Premessa
Lobiettivo
principale dellASL era quello di preparare operatori
sociali ed educativi in senso lato a realizzare attività
di prevenzione dellHIV e dellAIDS nel territorio
corrispondente e con particolare attenzione alle Scuole
Superiori. Lidea era anche quella di creare un rapporto
più stretto fra ASL e Istituti Scolastici ed una uniformità
di intervento che producesse una sinergia e dunque risultati
migliori sia in termini di quantità che di qualità.
La prevenzione nelle scuole superiori si sarebbe realizzata utilizzando il modulo
ProspettHIVa, ottenuto con il progetto realizzato
nelle ASL di Varese.
Infine, laddestramento doveva rendere gli operatori
più autonomi, così da essere in grado di gestire questo
tipo di intervento direttamente. Le Scuole sarebbero state
così anche più indipendenti.
FASE A
E la fase promozionale e di informazione rispetto allopportunità
rappresentata dallintervento.
Questa
fase è stata realizzata direttamente dallASL, attraverso
i suoi operatori ed i contatti già aperti con le scuole
verso lesterno- e allinterno, individuando
gli operatori destinati a realizzare attività di prevenzione.
Per
questioni burocratico-organizzative e anche a causa del
calendario scolastico, sono passati alcuni mesi dalla presentazione
della proposta formativa alla sua realizzazione e questo
ha determinato modificazioni fra i partecipanti provenienti
dalla scuola a causa di cambiamenti fra i dirigenti degli
istituti coinvolti e/o di trasferimenti del personale
insegnante.
Sono
stati in conclusione formati 3 gruppi con un minimo di
8 ed un massimo di 12 partecipanti soprattutto donne
- ed il seminario iniziale è stato realizzato presso il
SERT di CREMA e per due edizioni presso
il SERT di CREMONA.
FASE B
La seconda fase del progetto prevedeva laddestramento dei volontari-operatori.
La
procedura è stata la stessa in ogni gruppo ed è precisata
nei dettagli di seguito. Vengono segnalate di volta in
volta le eventuali differenze fra i vari gruppi.
Il seminario prevedeva 2 giorni di lavoro, ciascuna con 4 unità di 90 minuti
ciascuna. Gli intervalli, di mezzora, servono per
ricuperare le energie, ma consentono il mantenimento della
concentrazione e anche lasciano aperta la possibilità di
comunicare sugli stessi argomenti delle unità di lavoro
in forma per qualche aspetto privata (cioè senza
che tutti sentano).
Per i contenuti di ciascuna unità è possibile scaricare il Volume
11 dell'Enciclopedia Giochi.
Unità
1
Presentazione
del conduttore del seminario:
Presentazione
del progetto complessivo.
Presentazione del Seminario di addestramento, dei tempi di lavoro e della struttura
.
Presentazione dei partecipanti ed esplicitazione delle motivazioni alla partecipazione
alliniziativa specifica e a tutto il progetto in generale.
Attività
di riscaldamento finalizzata ad identificare in maniera
più approfondita e ricca le persone presenti. Di solito
viene utilizzato lesercizio psico-pedagogico I
4 quadri (si trova nel kit allegato).
Commento
dellesperienza realizzata. Di solito questa fase
fa emergere lemotività ed aumenta il livello di partecipazione
e di coinvolgimento dei presenti, anche se non sempre con
la stessa qualità.
Unità
2
In questa unità i partecipanti vengono divisi in 5 coppie o terne o in gruppetti
misti (coppie + terne).
Ad ogni gruppetto viene assegnato il materiale corrispondente ad uno degli incontri
dellintervento di prevenzione che sono 5. Comè
possibile evincere dallallegato kit ProspettHIVa per
ognuno dei 5 incontri sono previsti supporti diversi (esercizi
psico-pedagogici).
Quindi
ogni gruppetto ha il resto del tempo dellunità (almeno
unora) per leggere e studiare il materiale e per scegliere
un esercizio da proporre nelle unità successive. Naturalmente
va scelto anche chi del gruppetto o coppia lo presenterà.
Poiché il tempo delle unità sarà suddiviso in tre parti,
lesercizio scelto va adattato ad un tempo massimo
di 30 minuti per la sua esecuzione.
Inoltre, sempre in questa unità, va scelta una seconda persona del gruppetto/coppia,
che realizzi la seconda parte dellattività, per la
quale ci sarà unaltra mezzora di tempo per lesecuzione.
Unità
3
Da
questa unità in poi, come già accennato, ogni unità è suddivisa
in tre parti:
-
parte a-
esecuzione dellesercizio scelto per sensibilizzare
e stimolare lemotività dei partecipanti
-
parte b- esecuzione della parte pratica,
centrata sul compito (la ricerca di azioni da realizzare
coi pari, cioè amici, compagni, coetanei)
-
parte c-
discussione sullandamento delle due unità precedenti
e feed-back sulla conduzione.
Si
tratta di una simulazione piuttosto complessa che ha 3 obiettivi
principali:
-
confrontarsi
con le difficoltà della conduzione di un gruppo;
-
illustrare
dal punto di vista pratico la sequenza che poi verrà proposta
ai destinatari finali dell intervento preventivo;
-
continuare
nello sforzo di sensibilizzazione dei partecipanti allincontro
che fungono da campo di intervento.
Le due parti che verranno simulate sono quelle previste in ogni incontro del
kit ProspettHIVa che avrà la durata effettiva di 2 ore minimo,
3 massimo.
In 5 unità successive, i partecipanti al seminario sperimenteranno tutta la
sequenza.
In questa unità la simulazione è piuttosto complessa sia perché è la prima,
quindi i conduttori non hanno esempi di alcun genere, sia
perché comprende anche la presentazione dellesperienza
e la somministrazione del questionario, unico momento in
cui compare linformazione sullinfezione da HIV.
Unità
8
E dedicata allillustrazione, lettura e commento del kit ProspettHIVa
e alle modalità di trasferimento dellesperienza.
Al termine del seminario viene consegnato il saggio sullesperienza pilota
che ha prodotto ProspettHIVa, sia per offrire elementi anche
teorici sul percorso, sia per renderne più chiari ed espliciti
i presupposti e la filosofia.
Commenti
Questo
seminario si propone la sensibilizzazione e laddestramento
alluso del kit secondo una modalità che non richiede
nei partecipanti una precedente preparazione nel campo della
formazione psicosociologica. Ovviamente il risultato è tecnicamente
lo stesso tutti i partecipanti capiscono ed imparano
a riprodurre lo strumento in altri contesti- ma sono diversi
i livelli di sensibilizzazione e sono in rapporto con le
caratteristiche personali di ciascun partecipante, la sua
esperienza di vita, linteresse reale per il tipo di
intervento proposto e le competenze psicologiche possedute.
Dunque
è accaduto che al termine di questa esperienza addestrativa
non tutti fossero effettivamente preparati ad esportarla.
Così è stato esplicitato che non era necessario da parte
di tutti un impegno in prima persona.
In
particolare, il gruppo della sede ASL di Crema, aveva partecipanti
discontinui, cioè che non hanno seguito dallinizio
alla fine gli incontri di addestramento: a queste persone
è stato vivamente sconsigliato di realizzare direttamente
lintervento coi giovani. Se mai avrebbero dovuto chiedere
un supporto allASL perché consentisse agli operatori
formati di realizzare lattività di prevenzione.
Nei gruppi di Casalmaggiore e Cremona alcuni insegnanti si sono ritirati dopo
il primo giorno, perché si aspettavano un corso di tuttaltro
genere.
FASE C
Nellincontro di chiusura della fase precedente è stato precisato che ogni
gruppo doveva impegnarsi a realizzare almeno due gruppi
dove applicare il kit.
Questa fase era ancora collegata allapprendime4nto della procedura, perché
con il trasferimento del modello sul campo, ciascuno poteva
mettersi alla prova e verificare eventuali problemi.
Per
la costituzione dei due gruppi (di 10-12 membri) si poteva
stimolare la partecipazione delle scuole superiori con studenti
degli ultimi anni, sfruttando un rapporto già
in essere stimolato ulteriormente dalla promozione del Progetto
PROSPETThivA e dalla partecipazione attiva
degli insegnanti più motivati.
Per quanto riguarda la conduzione si potevano utilizzare differenti soluzioni,
tenendo conto sempre del fatto che ogni conduttore doveva
essere accompagnato da un osservatore, in modo che potesse
essere possibile un confronto sulla gestione dellincontro
e un successivo miglioramento:
1-
una sola coppia per tutte 5 gli incontri
in cui i due ruoli rimanessero fissi (cioè il conduttore
restava sempre lo stesso e così pure losservatore);
2-
una sola coppia per tutte 5 gli incontri
ma con ruoli scambiati ogni volta (chi aveva fatto il conduttore,
nel successivo incontro assumeva il ruolo di osservatore
e viceversa);
3-
una coppia differente ad ogni incontro, con
passaggio di testimone da una coppia alla successiva;
4-
una coppia
a catena, cioè A= conduttore + B osservatore
per il primo incontro; B nel ruolo di conduttore + C come
osservatore nel secondo incontro; C come conduttore + D
osservatore nel terzo incontro; ecc.
La scelta derivava anche dal numero delle persone
interessate a mettere in pratica immediatamente gli apprendimenti
del seminario.
In
generale si è scelto la prima o la seconda soluzione.
FASE D
La
supervisione era destinata teoricamente a chi aveva sperimentato
direttamente la gestione dellintervento. Poiché però
in questo contesto si trattava ancora di una fase collegata
allapprendimento/addestramento, tutti i partecipanti
erano invitati ad intervenire, tesaurizzando lesperienza
degli altri e offrendo le proprie riflessioni, commenti,
considerazioni.
Lo scopo di questa attività era di analizzare i problemi emersi dallesperienza
pratica, suggerire soluzioni alternative ad errori commessi,
rafforzare gli apprendimenti e verificare lesperienza
fatta.
I
problemi che sono sorti nellapplicazione del kit sono
stati soprattutto di tipo:
-
logistico-organizzativi
, soprattutto connessi con il reclutamento degli
utenti finali;
-
derivanti da questioni collegate al ruolo
professionale (questo soprattutto per gli insegnanti che
gestivano gruppi di loro studenti, per i quali era difficile
considerare differentemente dal solito il conduttore
di gruppo);
-
interpersonali (allinterno della coppia
staff che aveva il compito di gestire insiee, benché
con ruoli diversi, ogni incontro).
In
questi incontri si è parlato anche delle tecniche di raccolta
e di trattamento minimo dei dati del questionario che viene
somministrato allinizio e al termine dellintervento.
Poiché il questionario è piuttosto complesso richiederebbe
luso di un PC con data-based, programma specifico
di trattamento- e daltra parte non è necessaria unelaborazione
su grandi numeri, ma solo allinterno di ciascun gruppo
dove il kit viene applicato, si è proposta una semplice
modalità che può essere realizzata a mano e
che consente comunque di ottenere dati utili per una riflessione
ed anche per evidenziare agli eventuali scettici, lefficacia
dellintervento pur breve.
Rispetto a questo argomento è allegato un promemoria utile alla tabulazione
dei dati e ad una minima ed elementare elaborazione.
FASE E
E
quella del trattamento dei dati che, nella presente occasione,
è stata realizzata direttamente da ARIPS col supporto di
mezzi informatici.
Le
tavole dei risultati sono allegate in un fascicolo. La
scelta che è stata fatta da ARIPS in questo caso, vuole
riproporre la modalità che è utile anche per il trasferimento
sul campo di tutto il kit.
Come
indicato anche nel saggio-testimonianza dellesperienza
pilota che ha portato allideazione e alla realizzazione
del KIT di prevenzione, il questionario inizialmente serviva
per misurare lefficacia del percorso di prevenzione
e la modalità più funzionale. Dunque non solo lelaborazione
dei dati richiedeva procedure più complesse, ma erano necessari
anche gruppi di controllo. Questi ultimi erano determinanti
perché lo strumento usato (il questionario) non era stato
standardizzato (la procedura avrebbe richiesto altri tempi,
budget, ecc. e n realtà si sarebbe trattato di un altro
lavoro). In pratica il gruppo di controllo serviva a verificare
chegli eventuali cambiamenti osservati in dichiarazioni,
atteggiamenti e comportamenti dei giovani che avevano partecipato
agli incontri di PROSPETThivA, fossero una
diretta conseguenza dellattività proposta.
La
ricerca svolta in questo senso ha consentito di individuare
fra quelli sperimentati, il kit più efficace in termini
preventivi, cioè quello utilizzato in questo progetto.
Dunque
il questionario ha perso il significato per cui era nato.
Si è deciso di mantenere ugualmente lo strumento-questionario
allinterno del kit per i seguenti motivi:
1-
può essere
utilizzato come strumento promozionale, dimostrando che
ci sono modificazioni fra il prima e il dopo lintervento
e che dunque lintervento è stato utile;
2-
può stimolare
la ricerca autonoma di informazioni e dunque svolgere unazione
preventiva in un percorso parallelo da quello degli incontri;
3-
può stimolare
domande più connesse al contenuto della prevenzione allinterno
del percorso sensibilizzativi, fino a richiedere incontri
con tecnici come medici, ecc.;
4-
può suggerire agli insegnanti, agli educatori
e agli operatori sociali in genere, quale intervento di
prevenzione applicare a quel contesto perchè sia più efficace.
5-
può essere elaborato a mano per ogni gruppo
ed i dati raccolti possono offrire materiale per una riflessione
ai giovani che hanno partecipato allintervento;
6-
può essere somministrato periodicamente a
gruppi di giovani (dalla singola classe, alla scuola intera)
e offrire uno scenario relativamente alle posizioni giovanili
rispetto al problema.
I
dati presentati nelle tavole vanno letti secondo una delle
filosofie indicate e a nostro parere vanno collegati
con le azioni che i giovani partecipanti hanno realizzato
o realizzeranno per i loro coetanei in seguito allintervento
PROBLEMI & DIFFICOLTA
Come spesso accade, il problema principale del progetto è stato quello del reclutamento.
Non tanto per la difficoltà di trovare partecipanti, ma
soprattutto per far comprendere il progetto e per individuare
dunque partecipanti motivati.
I destinatari privilegiati dellintervento erano gli operatori ASL e i
docenti delle scuole superiori del territorio dellASL
di Cremona.
Soprattutto
nel caso degli insegnanti, ma anche gli operatori ASL, si
è verificato una sorta di fenomeno di delega in due
sensi. In altre parole i partecipanti sono stati
individuati nelle due istituzioni più per il ruolo che in
esse avevano e dunque per i compiti derivanti, che su scelta
personale ed interessata.
Ciò
ha prodotto conseguenze successive, perché soprattutto gli
insegnanti, si aspettavano incontri fatti con la modalità
della conferenza e in alcuni casi- a cui potevano
partecipare a loro scelta e comodità.
Un
altro elemento di difficoltà era dipendente dallincomprensione
dello stretto rapporto fra addestramento e applicazione
dellintervento: nelle scuole non era chiaro che ciò
richiedeva una procedura ed alcune condizioni e, soprattutto,
che era fatto per agire effettivamente e in termini preventivi
allinterno della scuola.
Le altre difficoltà sono state soprattutto di tipo organizzativo nel momento
di trasferimento sul campo dello strumento.
Difficoltà
di altro genere sono emerse nella fase di addestramento,
perché i due giorni iniziali richiedevano di alternare diversi
punti di vista e di operare a differenti livelli. A parte
quello che è già stato segnalato in altro paragrafo, la
maggiore difficoltà deriva dalla ristrettezza del tempo
a disposizione.
CONCLUSIONI
Progetti di questo genere sono certamente pieni di limiti, il primo dei quali
riguarda la collusione fra il committente e il fornitore.
In pratica il committente richiede unoperazione che
il fornitore sa di non potere erogare in quelle condizioni,
ma che poi, collusivamente, realizza.
In questo caso possiamo però dire che il prodotto è stato studiato proprio per
offrire qualcosa di funzionale, nonostante ed anzi proprio
nelle condizioni estreme nelle quali da
anni operano le istituzioni sanitaria e scolastica.
Quindi
linteresse dellASL di valorizzare le
risorse ai costi più contenuti possibile- e quello di ARIPS
di offrire un prodotto di qualità si sono
incontrate con reciproca soddisfazione.
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