Sette ragazze che muoiono insieme su un bus spagnolo, e
subito si mobilita la nazione. Sono oltre 3.000 i morti
individuali sulle strade italiane: e per ciascuno ci limitiamo
ad un trafiletto sui giornali o 1 minuto di tv.
L'artista ha venduto milioni di dischi, quindi è
meritevole aldilà di ogni possibile critica. Il filmatino
su YouTube ha ricevuto milioni di visualizzazioni, quindi
non può essere insignificante o stupido.
Cinquecento operai della stessa fabbrica perdono il lavoro.
E allora via agli scioperi, i cortei, le lamentazioni televisive.
Cinquecento pizzerie e ristoranti chiudono e lasciano per
strada 2.000 dipendenti: silenzio generale.
Lo show è stato visto da una grande platea di telespettatori
(ottimo share!), quindi la critica tace e non importa se
la metà degli spettatori è stata disgustata.
Il premier riceve la fiducia del 30% degli intervistati,
quindi va tutto meglio visto che ieri era solo al 28%. Nessuno
segnala che questo dato indica che il 70% degli italiani
non ha nessuna fiducia.
Fai un filmetto porno casalingo? Vergogna!. Fai cento film
porno? Sei una pornostar. La ricerca medica si occupa delle
malattie più diffuse, per quelle rare c'è
Telethon.
Un paese che ha un PIL più alto è sicuramente
meglio di quello che ha il PIL più basso: non importa
analizzare su come viene impiegato o distribuito il surplus
di ricchezza.
La democrazia stabilisce che se una forza ha 1 solo voto
in più, ha il diritto di comandare, a prescindere
da quasi tutto. L'impero, la mentalità dominante,
ha fatto del numero la sua divinità. La quantità
è ipso facto qualità.
Con la divinità del numero la qualità e l'etica
diventano superflue, come la ricerca, il dubbio, la critica.
Se la quantità è una divinità non ha
senso riflettere sul bene e il male, dubitare sui valori,
criticare la maggioranza. Persino nel crimine, la quantità
fa qualità. Se uccidi la moglie, sei un assassino;
se uccidi 20 persone sei un serial killer o uno stragista;
se ammazzi 1.000 cittadini con una bomba dall'alto sei un
combattente per la democrazia, che fa il suo dovere.
La divinità del numero elimina i valori etici ed
estetici, inglobandoli. Etico diventa quello che il numero
decreta. Estetico è quello che la maggioranza apprezza.
I sondaggi, il processi mediatici, le statistiche diventano
ancelle della quantità e portano dritti ad un sistema
di democrazia plebiscitaria, e spesso truccata. I dibattiti
e i Parlamenti servono sempre meno, di fronte alla dittatura
del numero. Cosa è bene? Quello che fanno tutti.
Democrazia e populismo diventano la stessa cosa. Le minoranze
non sono solo perdenti, ma anche colpevoli. Dire no è
considerato un peccato. L'opposizione è il nemico
della prosperità.
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