Il paradosso che colpisce i gruppi che considerano le differenze
come indegne, pericolose o dannose per la società,
è che sono essi stessi una minoranza. Coloro che
rifiutano qualsiasi apertura alla diversità, negano
di fatto ogni legittimità a se stessi. Anche essi
sono una minoranza che minaccia la società, almeno
tanto quanto ogni altra minoranza "diversa".
I gruppi "estremi" riescono a superare le proprie
contraddizioni e ad assumere una pesante visibilità
mediatica, mediante un profondo lavoro allucinatorio. Con
un balzo psicologico che si situa fra il parnoico e il maniacale,
questi gruppi si convincono di essere non solo uno dei tanti
gruppi sociali, ma il gruppo di maggioranza che rappresenta
l'intera società.
Gli adoratori della società aperta a ogni differenza,
non prendono nemmeno in considerazione la legittimità
della esistenza dei gruppi che sostengono una società
chiusa. I primi sono la società "buona e giusta",
mentre i secondi sono i nemici "sporchi e cattivi".
I sostenitori di una società compartimentata, chiusa,
ostile verso ogni differenza, considerano i gruppi della
società aperta dei meri "traditori" dei
valori tradizionali, della storia, dell'intera società
di cui solo essi rappresentano la continuità, purezza
e la bontà.
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