contattaci
Dono e potere di Guido Contessa


La "richiesta d'aiuto competente" è qualcosa di diverso dalla richiesta di soldi, o dalla richiesta d'aiuto generico per cambiare una ruota, apparecchiare la tavola, fare un trasloco. Questo secondo tipo non prevede necessariamente una relazione, si può rivolgere ad un ignoto passante, al portinaio o alla cugina di terzo grado.

La "richiesta d'aiuto competente" è una richiesta che si rivolge a qualcuno di cui si riconosce una competenza, che si basa su una relazione o che vuole avviarne una. Questa richiesta ha l'apparenza della richiesta di un dono, ma è anche un dono a sua volta. Chi presta l'aiuto competente fa un dono, ma nello stesso momento ne riceve uno: il riconoscimento della sua competenza.

Il dono, come ci ha segnalato M.Mauss per lo scambio dei beni, è alla base delle relazioni interpersonali e sociali. Chi dona esprime il suo potere, ma riconosce anche il potere del ricevente che merita il dono. A sua volta, il ricevente accetta il potere del donatore, ma si aspetta una imminente reciprocità.
Quando la reciprocità non si verifica, il dono resta una espressione del potere del donatore. Il ricevente è nella condizione del beneficiario, se il dono non diventa scambio. Così si crea una relazione asimmetrica, non paritaria. Se la "richiesta d'aiuto competente" non diventa reciproca, il donatore resta in posizione di potere e il ricevente non trova riconosciute le sue competenze.

Resta da domandarsi perchè avviene l'asimmetria fra donatore e ricevente. I casi possono essere due.

Il primo è legato al mero controllo. Il donatore, col dono, mantiene il potere, il controllo, la posizione dominante su chi ha fatto la "richiesta d'aiuto competente". E' per questo che l'aiuto psicosociale deve essere pagato: equilibrare il rapporto fra operatore e utente. Quando non lo è, raramente funziona, e l'utente entra in una spirale di dipendenza. Ed è anche per questo che molti si dedicano al volontariato sociale: per godere di relazioni asimmtriche e posizioni di potere.

Il secondo caso è legato alla bassa autostima e all'invidia. Un soggetto con bassa autostima trova facilmente oggetti di invidia:. Individui cui vorrebbe assomigliare perchè possiedono cose, caratteristiche, potensialità che l'invidioso considera inarrivabili per se stesso. Il soggetto invidiato può diventare oggetto di culto (come capita alle stars), oppure odiato, se è vicino ma ugualmente inarrivabile.

Un modo di esprimere l'odio per l'invidiato e creare con esso una relazione asimmetrica, è basato su potere del dono e sulla non reciprocità nella "richiesta d'aiuto competente". L'invidioso fa volentieri regali, e risponde con solerzia alle "richieste d'aiuto competente", solo che non accetta mai regali e non fa mai a sua volta "richieste d'aiuto competente" all'invidiato. Il modo dell'invidioso di esprimere ostilità per l'invidiato è rifiutare di riconoscerne l'esistenza, l'importanza e l'utilità.