VISIONE PESSIMISTICA? di Margherita Sberna

Premessa
Mi sono resa conto in questi mesi, dall'annuncio della giornata di studio di ARIPS, che volendo approfondire il tema per dare risposte assolutamente aderenti alla realtà, occorre raccogliere numerose informazioni di non facile reperimento. Il lavoro è molto e richiederebbe numerosi ricercatori ben preparati. Così ho deciso di superare il "metodo Piaget" adottato dal Presidente di Arips (le teorie si basano sull'osservazione di un paio di nipoti e qualche loro amichetto) ma di evitare la precisione maniacale degli studiosi USA (che con ricerche "ad hoc" verificarono il lavoro di Piaget). Le mediazioni non sempre sono soddisfacenti, ma mettendo insieme la forma ed il contenuto della mia ricerca, credo di poter considerare veritieri i risultati ottenuti.

Risposta alla domanda 1 (Questi sono alcuni dei maggiori autori di scienze umane e sociali del XX secolo. Quali di loro continuano a ispirare il pensiero e le pratiche sociali oggi ? Quale eredità è stata concretamente tramandata da ciascuno di loro? vedi tabella)

Il decadimento delle Scienze Sociali è reale. Gli autori sono interscambiabili in rapporto alle discipline di riferimento e anche alla filosofia. Non sempre sono i loro saggi a farne conoscere gli studi e le teorie. Rappresentano la storia della disciplina al cui sviluppo hanno contribuito.Libri e siti si trovano, anche monografici.
Oggi restano vivi gli autori che hanno originato:
* le teorie e le metodologia psicoterapiche
* le metodologia didattiche e le relative teorie pedagogiche
* i sociologi viventi

Risposta alla domanda 2 (Queste sono alcune delle professioni derivate dalle scienze umane e sociali del XX secolo. Quali di loro prosperano oggi ? Qual è il futuro di ciascuna di esse? vedi tabella)

Una definizione univoca dei "professionisti del sociale" non esiste, trattandosi di un settore eterogeneo, per tipo di organizzazione, target di riferimento, livelli di specializzazione e di responsabilità.
Tutte le professioni esistono, ma sono destinate ad evolversi e sono insidiate da molte altre nate in questi ultimi anni, molto evanescenti per quanto riguarda la formazione ed il profilo specifico. Non è diminuito il bisogno di interventi, ma sono cambiate le modalità di incontro fra "domanda e offerta". Occorre riprecisare i diversi profili professionali che attualmente si dibattono fra la necessità di una specializzazione significativa ed una necessità di competenze generali, trasversali a differenti professionalità.
La tendenza attuale è quella di centralizzare: l' individuo si deve adattare. Si cerca di standardizzare "superando" la complessità delle situazioni coinvolgendo diverse professionalità limitrofe. I "protocolli" sono utili ed anche necessari in molti casi, ma dove l'immateriale domina, evidenziano dei limiti.

Risposta alla domanda 3 (La prosperità di una scienza e di una professione si valuta anche dal numero di pubblicazioni (su carta o in Rete), dalla vitalità delle associazioni specializzate, dal numero di Convegni e dibattiti pubblici. Qual è il panorama delle scienze umane e sociali?)


I saggi di tutti gli Autori del '900 si trovano anche on line, ma sono meno citati negli ultimi 5 anni. I nuovi autori, riprendono temi già esplorati o scrivono "manuali pratici".
Anche le associazioni esistono e sono numerose, di vari tipi e a diversi livelli "generaliste" e "specializzate".
I convegni riproducono la situazione generale attuale evidenziando le "correnti" interne alle diverse scienze sociali.

Risposta alle domande 4 e 5 (Qualcuno sottolinea la crisi attuale e futura delle scienze e delle professioni sociali. Il pessimismo è fondato oppure no ? Chi ritiene fondato il pessimismo, quali cause ritiene produttrici della crisi )


La crisi esiste in tutte le scienze sociali e si evidenzia come ansia che produce comportamenti disordinati e parossistici che generanono confusione anzichè una visione più ampia e dettagliata. I motivi sono numerosi:
- la vastità dei campi di studio
- il desiderio di approfondire tutti gli aspetti della realtà
- la difficoltà a ricondurre tutti i temi ad una teoria univoca e comune
- il cambiamento veloce della società che rende difficile far sedimentare le osservazioni della realtà per trasformarle in teorie che originano a loro volta metodologie applicative
- il senso di insicurezza e di inadeguatezza dei professionisti che non riescono a trovare soluzioni efficaci ai problemi
- la spasmodica ricerca di "protocolli" che pongano al riparo le diverse professionalità e che garantiscano il successo degli interventi
- le norme pasticciate del legislatore che, ad ogni sostituzione, cambia la visione della realtà con conseguenze sulle situazioni concrete

Risposta alla domanda 6 (Quale futuro per le scienze e le professioni sociali ?)
Non pare possibile che il processo caotico in atto si concluda in fretta. Forse sarà possibile un'evoluzione soddisfacente se i nuovi percorsi vengono ricondotti alle teorie di partenza per misurarne la validità e la coerenza o il valore innovativo.