Premessa
Mi sono resa conto in questi mesi, dall'annuncio della giornata
di studio di ARIPS, che volendo approfondire il tema per dare risposte
assolutamente aderenti alla realtà, occorre raccogliere numerose
informazioni di non facile reperimento. Il lavoro è molto
e richiederebbe numerosi ricercatori ben preparati. Così
ho deciso di superare il "metodo Piaget" adottato dal
Presidente di Arips (le teorie si basano sull'osservazione di un
paio di nipoti e qualche loro amichetto) ma di evitare la precisione
maniacale degli studiosi USA (che con ricerche "ad hoc"
verificarono il lavoro di Piaget). Le mediazioni non sempre sono
soddisfacenti, ma mettendo insieme la forma ed il contenuto della
mia ricerca, credo di poter considerare veritieri i risultati ottenuti.
Risposta alla domanda 1
(Questi sono alcuni dei maggiori autori di scienze umane
e sociali del XX secolo. Quali di loro continuano a ispirare il
pensiero e le pratiche sociali oggi ? Quale eredità è
stata concretamente tramandata da ciascuno di loro? vedi
tabella)
Il decadimento delle Scienze Sociali è reale. Gli autori
sono interscambiabili in rapporto alle discipline di riferimento
e anche alla filosofia. Non sempre sono i loro saggi a farne conoscere
gli studi e le teorie. Rappresentano la storia della disciplina
al cui sviluppo hanno contribuito.Libri e siti si trovano, anche
monografici.
Oggi restano vivi gli autori che hanno originato:
* le teorie e le metodologia psicoterapiche
* le metodologia didattiche e le relative teorie pedagogiche
* i sociologi viventi
Risposta alla domanda 2 (Queste
sono alcune delle professioni derivate dalle scienze umane e sociali
del XX secolo. Quali di loro prosperano oggi ? Qual è il
futuro di ciascuna di esse? vedi tabella)
Una definizione univoca dei "professionisti del sociale"
non esiste, trattandosi di un settore eterogeneo, per tipo di organizzazione,
target di riferimento, livelli di specializzazione e di responsabilità.
Tutte le professioni esistono, ma sono destinate ad evolversi e
sono insidiate da molte altre nate in questi ultimi anni, molto
evanescenti per quanto riguarda la formazione ed il profilo specifico.
Non è diminuito il bisogno di interventi, ma sono cambiate
le modalità di incontro fra "domanda e offerta".
Occorre riprecisare i diversi profili professionali che attualmente
si dibattono fra la necessità di una specializzazione significativa
ed una necessità di competenze generali, trasversali a differenti
professionalità.
La tendenza attuale è quella di centralizzare: l' individuo
si deve adattare. Si cerca di standardizzare "superando"
la complessità delle situazioni coinvolgendo diverse professionalità
limitrofe. I "protocolli" sono utili ed anche necessari
in molti casi, ma dove l'immateriale domina, evidenziano dei limiti.
Risposta alla domanda 3
(La prosperità di una scienza e di una professione si valuta
anche dal numero di pubblicazioni (su carta o in Rete), dalla vitalità
delle associazioni specializzate, dal numero di Convegni e dibattiti
pubblici. Qual è il panorama delle scienze umane e sociali?)
I saggi di tutti gli Autori del '900 si trovano anche on line, ma
sono meno citati negli ultimi 5 anni. I nuovi autori, riprendono
temi già esplorati o scrivono "manuali pratici".
Anche le associazioni esistono e sono numerose, di vari tipi e a
diversi livelli "generaliste" e "specializzate".
I convegni riproducono la situazione generale attuale evidenziando
le "correnti" interne alle diverse scienze sociali.
Risposta alle domande 4 e
5 (Qualcuno sottolinea la crisi attuale e futura delle
scienze e delle professioni sociali. Il pessimismo è fondato
oppure no ? Chi ritiene fondato il pessimismo, quali cause ritiene
produttrici della crisi )
La crisi esiste in tutte le scienze sociali e si evidenzia come
ansia che produce comportamenti disordinati e parossistici che generanono
confusione anzichè una visione più ampia e dettagliata.
I motivi sono numerosi:
- la vastità dei campi di studio
- il desiderio di approfondire tutti gli aspetti della realtà
- la difficoltà a ricondurre tutti i temi ad una teoria univoca
e comune
- il cambiamento veloce della società che rende difficile
far sedimentare le osservazioni della realtà per trasformarle
in teorie che originano a loro volta metodologie applicative
- il senso di insicurezza e di inadeguatezza dei professionisti
che non riescono a trovare soluzioni efficaci ai problemi
- la spasmodica ricerca di "protocolli" che pongano al
riparo le diverse professionalità e che garantiscano il successo
degli interventi
- le norme pasticciate del legislatore che, ad ogni sostituzione,
cambia la visione della realtà con conseguenze sulle situazioni
concrete
Risposta alla domanda 6 (Quale
futuro per le scienze e le professioni sociali ?)
Non pare possibile che il processo caotico in atto si concluda in
fretta. Forse sarà possibile un'evoluzione soddisfacente
se i nuovi percorsi vengono ricondotti alle teorie di partenza per
misurarne la validità e la coerenza o il valore innovativo.
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