PREMESSA
Il Sistema di Controllo e Vigilanza (nel testo d'ora
in poi SCV) è un subsistema complesso in stato
di costruzione e sviluppo. In quanto tale SCV vive una
condizione di equilibrio instabile e turbolenza permanente.
La complessità è determinata dalla comprensenza
di diverse tensioni fra loro intrecciate:
Centro/periferia
SCV è un subsistema dell'ASSI, che è
un sub-sistema della ASL Cremona, che è alla periferia
del macrosistema Sanità regionale, ed è
a sua volta configurato con un centro e tre periferie
(Distretti). La catena Distretti-ASSI-ASL-Regione deve
avere un flusso bidirezionale, senza dimenticare che ogni
suo punto ha un valore ed una funzione irrinunciabile.
Matrice/Gerarchia
SCV ha attualmente una struttura in parte gerarchica
ed in parte matriciale. I due modelli coesistono in una
difficoltà non sopprimibile con la riduzione ad
uno solo per la natura stessa dell'organizzazione che
è pubblica e immateriale. La natura pubblica impedisce
il superamento della gerarchia; e la natura immateriale
proibisce la negazione del funzionamento matriciale.
Autorità/condivisione
La tensione fra struttura gerarchica e struttura matriciale
si traduce nel quotidiano in una tensione fra il bisogno
di autorità (sicurezza, protezione, stabilità,
certezza) e il bisogno di condivisione (partecipazione,
protagonismo, coinvolgimento)
Cultura amministrativa / Cultura tecnica
La natura di SCV è bipolare perchè comprende
inestricabilmente elementi della cultura amministrativa
(come la precisione, la formalità, l'astrazione,
l'efficienza) ed elementi della cultura tecnica delle
professioni sociali (come la relazione, la soggettività,
l'individualizzazione, l'efficacia)
Approccio individuale/ Approccio sistemico
La cultura della sanità e dell'assistenza hanno
una tradizione prevalentemente individualistica. Il paziente
e l'utente sono al centro dell'immaginario degli operatori
della salute e dell'assistenza, e gli approcci dell'epidemiologia
e della prevenzione primaria sono da sempre marginali.
La fase di costruzione e sviluppo di SCV richiede il passaggio
ad una prevalenza dell'approccio sistemico. Se gli operatori
sociosanitari si occupano generalmente degli "alberi",
gli addetti SCV sono chiamati ad occuparsi dei "boschi".
Questo genera una tensione culturale ed anche emotiva
in ciascun operatore.
1. La situazione attuale
Da uno stimolo emerso in uno dei colloqui,
possiamo descrivere la situazione attuale vissuta dagli
operatori SCV come "un incontro di calcio fra
10 squadre, 10 palloni, 1 porta". Che sembra
una buona metafora per definire lo stato di turbolenza
permanente del sistema, nonchè di confusione
e di ansia degli operatori coinvolti.
SCV è un sistema in costruzione e in sviluppo,
avviato su una strada il cui percorso e la cui meta è
tracciata solo formalmente. Possiamo definirla un'avventura
sperimentale, senza precedenti o modelli di ispirazione
consolidati. SCV sta evolvendosi da un sistema di controllo
e vigilanza ad un sistema di consulenza per la qualità
(controllare
per qualificare).
Il progetto evolutivo ha il carattere della ricerca-intervento,
in quanto a grandi linee esso è chiaro per
l'assetto normativo e per i
vertici del sistema, ma non ancora fatto proprio dai livelli
medi e bassi.
2. Il cambiamento e i suoi problemi
Un vero cambiamento è un passaggio di stato: da
uno stato ad un altro, diverso dal precedente. Seconda
la classica definizione lewiniana ("unfreezing-changing-refreezing")
la fase caotica è solo quella intermedia fra due
stati quasi-stazionari diversi.
Il perdurare dello stato caotico è
un tipo mascherato di conservazione omeostatica . Lo stato
di transito genera forte ansietà, causata dall'incertezza
e dalla relativa insicurezza. Il vero costo psichico del
cambiamento risiede proprio in questa ansietà,
fase nella quale i soggetti coinvolti si chiedono se la
meta sarà raggiunta, se per caso non sia un errore
abbandonare lo stato precedente e se non sia una colpa
averlo accettato per lungo tempo, se sono all'altezza
del compito, se lo sforzo vale la pena.
Queste note dinamiche psicologiche del
cambiamento richiedono specifiche risposte strategiche.
Solitamente il cambiamento è stimolato dalla consapevolezza
di un disagio estremo, ma nel nostro caso siamo di fronte
ad un ambizioso progetto culturale e sociale. Il superamento
della fase di transizione dunque deve essere sostenuto
da diversi fattori psicologici:
- una forte identificazione con la leadership
(accettazione e stima)
- un elevato grado di condivisione e
sostegno fra tutti i soggetti coinvolti
- un insieme di regole procedurali, minime ma stabili
- un sistema premiale che offra vantaggi
concreti in itinere e prefiguri un effettivo vantaggio
futuro
3. La situazione di SCV (dicembre
2007, fonte: 32 colloqui individuali)
Sono stati effettuati n.32 colloqui
individuali, nell'arco di 3 giorni, della durata di circa
30 minuti ciascuno. I colloqui erano di carattere aperto
e finalizzati all'esplorazione di 4 aree:
- Problemi e prospettive nella funzione
di controllo e vigilanza
- Problemi interni al team controllori del Distretto
(incluso il rapporto capo/dipendenti)
- Problemi fra Distretti e fra Distretti e Diparimenti
- Aspettative ed esigenze rispetto all'intervento ARIPS
In sintesi, il quadro emerso è così delineabile:
- buon grado di motivazione ed un moderato livello
di resistenza, circa il cambiamento
- diffuso entusiasmo, unito alla consapevolezza di far
parte di un'esperienza di qualità
- buono il posizionamento dei livelli apicali, con qualche
moderata lamentela circa una presenza vissuta come blanda
- elevata differenziazione fra ruoli, funzioni, competenze,
protocollo e processi
- generalizzata difficoltà nell'identificazione
e nella gestione dei ruoli
- problemi di funzionamento delle diverse aggregazioni
di lavoro
- difficoltà nell'integrazione fra le diverse
aggregazioni di lavoro
- insufficiente precisione degli strumenti e della loro
utilizzazione
- inadeguato grado di comprensione e collaborazione
con gli enti gestori
- forte il livello di ansietà, stress e affaticamento,
verbalizzati con termini fra i quali: confusione, incertezza,
eccessivo impegno richesto, insufficiente comunicazione
e informazione, senso di inadeguatezza, troppi cambiamenti
e troppo veloci
In termini di aspettative formative, possiamo segnalare
una forte diversificazione. Una confluenza si registra
su: lavoro di gruppo, gruppi e sistema complessivo,
ruoli e organizzazione, strumenti operativi.
A queste priorità si affiancano le aspettative
individuali: infotelematica, rendicontazione, migliore
informazione, legislazione, relazioni cogli enti gestori.
4. Suggerimenti di prospettiva
Il processo di strutturazione
e messa a regime di SCV sembra richiedere ancora 2/3 anni.
Questi periodo sembra necessario per la attivazione e
la applicazione di misure manageriali, gestionali e formative.
Elenchiamo una serie di misure che potrebbero facilitare
il pieno sviluppo di SCV.
- Intervento nominale -
I termini "controllo e vigilanza" hanno un
valore evocativo piuttosto minaccioso. Rimandano a funzioni
doganali, poliziesche, repressive. Queste valenze semantiche
possono influenzare negativamente sia gli operatori
che i gestori esterni, tenendo conto che entrambi appartengono
alla cultura dell'aiuto. Per il ruolo degli operatori,
suggeriamo il graduale ricorso a termini come "ricercatore"
o "consulente"; per i gestori la sostituzione
dei termini come "controllo" e "vigilanza"
con termini come "verifica", "valutazione",
"supporto alla qualità", "sviluppo
organizzativo".
- Leadership - Abbiamo
già detto che finora la leadership gode di una
buona identificazione (accettazione e stima). Esiste
una modesta richiesta di maggiore interventismo e risulta
evidente una forte differenziazione degli stili. Può
dunque sembrare utile un'attività formativa riservata
a tutti coloro che hanno ruoli di coordinamento (apicali
e intermedi): attività centrata sull'obiettivo
di condivisione degli stili.
- Condivisione - Un Progetto ambizioso
come SCV non può essere gestito dai livelli alti
dell'organizzazione, nè senza la collaborazione
dei gestori esterni. E' indispensabile che tutti gli
addetti siano informati, consapevoli e corresponsabili.
La qualità non può essere ottenuta senza
processo di ampia condivisione sia degli addetti che
dei gestori. Questo rimanda alla necessità di
sforzi continui di informazione e scambio fra tutti
i livelli interni e fra questi e l'esterno. Per esterno
non intendiamo solo gli enti gestori, che gestiscono
i servizi esterni, ma anche gli utenti e le loro famiglie,
gli operatori, gli Enti Locali e l'opinione pubblica.
Per l'informazione è doveroso prevedere mezzi
cartacei (bollettini, manuali, libri) e informatici
(un sito web strutturato come piattaforma di lavoro
condiviso).Ciascuno di questi dovrebe avere 3 possibili
destinazioni: riservato a particolari gruppi, ad uso
interno, accessibile a interni ed esterni.
- Sistema di regole - In un contesto turbolento
è indispensabile che alcune parti di cornice
siano stabili. Non si tratta di creare una pletora di
norme che congelerebbe la fase del cambiamento, ma minimi
punti fermi di metodo. Suggeriamo di identificare le
task forces ritenute indispensabili e stabilire per
esse un piano annuale di riunioni (della durata massima
di 3 ore) cui diventi obbligatorio e rituale partecipare.
Ogni riunione dovrebbe avere un coordinatore, un verbalista
ed un verbale che, salvo eccezioni, dovrebbe essere
pubblico.
Un altro strumento regolatore e stabilizzante è
quello di un Manuale ad uso interno ed esterno, che
descriva con precisione e dettagli ruoli, funzioni,
procedure e strumenti di SCV.
- Sistema premiale - Una ipotesi di cambiamento
avanzato deve essere sostenuta da un sistema premiale
soddisfacente. Esso deve poter fornire a tutti gli operatori
coinvolti motivazioni specifiche per l'impegno straordinario
richiesto. Naturalmente un premio efficace è
di natura economica, ma questo non sempre è possibile
e non è mai risolutivo. Specie nel settore immateriale
pubblico, nessuno lavora per meri vantaggi economici.
Quindi diventa indispensabile allestire un sistema articolato,
di cui forniamo alcuni elementi.
- Apprezzamento dei risultati
- In tutto il lavoro immateriale, la identificazione
e valorizzazine dei risultati degli sforzi degli
operatori è cruciale, per la motivazione
a continuare. In un SCV la questione è ancora
più importante perchè manca un riscontro
visivo e relazionale con il singolo paziente/utente.
La conoscenza dei risparmi sui costi è importante,
ma non è sufficiante per gratificare gli
operatori. La comparazione diacronica anno per anno
è utile, ma rischia la autoreferenzialità.
Sapere che quest'anno va meglio del precedente non
ci garantisce che i dati di quest'anno siano soddisfacenti.
E' necessario fare in modo che gli operatori ed
anche i partners del SCV sappiano che tutti i loro
sforzi portano il sistema socio-sanitario di Cremona
ad avere più qualità (più successi
e meno insuccessi) del corrispondente sistema di
altre province. Occorre per questo creare e divulgare
statistiche comparative fra Cremona e una o più
province della Lombardia e/o di altre regioni d'Italia.
- Soddisfazione dei fruitori -
I fruitori di SCV sono in primo luogo gli enti gestori
e i loro operatori, ma in definitiva sono gli utenti
dei servizi e le loro famiglie. Se il lavoro di
SCV è buono, gli enti e i loro operatori,
gli utenti e le famiglie sono soddisfatti. Tutto
ciò non solo è rilevabile da indicatori
oggettivi, come già avviene, ma anche attraverso
periodiche ricerche a campione, effettuate con interviste
o questionari.
- Visibilità nel contesto
- Dalle ricerche di Mayo sappiamo che la motivazione
e l'efficienza di un sistema aumentano se si sente
osservato. L'osservazione e l'attenzione da parte
del contesto non solo aumentano l'accuratezza e
l'impegno, ma sono vissuti come stima sociale e
forniscono la gratificazione di pensarsi parte di
qualcosa di importante. La visibilità da
parte del contesto può essere ottenuta con
la massima pubblicizzazione del lavoro in atto:
tramite pubblicazioni, documentari, incontri con
la cittadinanza e gli amministratori, scambi con
ASSI di altre povince o regioni, o con servizi analoghi
di Paesi esteri.
- Valorizzazione del ruolo degli
operatori - Il cambiamento in atto trasforma
di fatto gli operatori di SCV in ricercatori-consulenti
della Qualità. Un sistema premiale che può
rafforzare l'assunzione di questa nuova identità
di ruolo potrebbe prevedere: la possibilità
di accedere a supervisioni personali, la facilitazione
alla divulgazione delle proprie esperienze e riflessioni
sul lavoro, l'opportunità di scambi con altre
regioni o con l'estero
- Valorizzazione
enti gestori- E' intuibile
che molte difficoltà degli operatori SCV
derivano dalle resistenze dei partners, cioè
dei servizi controllati. Il sistema premiale dunque
deve rivolgersi anche a costoro. E può farlo
mediante: seminari periodici di restituzione e discussione
dei dati rilevati, pubblicizzazione delle "buone
pratiche", assegnazione di un premio annuale
per il servizio di maggiore Eccellenza.
5. Il Progetto
Il progetto ORION si propone
l'obiettivo di facilitare il processo di strutturazione
di SCV, mediante una serie di azioni di formazione, consulenza
e supervisione, della durata di uno/due anni. Il primo
semestre viene di seguito delineato, mentre il suo seguito
viene lasciato alla progettazione comune fra ARIPS e SCV,
che dipenderà dalla esigenze maturate. Il progetto
si suddivide in moduli ciascuno dei quali in sè
concluso.
Il progetto prevede l'attivazione di una
task force di 6/7 persone scelti fra diversi servizi e
ruoli. Tale task force, che si chiamerà "GruppoOrion",
avrà la durata del progetto ed avrà il compito
di monitorare e stimolare le attività di formazione
e le varie iniziative di supporto e sviluppo di SCV. E'
prevista l'attivazione di sistemi di rilevazione dati
sull'intero progetto ORION (con pubblicizzazione e discussione
su PLC).
Ecco di seguito uno schema sinottico dei moduli che compongono
il primo semestre del progetto.
2008
|
Sinossi Progetto
ORION
|
gennaio
|
Seminario
sul Lavoro di Gruppo (3 gg per tutto SCV)
Seminario sul Lavoro di Gruppo (1 gg per capi)
|
febbraio
|
TeambuildingD1
(1 g)
|
TeambuildingD2
(1 g)
|
TeambuildingD3
(1 g)
|
gr
ORION (3h)
|
gr Capi (3h)
|
marzo
|
TeambuildingD1
(1 g)
|
TeambuildingD2
(1 g)
|
TeambuildingD3
(1 g)
|
gr
ORION (3h)
|
gr
Capi (3h)
|
Seminario
teorico sull'Evaluation (1 gg per tutti)
|
aprile
|
TeambuildingD1
(1 g)
|
TeambuildingD2
(1 g)
|
TeambuildingD3
(1 g)
|
gr
ORION (3h)
|
gr
Capi (3h)
|
Seminario
demo sulla Piattaforma di Lavoro Condiviso - PLC
(1 gg per tutti)
|
maggio
|
TeambuildingD1
(1 g)
|
TeambuildingD2
(1 g)
|
TeambuildingD3
(1 g)
|
gr
ORION (3h)
|
gr
Capi (3h)
|
giugno
|
Seminario
sul Ruolo e Organizzazione (3 gg per tutto SCV)
|
gr
ORION (3h)
|
gr
Capi (3h)
|
|