Ministoria della pietas

Una legge di Solone (638 a.C.-558 a.C.) , prevedeva che chi, a causa della propria invalidità non potesse svolgere una professione con cui mantenersi e non dispensasse di un patrimonio di almeno due mine, avesse diritto a un sussidio da parte della polis. Lisia (445 a.C.-Atene, 380 a.C) , nell’orazione XXIV definita più comunemente “Orazione per l’invalido”, fa leva sul sentimento della compassione, basando le sue repliche su accattivanti appelli alla pietà, per riuscire a far ottenere nuovamente il sussidio al suo assistito disabile. Nel suo discorso Lisia afferma: “Io pur colpito da una simile disgrazia, sono comunque un cittadino migliore di lui. Sono convinto infatti, consiglieri, che bisogna porre rimedio alle infermità del corpo con le virtù dello spirito.”

Le prime tracce documentali della solidarietà orgnizzata risalgono alla fondazione della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze (1244), che è attiva ancora oggi.
Le confraternite di dame della Carità vengono istituite a partire dal 1617 da Vincenzo de' Paoli (1581-1660) per il servizio a domicilio dei poveri e degli ammalati.
Tra il 1500 e il 1600, si hanno alcune tracce dei primi tentativi di educare le persone interessate da sordità, con Girolamo Cardano (1508-1576).
Intorno al 1600 i malati di mente vengono tolti dal fastidio quotidiano nelle strade con la convinzione che guarire i folli sia una impresa impossibile. Si comincia ad adattare vecchie costruzioni a manicomi, lontano dall’abitato e ben recintati: una forma di internamento, di clausura a vita.
Una prima forma di Stato sociale, o più esattamente di Stato assistenziale, venne introdotta nel 1601 in Inghilterra con la promulgazione delle leggi sui poveri (Poor Law). Queste leggi prevedevano l'assistenza alle famiglie povere.
In Gran Bretagna, una casa di lavoro era un'istituzione totale in cui a chi non era in grado di mantenersi finanziariamente veniva offerto alloggio e lavoro. (In Scozia, erano generalmente conosciuti come case per i poveri . Il primo uso noto del termine casa di lavoro risale al 1631.
Nel 1700 si sperimentano i primi metodi educativi per le persone cieche (Hauy e Pinel).

Con il passare del XIX secolo, le case di lavoro in Inghilterra divennero sempre più rifugi per anziani, infermi e malati piuttosto che per i poveri normodotati, e nel 1929 fu approvata una legislazione per consentire alle autorità locali di assumere le infermerie dei ricoveri come ospedali municipali. Sebbene le case di lavoro furono formalmente abolite dalla stessa legislazione nel 1930, molte continuarono sotto la loro nuova denominazione di Istituzioni di Pubblica Assistenza sotto il controllo delle autorità locali. Non è stato fino al National Assistance Act del 1948 che le ultime vestigia della legge sui poveri scomparvero, e con esse le case di lavoro.

La letteratura ha offerto quadri completi delle condizioni di emarginazione del XIX secolo: "I miserabili" è del 1862; "Oliver Twist" è del 1837-1839 ma viene tradotto in Italia nel 1942.

L'Esercito della Salvezza (in inglese Salvation Army) è un movimento internazionale evangelico, fondato a Londra nel 1865 da William Booth, che lascia la Chiesa metodista nella quale era ministro di culto per iniziare un'opera umanitaria nei bassifondi di Londra, con lo scopo di diffondere il cristianesimo e portare aiuto ai bisognosi.

Le Società di Mutuo Soccorso nacquero come esperienze di associazionismo e mutualità, coeve alla protoindustria, per rispondere alla necessità di forme di autodifesa del mondo del lavoro. Dopo l'ondata rivoluzionaria del 1848 la loro diffusione subisce un notevole incremento grazie alle concessione di costituzioni liberali negli antichi Stati italiani.

Nel 1883 nacque, in Germania, l'assicurazione sociale, introdotta dal cancelliere Otto von Bismarck per favorire la riduzione della mortalità e degli infortuni nei luoghi di lavoro e per istituire una prima forma di previdenza sociale.

La prima società nazionale per la prevenzione della crudeltà a danno dei fanciulli fu fondata a Londra nel 1884.

Il primo concetto di gioventù fu quello del "giovane promettente", nato alla fine del XVIII sec. all'interno della borghesia colta, sullo sfondo dell'ottimismo culturale illuminista. Per gioventù si intendevano allora gli adolescenti, che grazie all'educazione sviluppavano personalità autonome.La prima opera scientifica in cui l'adolescenza è descritta come una fase cruciale dell'esistenza, da indagare e interpretare con metodi empirici, è "Adolescence", pubblicata dallo psicologo G. Stanley Hall nel 1904. Prima d'allora l'adolescenza non esisteva, e nemmeno la gioventù: c'erano solo bambini e adulti.

E' faticoso ammetterlo ma il padre del welfare nord-europeo è la politica sociale del fascismi che comprendeva le riforme dei settori della previdenza, assistenza sociale e sanitaria, effettuate in Italia dal 1922 al 1943. L'Opera Nazionale Maternità e Infanzia è del 1925 (abolita solo nel 1975).