Grazie per gli stimoli e soprattutto per aver messo al centro dellattenzione
il gioco, tema (e attività) a me molto caro. Riflettendoci
nei giorni seguenti mi sono tornati in mente i tanti momenti di
gioco vissuti da piccolo nella via davanti a casa in compagnia degli
altri numerosi bambini che abitavano nelle case vicine. Giocavamo
tanto con le macchinine, lanciandole sullasfalto seguendo
una pista disegnata con il gesso. Non penso, in termini di emozioni,
di aver vissuto unesperienza tanto diversa da chi abbia fatto
una moderata prova di vero automobilismo. Il gioco consiste spesso
proprio nella ricostruzione con mezzi diversi di situazioni particolarmente
produttive di emotività. Anche adesso che sono grande
continuo a giocare. Con altri genitori faccio parte di un gruppo
che da anni settimanalmente si ritrova a giocare con giochi da tavolo.
Il gioco come lo intendiamo noi ha la capacità di creare
unatmosfera vibrante, di mutare quel piccolo spazio di universo
che è lo spazio del gioco in qualche cosa di diverso dalluniverso
che lo circonda. A lezione di antropologia alluniversità,
il professore raccontava di una tribù nomade che ogni volta
che si spostava, al centro del nuovo accampamento piantava un palo.
Per i nomadi quel palo rappresentava il centro delluniverso.
Mi piace pensare che succeda una cosa simile nel mio gruppo quando
ci ritroviamo e mettiamo al centro del tavolo un gioco. Altro pensiero:
in meccanica (ho conseguito un diploma di perito meccanico) gioco
definisce lo spazio compreso tra le superfici affacciate di
due elementi meccanici. In poche parole il movimento, ad esempio,
di due ingranaggi è consentito proprio da quel piccolo spazio
di libertà. Penso anchio, come è emerso durante
lincontro, che ci siano forze che cerchino di ridurre il più
possibile quello spazio di libertà. Allora sostengo che il
gioco in quanto tale, cioè unattività senza
uno scopo utilitaristico, sia una componente umana la cui ricchezza
sia assolutamente da difendere. Personalmente sto cercando di metterlo
a frutto nella mia sfera privata, sul lavoro è molto più
difficile e le amministrazioni comunali (almeno quelle che ho contattato)
sono state completamente sorde.
Concludo con una notizia positiva (un segno?) segnalando che è
di nuovo in commercio un libro di Giampaolo Dossena (è stato
il massimo esperto di giochi in Italia) la cui precedente edizione
(introvabile) risaliva al 1993: Abbasso la Pedagogia.