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Salvare e tramandare le Professioni
e le Scienze Sociali non è un'operazione accademica. Significa
riaffermare la centralità dell'Umanesimo.
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Lo smottamento è iniziato con la demolizione della formazione, favorita dall'Europa. I soldi che prima venivano stanziati da imprese ed enti pubblici sono andati all'Europa, che ce li ha rimandati con regole demenziali e complesse che hanno prodotto il declino della formazione di qualità e l'esplosione di quella finta o illegale. I formatori sono stati sostituiti dai contabili e la formazione è diventata un mero sussidio economico per enti, professionisti ed utenti. La formazione ha messo di essere apprendimento per diventare una pratica limitata ai deliranti formulari europei (per i dirigenti), al registro (per i docenti) e alla diaria (per gli allievi). In parallelo è inziato il declino della psicologia del lavoro e dell'organizzazione. Dall'ergonomia alla sicurezza, dallo sviluppo organizzativo al burn-out, dal lavoro di gruppo agli interventi motivazionali, dall'evaluation alla intelligenza collettiva: tutto è stato spazzato via da un lavoro inteso come mera sostentazione o come arricchimento sfrenato. Un secolo di progressi verso l'umanizzazione del lavoro è stato cancellato. I detriti sono incidenti e malattie psicologiche da lavoro; operatori con le persone sfiniti, che maltrattano bambini, anziani e disabili; totale deresponsabilizzazione dei vertici organizzativi; mobbing. Poi sono cominciate a sparire le scuole per educatori, animatori e pedagogisti: professioni sostituite dal sedicente "volontariato" o recluse nella gabbia sanitaria. Questa vaporizzazione ha coinvolto subito il territorio (le comunità). Spariti gli educatori da strada, la psicologia di comunità, gli animatori socio-culturali, i progetti giovani, gli interventi di prevenzione primaria. Ma ha coinvolto anche le scuole. Sul campo restano solo periferie disastrose, alcol, babygang, bullismo, e i Social. Ci sono rimaste anche la solitudine e la fragilità dellIo, la chirurgìa estetica e le modificazioni corporee. Intanto psicologia e psicoterapia venivano gradualmente sostituite dalla farmacologia e dalla neurologia, dalle pratiche sciamaniche e dalle diverse dipendenze. Interventi sulla coppia e la famiglia si sono rarefatti, e vediamo i risultati: coppie in perenne separazione e famiglie in crisi di identità. Tutto si sostiene sui farmaci. La sociologia aveva appena iniziato ad affacciarsi agli enti pubblici, come strumento per capire le comunità e per raccogliere ed elaborare informazioni utili alle scelte dei decisori. Tutto sparito: i territori sono diventati meri luoghi di sfruttamento o emarginazione, di cui conosciamo solo quello che dicono i mass media. L'antropologia non ha mai avuto un ruolo pratico, ma forniva utili studi sulle diverse culture straniere o nazionali. Oggi abbiamo un'Italia trasformata da decine di culture di tutto il pianeta, delle quali non sappiamo quasi niente. Non ci interessa conoscere storia, lingua, costumi dei popoli che ospitiamo: ci basta che lavorino in nero e sotto-costo. Sono passati 25/30 anni e nessuno ricorda più la Ricerca-Interventi, la Prevenzione Primaria, i Progetti Giovani, l'educazione e animazione da strada, gli interventi di Comunità: tutto il lavoro teorico e pratico di quegli anni è sepolto. Il XXII secolo potrebbe registrare il definitivo oblìo
delle scienze e della professioni sociali. I supporti cartacei sono
suscettibili di deperire per inondazioni, terremoti, incendi, guerre.
Una chiavetta Usb è distribuibile a tutti, ed è riproducibile
per sempre.
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