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La psicologia dei films, dei serial e dei reality shows Il grande influenzatore
(Guido Contessa)

I films, i serials e i reality shows sono finzioni. Non rispecchiano necessariamente la realtà, ma il modo di vedere il mondo del regista, dello sceneggiatore, degli attori. O meglio, il modo di vedere il mondo che il regista pensa appartenga allo spettatore. In ogni caso, la finzione rappresenta una parte del mondo e influenza indirettamente il modo di pensare e vivere dei fruitori. In questo senso, lo spettacolo è uno dei più potenti influenzatori della storia. Sottoposti a centinaia di ore di spettacolo in tv, sul computer, al cinema o a teatro, lo spettatore tende a riprodurre i comportamenti, i sentimenti, i caratteri che vede. Naturalmente l'offerta di spettacoli è talmente vasta che è impossibile considerarli a senso unico. Ci sono moltissime eccezioni, ma esiste anche una corrente maggioritaria che può essere considerata come l'influenzatore sociale dominante.

Donne, uomini e adolescenti
Le serie di CSI, Law and Order, e Criminal Minds sono da anni il paradigma del genere poliziesco. Godono di sceneggiature impeccabili e ottimi attori, ma da più di vent'anni fanno circolare una immagine di donna, uomo e adolescente molto discutibile. In centinaia di episodi è raro vedere qualcuno che ride, comunque mai nessuno dei personaggi principali. I personaggi femminili sono sempre solo duri, violenti, depressi. I personaggi maschili tormentati e problematici. Quelli adolescenti solo bizzosi, ribelli, volgari. Nessuno può essere debole o superficiale o di buon umore. La presunzione di innocenza per i nostri eroi non esiste: maltrattano chiuque sia solo sospettato di qualcosa. Se il sospettato non commette reati, viene comunque disprezzato per i suoi gusti non convenzionali. I testimoni sono apprezzati solo se accettano di rischiare la vita. Essere una vittima invece, per gli investigatori, non è possibile. In ogni caso, quasi mai nessuno segue gli ordini o le regole: l'imperativo dell'obbedienza e della legalità vale solo per gli altri.
Dopo cento puntate di questi serials tutti siamo pronti a fare i giustizialisti, gli individualisti, i moralisti. E ad essere perennemente "incazzati" o depressi.

Relazioni interpersonali
Quasi tutti i personaggi hanno pesanti problemi relazionali e affettivi. Di solito a causa di famiglie disastrate o odiatissime. Gli unici familiari per i quali l'eroe si sbatte davvero sono i famigliari morti prematuramente. Le relazioni abituali nei servizi di famiglie affidatarie sono basate sulla violenza, lo strupro e la pedofilia. Nelle carceri tutti violentano tutti, in barba alla legalità che viene sempre citata come una dea.
Il dialogo fra i sessi è generalmente bandito. Un partner dice qualcosa di sgradevole, e l'altro non discute: se ne va. E' raro che un battibecco superi le 2/3 battute.
Le relazioni devono puntare alla fedeltà o al matrimonio fin dal primo bacio. In genere, se è lui che dopo un bacio cambia aria è perchè è un puttaniere; se è lei invece è perchè è fragile e "curiosa della vita". La gelosia è un sentimento sano e normale, che giustifica quasi ogni comportamento.
Il sesso si pratica rigorosamente nella sola posizione del "missionario". Dopo gli anni novanta, i nudi sono spariti dallo spettacolo, se non in specifiche nicchie come i locali di lap dance. Quando la lap dance viene fatta per uomini, l'atmosfera è viscida e peccaminosa; quando viene fatta per donne è sempre una festa gioiosa. Il matrimonio non è quasi mai un asciutto gesto in Comune, ma uno tsunami di doveri e tradizioni. Gli unici matrimoni semplici sono quelli fra ubriachi a Las Vegas.
Viste cento ore di questi tipi di relazioni amorose, ogni spettatore è pronto per una infelice vita relazionale.

Dialoghi
Di cosa si parla, nello spettacolo? I protagonisti parlano di sè, dell'uno dell'altro o del nulla. Quindici persone stanno su un'isola deserta per mesi e neppure per sbaglio capita che si mettano a discutere di politica, di arte, di musica, di sport o di attualità. I dialoghi raramente superano le 300 parole. Si possono fare films di 90 minuti, polizieschi di 100 puntate, mesi di reality shows con un vocabolario che sta tutto in 5 pagine. Nei reality shows la frase clou è sempre la stessa: "...vivo una grande emozione". Detta decine di volte a puntata e in decine di varianti.
Cento ore di queste "torture" spingono la platea ad una vita nell'analfabetismo.

Divertimento
Droghe, alcol e sghignazzi sono l'unica, vera forma di divertimento che viene rappresentata. Per i giovani studenti, ma anche per adulti. Quando appare la voce "divertiamoci" non ci si riferisce mai alla visita a un museo, o ad una partita di scopetta. C'è sempre di mezzo un'orgia (che però si intuisce solo), un tiro di coca o un fume di birra: il tutto condito con battutacce da caserma. Negli spettacoli americani è difficile che un attore dica una battuta senza sorseggiare una birra o del whisky: però non può fumare perchè si sa, il fumo è dannoso. Negli spettacoli europei o italiani è invece normale il fumo collettivo di cannabis. Altri "divertimenti" frequenti? Quelli a rischio mortale o quelli dove qualcuno viene pestato o violentato. Il massimo per un matrimonio è la festa di addio al celibato o nubilato. Un rito idiota che, insieme ad Halloween, ha colonizzato il pianeta.
Dopo 100 ore di questi divertimenti ogni persona sana inizia a desiderare la solitudine del deserto.