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L'autostima al grado zero (Guido Contessa)


La società liquida degli uomini ad "una dimensione", controllata dall'impero turbo-capitalista, sopravvive anche grazie al fatto che mantiene gli individui in un perenne stato di autostima al grado zero. La maggioranza degli esseri umani non si stima, non ha una buona opinione di sè ed è alla spasmodica caccia di conferme da parte della società. Sono tanti gli indizi di questa condizione.

L'esplosione della chirurgìa estetica è esplicitamente motivata come una soluzione ai problemi di persone che "non stanno bene con se stesse". Corpi che non piacciono a chi li possiede e che vengono manipolati, tagliati, gonfiati, truccati nel tentativo illusorio di raggiungere una impossibile stima di sè. Simile causa ha la palestromania. Ore spese alla modellazione di corpi che, così come sono, non somo degni di stima sociale.
A un livello più grave si collocano i disturbi alimentari, sintomo di una stima talmente bassa da portare i soggetti a pratiche degradanti, quando non al suicidio per fame o illimitato sovrappeso.
Anche il fenomeno del femminicidio è un sintomo di un'autostima al grado zero, di uomini che di fronte a un no si vedono frantumati al punto da arrivare al crimine più odioso. Purtroppo, sono ancora molte le donne che non riescono a denunciare i molestatori, i picchiatori, i violentatori perchè pensano di "essere colpevoli", tanto è bassa la loro autostima. E sono ancora molti i giovani vittime di bullismo che non si ribellano, perchè temono di perdere la stima del gruppo sociale dominante.
L'autostima è talmente al grado zero che milioni di giovani pensano di non esistere se non sono visti in Rete. E producono filmati sempre più folli al solo scopo di farsi visualizzare (e stimare) dalla società planetaria.

Perchè l'autostima generale è al grado zero? Possiamo fare diverse ipotesi ma quella più realistica è che l'impero funziona solo se gli individui non hanno stima di sè e accettano qualsiasi condizione di vita pensando di non meritare altro. La società imperiale comincia presto a picconare l'autostima degli individui.

I bambini vengono a parole idolatrati mentre gli spazi per loro spariscono sotto coltri di cemento; le scuole dell'infanzia scarseggiano e spesso mancano di manutenzione o presentano maestre sadiche. Sempre più dilagante è l'uso di educare il bambino, non a sentirsi un valore in sè, ma a sentirsi degno di stima solo se possiede il telefonino più moderno, veste con capi firmati, e fa sport con divise d'autore.

Molti adolescenti, per sostenere la propria autostima, si dedicano al bullismo, quando non alla violenza per le strade; vivono in mondi virtuali che confondono con quelli reali; si dedicano allo "sballo" nei campi di concentramento della trasgressione (le discoteche); deridono gli amici che si impegnano in qualcosa e si vantano della loro ignoranza e assenza di progetti. Tutto ciò è considerao talmente irrilevante da non meritare nè punizioni nè prassi di rieducazione.

I giovani che cercano lavoro si sentono dire che per loro non ce n'è, cioè che non hanno alcun valore per la società. Non importa se hanno studiato, la loro autostima è uccisa da offerte di lavoro nero, a paga risibile e di senso demenziale.

Gli adulti vengno storditi dalla retorica della cittadinanza e della legalità, mentre da decenni slittano nel ruolo di sudditi sempre più vicini alla condizione di "servi della gleba", taglieggiati da una casta vampiresca. Se hanno un qualsiasi contatto con organi pubblici o con grandi corporazioni, ricevono continui messaggi di svalutazione, insignificanza, inutilità.

Per i disabili è prevista l'elemosina del Telethon, ma il messaggio dello Stato è che il loro valore è marginale: ogni anno si tagliano i fondi per l'assistenza. E' difficile avere un'alta autostima quando lo Stato preferisce spendere i soldi per le navi da guerra invece che per i disabili; quando molti uffici pubblici e quasi tutti i mezzi di trasporto sono privi di sistemi di accesso facilitato.

Coloro che sono espulsi dal lavoro nell'età matura, gli esodati, gli sfrattati, gli imprenditori falliti per crediti che lo Stato non onora non hanno motivo per sostenere la loro autostima. Lo Stato dice loro che sono dei "rifiuti", lasciandoli vivere in macchina con la famiglia, lasciandoli rovistare nella spazzatura per mangiare oppure lasciandoli suicidare in silenzio.

Parecchi anziani vengono di preferenza reclusi in lager, ma anche i più fortunati vengono relegati al ruolo di mummie polversose la cui vita passata non ha alcun valore, nemmeno come racconto.

Non possiamo stupirci se l'autostima generale è sempre più vicina al grado zero.