20 anni di lavoro - ARIPS 1978 -1998
PARADIGMI PER IL 2000
OMOLOGAZIONE/DIFFERENZIAZIONE/DEVIANZA
all'interno di un piccolo gruppo
Monica Miragoli

1- I contributi di K. Lewin riguardo al tema della omologazione e differenziazione sono relativi a:
- concetto di "campo di forze"
- modificazione del comportamento individuale dettato dall' appartenenza al gruppo
- le influenze di un gruppo sul singolo possono essere benefiche o dannose
- la coesione è alla base dell’esistenza di un gruppo. E' intesa come volontà di restare uniti e come risultante di forze che uniscono i membri: forze positive di reciproca attrazione e forze negative di reciproca repulsione
- la coesione si lega: all'appartenenza al gruppo e alla volontà di raggiungere uno scopo comune
- la relazione tra coesione e conformismo è direttamente proporzionale, e quest'ultimo viene definito come la presenza o nascita di norme e modelli collettivi specifici per quel gruppo
- il conflitto è da considerarsi fisiologico all'interno della vita di un gruppo: il bilico tra caos e nuova organizzazione. Gli studi successivi a K. Lewin hanno focalizzato maggiormente temi relativi alla devianza e hanno definito un comportamento deviante come l'insieme di variazioni che si situano al di fuori del campo di comportamento tollerati correttamente dal gruppo, in funzione di questa o di quella norma.
Chi è il deviante in un gruppo? E' colui che sceglie (da solo o con una minoranza) di trasgredire o trasformare le norme del gruppo provocando una reazione più o meno violenta nella maggioranza .
- la resistenza alla devianza (così intesa) e resistenza al cambiamento
- il conformismo è l’antagonista privilegiato della devianza in quanto tende all'omeostasi
- il deviante se è solo viene emarginato. Il cambiamento è possibile solo se è in grado di rispondere a necessità latenti di cambiamento sentite dal gruppo. Il deviente ha spesso più sensibilità ed è precursore del cambiamento
- sul rapporto devianza e conformità sono significativi gli studi di Schater (1951):
1- i componenti di un gruppo fanno di tutto per allineare il deviante alle posizioni del gruppo
2- se non vi riescono la comunicazione diretta al deviante cade
3- esclusione e ostilità
- più il gruppo è coeso, più le pressioni esercitate sul deviante sono forti
- la mancanza di interesse del gruppo per ogni comportamento deviante mette in luce la non esistenza del gruppo

Si possono citare alcuni comportamenti conformistici e omologati riscontrabili nei piccoli gruppi di operatori sociali quali:
1- età: "siamo tutti giovani" (non esiste il riconoscimento dell'esperienza)
2- motivazione professionale: "tutti scegliamo il lavoro sociale per aiutare gli altri" (bassa consapevolezza della propria identità personale)
3- ruoli: "siamo tutti alla pari" (non riconoscimento delle differenze e del valore di ogni persona)
4- differenze economiche: "siamo tutti uguali e guadagnamo poco" (svalutazione del proprio sapere professionale)
5- la sofferenza e il malessere sociale ci uniscono: "il benessere è per pochi privilegiati che ci fanno invidia" (non perseguimento della propria felicità)
6- noi e il nostro gruppo siamo depositari del sapere: "l'esterno è spesso cattivo e minaccioso" (non si lavora con una logica collaborativa, ma competitiva)
7- la bellezza e l'estetica sono vietate: "siamo tutti trasandati e asessuati" (non ci si valorizza come uomini e donne, ma si nega la propria sessualità)
8- il nostro futuro è per tutti identico al presente: "nessuno può avere desideri e sogni per una propria carriera professionale o per un proprio riconoscimento di competenze.