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La
retorica infantil-giovanile (Guido Contessa)
Fino agli anni Ottanta, il modello di ogni giovane, è stata
l'adultità. Essere chiamati "giovanotto" o "giovincello"
era un insulto. I giovani sognavano di diventare adulti per essere
autonomi, liberi dai lacciuoli familiari, responsabili delle proprie
scelte. I giovani non vedevano l'ora di sentirsi il capitano della
propria vita. Questo passaggio è attribuito da molti sociologi all'imperativo consumistico. Gli adulti e i vecchi risparmiano; i giovani consumano. Per agevolare questa transizione, più o meno negli anni Ottanta
è iniziata una martellante campagna mediatica tesa a idealizzare
i bambini, gli adolescenti e i giovani. Questa ideologia infantil-giovanile si è gradualmente ingigantita,
grazie al bombardamento continuo di tutti i mass-media e malgrado
le prove quotidiane del contrario. Si sente dire di continuo che già
dalle elementari "i bambini sono cattivi" ed emarginano
il compagno diverso, disabile, malvestito o senza genitori tradizionali.
Che gli adolescenti sguazzano nel bullismo, si pestano sui campi sportivi,
si ubriacano fino al coma, si aggregano in babygang. Che i giovani
si isolano davanti ai pc o ai cellulari; si sprangano negli stadi;
finanziano la mafia acquistando ogni tipo di droga; fanno gli haters
sui Social; sfidano la morte in attività o sport pericolosi. Il fatto è che l'ideologia consumista ha rimosso la suggestione
freudiana del bambino come "perverso polimorfo". Secondo
Freud, durante i primi anni di vita, ragazze e ragazzi ricevono gratificazione
sessuale da fonti molto diverse. E la cercano verso qualsiasi oggetto
che possa offrire piacere. Nel corso del tempo non diventano "angeli"
ma soggetti alla continua ricerca di un equilibrio fra eros e tanatos
(amore e morte, generazione e distruzione) La fissazione nella fase orale, causerebbe la comparsa di tratti psicologici come immaturità, passività e manipolabilità. La fissazione nella fase anale, può condurre a tratti
e comportamenti del tipo ossessivo (se l'enfasi dei genitori
sulla pulizia è eccessiva) o una tendenza alla mancanza
di organizzazione, autoindulgenza e ribellione (nel caso opposto).
La fissazione nella fase fallica produce personalità risolute, autonome, orgogliose ed egoiste. La fissazione nella fase di latenza siano meno comuni rispetto ad altre fasi. Quando accadono tendono ad essere collegati ad un'intensa frustrazione sessuale e / o con l'incapacità di focalizzare il piacere su attività considerate accettabili dal contesto sociale dell'individuo. Freud riteneva che dopo la pubertà (dagli 10/11-18 anni per le femmine, dai 12/13-21 anni per i maschi) le persone raggiungessero lo stadio finale dello sviluppo psicosessuale: la fase genitale, nella quale resteremo per tutta la vita adulta. A guardare il quadro dell'ideologia infantil-giovanile da questo
punto di vista sembra spiegabile la diffusione di molti comportamenti
disfunzionali attuali. La dilatazione delle fasi infantile, adolescenziale
e giovanile prolunga la sosta nelle diverse fasi e molti approcci
educativi favoriscono le fissazioni invece che uno sviluppo armonico.
La meta che Freud considerava raggiungibile intono alla maggiore età,
la fine della pubertà, oggi si presenta verso i 30-35 anni,
ed in molti casi più tardi. |