La risorsa tempo e l'impatto della sua cattiva gestione
Il tempo è l'unica risorsa assolutamente non governabile
e invariabile, e sostanzialmente si può dividere in tre grandi
aree: tempo lavorativo, tempo libero e tempo "indispensabile"
(per mangiare e dormire). Considerando che il tempo per il mantenimento
del proprio benessere fisico non dovrebbe mai essere sacrificato,
anche se purtroppo accade più spesso di quanto non si vorrebbe,
ci si dovrebbe dedicare a migliorare l'efficienza delle altre due
tipologie attraverso un'organizzazione efficace delle proprie attività.
Interessante a questo proposito, ricordare il Principio di Pareto
o legge 80/20 (in realtà Pareto formulò un'osservazione
sulla distribuzione dei redditi e fu Joseph M. Juran a generare
l'osservazione empirica chiamata legge 80/20 n.d.r.). Secondo questa
legge, per qualsiasi campo di applicazione il 20% di qualche cosa
è solitamente responsabile per il restante 80%, ovvero 20%
è importante, 80% è banale.
Come dire che "la maggior parte degli effetti è dovuta
ad un numero ristretto di cause". Applicando la regola al tempo
lavorativo se ne deduce che il 20% del lavoro consuma l'80% di tempo
e risorse. Quindi molto se non troppo tempo viene sprecato e per
cose non importanti. A questo si aggiunga la diffusa abitudine di
sentirsi "schiavi del tempo" e avere l'atteggiamento mentale
di dover "riempire il tempo" che sono esempi di un approccio
fallace.
In questi casi ci si lamenta perchè si hanno troppe cose
da fare e perchè non si riescono a fare tutte. Il paradosso
è quello di essere sempre estremamente impegnati, freneticamente
occupati, ovvero essere sempre in uno stato di emergenza, continuando
però a posporre le cose che sono veramente prioritarie. Ne
consegue una perdita di efficienza, di produttività, un mancato
raggiungimento degli obiettivi prefissati ed un inevitabile fallimento
delle attività operative assegnate. Per chiunque tutto ciò
rappresenta un problema, per un Project Manager è tanto dannoso
quanto intollerabile, dato che lavorare per obiettivi e scadenze
rappresenta la normale modalità di lavoro.
Cambiare approccio e ... abitudini
Sfruttando quindi la regola di Pareto, un Project Manager si deve
focalizzare sul ciò che è realmente importante cioè
il solo 20%, perchè produce maggiori risultati. Troppo spesso
soddisfare le attese degli altri che siano clienti, collaboratori,
familiari porta a lasciarsi influenzare da infondate urgenze e a
dedicarsi a cose non strettamente necessarie, innescando così
una
gestione passiva del tempo.
Cambiare approccio significa fare quello che si è deciso,
concentrandosi sulle attività essenziali e rilevanti passando
ad una gestione attiva del tempo: il Time Management aiuta a focalizzare
l'interesse sul presente e sulle priorità reali. Così
pur avendo un'enorme quantità di lavoro da fare si può
essere produttivi restando calmi, rilassanti e controllando la situazione.
è necessario applicare una serie di accorgimenti in modo
opportuno, sistematico e completo per sbrigare il proprio lavoro
e non esserne sepolti. Gli interventi di un efficace Time Management
riguardano 4 gruppi d'azione:
1. Arretrati. Spesso alcune attività vengono rimandate
infinitamente semplicemente perchè sono considerate noiose
e di scarso interesse, anche se la loro esecuzione richiederebbe
un tempo oggettivamente contenuto. Il risultato è che queste
incombenze si accumulano provocando a volte conseguenze dannose
e diventando nella peggiore delle ipotesi "delle grane"
che ci rincorrono per essere evase! Cambiando abitudine e annoverando
fra tutte le cose da fare, anche alcune fra le meno gradite è
possibile evitare l'accumulo di arretrato. Inoltre un atteggiamento
positivo e costruttivo, permette di eseguire qualsiasi incarico
anche se percepito inizialmente come gravoso e poco interessante.
2. Discontinuità. Può capitare di dedicarsi
ad un lavoro in modo discontinuo a causa delle continue interruzioni
dovute a telefonate, chiacchiere dei colleghi, arrivo di mail, sms...
In realtà, nella maggior parte dei casi tutto è dovuto
ad una personale mancanza di concentrazione che, inconsciamente,
permette il verificarsi di questi contrattempi. Sufficiente quindi
realizzare le
condizioni ambientali per favorire il mantenimento della concentrazione
rimandando ad un momento più opportuno le "interazioni
con l'esterno".
3. Persistenza del Caos. La confusione negli strumenti di
lavoro e la caotica gestione dei propri impegni non consentono di
lavorare per scadenze. D'obbligo è l'organizzazione degli
interventi da fare subito e di quelli da fare in rapida e propedeutica
successione specificando data e ora. Idee e informazioni devono
confluire in un ordine prioritario orientato ad un risultato ben
preciso.
Decidere il prossimo passo e metterlo in atto è una disciplina
mentale, trascriverlo sull'agenda è un'abitudine indispensabile
per qualsiasi Project Manager. L'agenda deve essere sempre aggiornata
ed efficacemente consultabile a colpo d'occhio.
4. Valutazione delle priorità. Molto spesso e specialmente
in azienda il termine "urgente" è usato come sinonimo
di "importante". In realtà un'attività è
definita importante se assicura un certo ritorno, un valore aggiunto
ovvero se è determinate per il conseguimento di un obiettivo
aziendale; il tempo entra in gioco in termini di scadenza entro
il quale un'attività deve essere terminata. Evidente che
se tutto è bollato come "urgente" e richiesto in
esecuzione per "ieri" c'è un'ansiogena
e inadeguata valutazione delle priorità.
Colui che è in grado di stabilire la differenza tra attività
urgenti rispetto ad attività importanti, può affrontare
sensatamente un processo di pianificazione. A tal proposito è
utile servirsi una rappresentazione grafica delle attività
in termini di importanza e urgenza. Possiamo dare a ciascuna attività
un voto da (ad es. da -10 a 10) per l'importanza e un voto analogo
per l'urgenza. Prendiamo poi un piano cartesiano e mettiamo sulle
ascisse i valori di urgenza e sulle ordinate i valori di importanza.
Quindi posizioniamo ogni attività a seconda dei voti assegnati.
Figura 1. Rappresentazione grafica delle attività
A questo punto possiamo riflettere sulla posizione delle nostre
attività sul piano dividendo quest'ultimo in 4 quadranti:
Quadrante A: attività più importanti
e meno urgenti - Sono attività che non hanno bisogno di essere
svolte in un tempo breve e si possono quindi pianificare rispetto
agli obiettivi.
Quadrante B: attività più importanti
e più urgenti - Questo è il fulcro operativo che secondo
la regola di Pareto costituisce il 20% su cui si deve investire
la propria attenzione e su cui ci si deve concentrare per un'immediata
risoluzione.
Quadrante C: attività meno importanti e meno
urgenti - sono attività che possono essere temporaneamente
tralasciate e che spesso tendono a "morire da sole".
Quadrante D: attività meno importanti e più
urgenti - Sono tipologie di attività che spesso si presentano
in modo imprevisto, che necessitano di essere eseguite ma non hanno
una rilevanza in termini di obiettivi a lungo termine. Per queste
attività l'ideale sarebbe la delega verso collaboratori che
possano gestirle e riportare il risultato.
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