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PRESENTAZIONEIl CENTRO SOCIALE BARRIOS è un luogo dove ci si può incontrare e trovare opportunità di crescita e di espressione; uno spazio aperto, dotato di strumenti concreti per le più diverse attività: dal tempo libero alla solidarietà, dalla creatività alla formazione. Una risorsa per le periferie. Il Centro Sociale BARRIOS fa parte di Comunità Nuova, unassociazione non profit che dal 1973 opera nel campo del disagio giovanile. E presieduta da Don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile di Milano. Realizza, in collaborazione con Enti Pubblici e privati, interventi di:
Il Centro Sociale BARRIOS da un anno, in collaborazione con ARIPS, ha formato un gruppo di giovani del quartiere per condurre il progetto Ricerca-Intervento. Questa ricerca* ha voluto sondare i reali bisogni, nellambito del tempo libero, dei minori del quartiere Barona, per orientare la programmazione del Centro in tale senso.Giunti al termine dellindagine, siamo ora lieti di presentarVi i risultati ottenuti. * La ricerca è stata realizzata grazie al contributo della FONDAZIONE CARIPLO.
PER INIZIAREDopo innumerevoli incontri nella sala riunioni, dispute sorte sull'organizzazione del lavoro, considerazioni a volte piacevoli, a volte un po' meno, vi presentiamo questo opuscolo in cui abbiamo condensato il nostro lavoro. I nostri sforzi si riassumono in una serie di risposte e di percentuali, a prima vista un po' sterili, ma espressione di una realtà effettiva. Questo è lo scopo della ricerca intervento nella quale ci siamo impegnati . L'idea che ha spinto il Barrio's ad un lavoro di questo tipo è stata quella di offrire ai bambini ed ai ragazzi delle attività che potessero impegnarli, offrire un servizio ed un luogo di ritrovo nel quale conoscersi ed espandere i propri orizzonti. Come primo passo ci siamo preoccupati di approfondire la nostra conoscenza dell' intricato sociale nel quale sono invischiati i giovani del quartiere Barona. Abbiamo iniziato ad intervistare quelli che noi abbiamo definito "Testimoni Privilegiati", ossia una serie di persone che si possono considerare conoscitori, esperti del quartiere, per il loro ruolo attivo all'interno della politica giovanile della zona. Sono stati intervistati dunque direttori e presidi di scuole elementari e medie, medici, educatori, allenatori, parroci, assistenti sociali. Le loro proposte ci hanno offerto una panoramica del quartiere sulla quale abbiamo costruito poi il questionario, sottoposto a cento genitori. Lavoro non facile è stato formulare le domande dal momento che dovevamo stare attenti a non essere ripetitivi, ma al tempo stesso cercavamo la massima precisione ed accuratezza, in modo che le risposte non lasciassero adito a dubbi. Per contattare le famiglie abbiamo poi deciso di presentarci nelle scuole dopo aver chiesto il permesso ai rispettivi Direttori, approfittando delle riunioni e dei Consigli di classe dove alta è l'affluenza dei genitori. Abbiamo
poi trascorso alcune domeniche chiusi in sala riunioni per l'elaborazione
dei dati e la sintesi dei risultati che vi proponiamo qui di seguito.
Con la speranza che sia piacevole, ma soprattutto costruttivo
vi auguriamo una attenta e serena lettura. Le riflessioni di una partecipante al gruppo di lavoro.Ho iniziato a giugno piena di entusiasmo: avrei incontrato nuove persone, avrei imparato a fare ricerca, avrei contribuito a migliorare il quartiere. Appunto, la mia idea era corretta: avrei contribuito a migliorare il quartiere; ma forse non ero così consapevole del fatto che ciò che mi apprestavo a compiere era solo l inizio di un lungo cammino, che spero avrà come ultima tappa una concreta risposta alle esigenze di cui io con il gruppo di ricerca siamo stati portavoce. Così mi sono occupata della raccolta di numeri e di percentuali, non che questo non sia importante (come si potrebbe altrimenti stabilire un punto di partenza?!), ma a volte mi veniva voglia di andare oltre la raccolta ed il confronto di dati; in questa fase bisogna essere cauti, bisogna stare attenti a non sbilanciarsi, non bisogna dare interpretazioni personali che potrebbero allontanare te lettore e destinatario della ricerca, dalla verità del dato. Però per me questo è stato un pò soffocante e riduttivo. Non posso comunque permettermi di pensare al lavoro di questi mesi come a qualcosa di negativo, da una parte mi ha fatto capire che la fase di raccolta dati di una ricerca intervento non fa per me, almeno per ora, d altra parte mi sono imbattuta in qualcosa di nuovo e, anche se a volte noioso, affascinante. Un altra cosa che mi ha fatto maturare questa esperienza è la consapevolezza che 100 questionari e 20 interviste sono fondamentali per darsi dei parametri da cui partire per la formulazione di proposte mirate, ma non sono altro che il punto di partenza; ora è importante passare alla fase della realizzazione di progetti, dalla verifica di questi poi si arriverà ad avere informazioni e conoscenze più esaustive e significative. Sono molto contenta di aver lavorato con Giovanni, che conoscevo già da prima di giugno, e sono molto contenta di aver conosciuto Stefania. La mia idea, poi, che non ci sia alcun legame fra maturità anagrafica e maturità dell intelletto, è stata confermata. A giugno poi abbiamo fatto un fine settimana dedicato alle relazioni all interno del nostro gruppo di ricerca che si era appena formato; dunque io sono rimasta sconcertata da quei due giorni: solo da poche settimane, quindi solo dopo 8 mesi, ho capito l importanza di quel momento. Però mi riesce difficile esprimere in maniera ordinata ciò che quei due giorni hanno suscitato in me. Spero che sia riuscita a comunicarti, lettore, che questi 9 mesi di lavoro non sono poi stati così male, mi sono anche divertita le domeniche che passavamo interamente nella nostra stanza al primo piano del fungo, e comunque mi ritengo soddisfatta. Ora la mia preoccupazione è che il nostro lavoro non sia snobbato e che il convegno diventi un importante momento per costruire . E successa poi unaltra cosa molto bella e sono contenta che Maura l abbia condivisa con noi. Marta Berti 1.
I TESTIMONI PRIVILEGIATI. Capire il nostro quartiere è il motivo che ci ha spinto a proporre questa intervista. Abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulla vita quotidiana di bambini di età compresa fra i 6 ed i 13 anni. Per questo ci siamo inizialmente rivolti a testimoni privilegiati (allenatori sportivi, parroci, presidi, insegnanti, educatori ecc ) che abitano o lavorano in questo quartiere e ritenuti da noi importanti per capire attraverso la loro esperienza la realtà della Barona. Abbiamo così raccolto 19 interviste nel periodo che va da Luglio a Settembre. Da subito ci siamo resi conto che dopo un iniziale difficoltà, nel fissare un appuntamento a causa degli innumerevoli impegni di coloro che abbiamo contattato, largomento da noi trattato destava particolare interesse e buona è stata la disponibilità dimostrataci, non solo per conoscere i risultati di questa ricerca, ma anche in vista di collaborazioni progettuali future. Per una migliore analisi abbiamo individuato diverse aree dindagine da sondare attraverso unintervista, modalità individuata come migliore per questa prima fase. Le aree individuate sono: a) impiego del tempo libero dei bambini b) problematiche generali del quartiere c) attività esistenti proposte ai bambini d) progetti da proporre e da potenziare per i ragazzi e) interazione tra i centri ed i servizi del quartiere.
1.1. IMPIEGO DEL TEMPO LIBERO: DOVE? |
Dai dati emersi risulta che i ragazzi trascorrono il tempo libero durante la settimana prevalentemente presso oratori (63%), cortili, (63%), case (47%); sono invece poco frequentati i gruppi organizzati (16%) ed i corsi (16%). Come è possibile notare osservando il grafico non si presentano rilevanti differenze tra i giorni feriali e quelli festivi.
1.2. IMPIEGO DEL TEMPO LIBERO: COME?
E interessante notare che gli intervistati pensano che i ragazzi dedichino più parte del loro tempo libero da ad un televisore o ad uno schermo di computer piuttosto che giocando o facendo sport. La maggior parte delle attività sportive e comunque svolta in ambito scolastico.Parte degli intervistati afferma che durante i week-end parecchie famiglie lasciano la zona di residenza.
Osservando il grafico ci siamo soffermati ad analizzare i dati riguardanti la colonna genitori: è interessante notare che durante la settimana pochi di essi dedichino tempo ai figli ( sembra quasi che deleghino le loro responsabilità genitoriali a terzi ) mentre durante i week-end la percentuale subisce un forte incremento ( quasi a significare un recupero del proprio ruolo ).
1.4. PROBLEMATICHE DEL QUARTIERE
Abbiamo chiesto ai nostri testimoni se propongono attività ai ragazzi fra i 6 ed i 13 anni. Le risposte ci hanno sconcertato: sembra infatti che esistano numerose iniziative ma, forse per uninadeguata informazione, non vengono sfruttate. Il quartiere Barona è dunque innervato di attività che spaziano in parte larea sportiva ( 57%), in parte larea educativa ( 42%)
Molte di esse gravitano in torno ai poli scolastici integrando di fatto le ore di lezione. Metà degli intervistati afferma di allargare le proprie attività anche a ragazzi segnalati dai servizi sociali. Il bel disegno ci ricorda che sia i maschietti che le femminucce partecipano alle attività.
1.6. INTERAZIONE FRA I CENTRI DEL QUARTIERE
Abbiamo constatato che attualmente non esiste una collaborazione significativa tra le strutture esistenti. Infatti ogni singolo ente svolge attività da solo od al massimo cooperando con un altro ente. Forte è la collaborazione fra oratori e ASL (26%).
Abbiamo proposto agli intervistati di scegliere quale fra le deficienze proposte fosse più significativa nel quartiere.
1.7. RIFLESSIONI
I testimoni privilegiati, non povero di iniziative nei confronti dei ragazzini. Lofferta potrebbe migliorare grazie ad una maggiore collaborazione tra enti sia privati che pubblici ed ancora spendendo maggiore energia per la pubblicità delle iniziative organizzate.
La maggior parte degli opinion-leader lamenta una scarsa partecipazione dei genitori alle attività proposte, ritengono che questi si preoccupino solo di trovare un parcheggio per i loro figli.
1.8. PROGETTI DA PROPORRE E DA POTENZIARE
Gli intervistati sono per la maggior parte concordi nellaffermare la necessità di potenziare attività e proposte a carattere aggregativo (31,6%). Ancora unalta percentuale esprime invece lesigenza di garantire spazi e momenti che stimolino i giovani a far propri dei valori. Si rifletta su questo dato tenendo presente che i testimoni considerano la povertà di valori quella più significativa.
Unaltra fetta degli intervistati denuncia la carenza di servizi sociali senza specificare di quali in particolare. Una pari percentuale vorrebbe potenziare linterazione tra le realtà del quartiere già esistenti confermando il dato secondo cui scarsa è la collaborazione fra i vari enti.
I rimanenti intervistati incrementerebbero le proposte di attività integrative dei più svariati generi: dal cinema alla maiolica cinese.
Risulta difficile commentare risposte alla domanda 20 per la sua formulazione fonte di equivoci. Gli unici dati significativi riguardano la necessità di un orientamento per i preadolescenti.