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Grandi gruppi: caratteristiche e modalità di utilizzo
di M.argherita Sberna (1982)


"Il  grande  gruppo è definito semplicemente come quello in cui non  sono  più
possibili  relazioni  faccia a faccia. E' composto da individui e  da  piccoli gruppi, che possono o no essere organizzati formalmente." (A.K. Rice 1974). Ciò  accade perche il grande gruppo ha una dimensione numerica superiore  alle 10-12  unita.  Questo  numero non indica un limite in  termini  assoluti;  puòinfatti  accadere di incontrare gruppi composti da 15-20 persone in  cui,  per vari motivi, esistono rapporti "face to face" fra i vari membri. Ma in  genere al  di  sopra delle 12 unita si hanno seri problemi  ad  instaurare  relazioni strette  fra i membri di un gruppo e perchè questo avvenga si  ricorre  spesso alla divisione del gruppo in piccoli sottogruppi.Il numero dei partecipanti ad un gruppo è dunque di fondamentale importanza  e da tale fattore derivano una serie di conseguenze che influiscono su tutta  la vita del gruppo fino a modificarne la gestalt in modo sensibile allorquando si passa da una situazione "micro" ad una "macro".

1- COESIONE & SODDISFAZIONE

Studi  recenti  e  passati, se non bastasse  la  nostra  esperienza  spicCiòla personale,  ci dicono che più il gruppo e piccolo più è coeso e unito.  Spesso le persone si aggregano spontaneamente sulla base di una omogeneità fra i loro interessi,  valori,  bisogni, e tutto questo costituisce di per sè  stesso  un elemento importante di coesione. Anche in caso di aggregazioni fatte con altri criteri,  poche  persone  hanno maggiori  possibilità  di  prendere  decisioni rispettando  gli  interessi  ed i bisogni di tutti ed  in  cui  tutti  possono abbastanza  facilmente  riconoscersi.  Inoltre  esse  possono  connotarsi  con maggiore  precisione,  conoscersi meglio e quindi  possono  identificarsi  più facilmente  con  gli  altri membri del gruppo in  quanto  individui.  Ciò  gli consente  di  vivere  sentimenti di appartenenza al gruppo  e  di  considerare questa dimensione come un punto di riferimento della loro vita.E'  diverso per i grandi gruppi dove spesso confluiscono più entità  connotate con precisione o ancora allo stato nascente. Tali  "sottogruppi" del grande gruppo nella situazione magmatica e  indefinita caratteristica  dei grandi agglomerati umani, diventano un punto di  sicurezza per  l'individuo  che tende quindi a far riferimento ad  essi  accentuando  le diversita  interne anziche sottolineando i punti di connessione. Tutti  questi elementi, aggiunti alle difficoltà oggettive e psicologiche che si  incontrano ad  esprimersi  e ad entrare in effettivo contatto con gli altri,  rendono  il grande gruppo la dimensione privilegiata della frustrazione, dell'isolamento e della dispersione.

Il  singolo individuo  non riesce a stabilire relazioni soddisfacenti  nè  con gli altri come singoli nè con gli altri come "parti" di un gruppo piccolo.  Da tali  difficoltà di identificazione deriva la quasi completa impossibilità  di percepire il grande gruppo come un tutto unico.Di conseguenza le riunioni di tipo collegiale sono spesso aborrite e  sfuggite se non fisicamente per lo meno estraniandosi psicologicamente.Questo  atteggiamento  tende  a perpetuare la situazione di  difficoltà  e  di disagio:  il piccolo gruppo e la situazione ideale e gratificante,  il  grande gruppo  e spesso, nella migliore delle ipotesi, una specie di calamita  cui  e impossibile sfuggire.

2- COMUNICAZIONE

E'  evidente  che  rimanendo fissa o quasi la variabile tempo,  in  un  gruppo piccolo  si  parla  di più che in un gruppo grande.  D'altra  parte  va  anche considerato che dilatare troppo il tempo non significa che, chiunque parli  ed in  qualsiasi  momento  lo  faccia, e ascoltato  con  lo  stesso  interesse  e partecipazione.  Lo  scorrere del tempo, la stanchezza, a volte  la  noia,  le scarse doti oratorie di coloro che prendono la parola, impediscono che  questo accada. Fortunatamente  pero,  tra i motivi che disincentivano la comunicazione  e  la partecipazione, questo non e il maggiore responsabile!più  rilevante  e in questo senso l'importanza che assume la  "pressione"  del gruppo; aumentando il numero delle persone diminuisce infatti il numero  degli interventi. La situazione ottimale per comunicare sembra il livello di  coppia e/o di piccolo gruppo (più ristretto è, meglio è). Inoltre  la timidezza, il timore di essere ridicoli o ignoranti o  addirittura di  essere  attaccati  dagli altri per quanto  si  afferma,  l'insicurezza  in generale pongono pesanti freni al contributo personale dei partecipanti ad  un grande gruppo.
Un   ulteriore   ostacolo   ad  una  comunicazione   adeguata   e   costituito dall'incpacità di ascolto che si esprime attraverso atteggiamenti  distratti, borbottìo  continuo,  evidente  disinteresse, banalizzazione di  quanto  si  e sentito  affermare,  frequenti movimenti di entrata e uscita dal  luogo  della riunione  ecc.  Tutto questo non  stimola certo ad  intervenire  anzi,  spesso disincentiva anche gli elementi più coraggiosi ed interessati.

D'altra  parte  spesso  parlare  e già difficile di per  se  e  diventa  quasi impossibile  quando  si  e davanti ad una moltitudine anonima.  Chi  parla  in queste situazioni si rende conto di farlo a solo titolo personale, senza poter fare riferimento a dei punti comuni. Questa situazione riguarda sia i  momenti nei  quali  si  deve discutere un ordine del giorno preciso  e  definito,  sia quando  si vuole portare un contributo personale connesso ai propri  valori  e ideali. E'   difficile  che  in  un  grande  gruppo  si  formi  un  clima  adatto  alle comunicazioni di tipo personale più o meno profondo.C'e sempre il pericolo del ridicolo,  dei frantendimento dei propri scopi e quindi si  preferisce  tacere per non accentuare il senso di isolamento, la sensazione di perdita di  valore del   se  nella  moltitudine,  il  sentimento  di  dispersione.  Il   fenomeno caratteristico del grande gruppo e il silenzio piùttosto che la  comunicazione circolare.

Da tutto questo deriva un senso diffuso di ansia-angoscia che spesso si  cerca di mitigare anche fisicamente, cercando di disporsi vicino ai propri "amici",nel  senso  di persone che appartengono allo stesso piccolo gruppo cui  si  fa riferimento, o almeno di persone che si conoscono.Un ulteriore problema e rappresentato dall'affastellarsi di numerose questioni da  discutere.  Si tende Ciòe a disperdersi negli interventi  tralasciando  il fulcro del problema e focalizzandosi spesso su più particolari periferici o di scarsa  importanza.  Inoltre gli interventi fatti,  in  proporzione  piùttosto pochi,  sono di frequente lunghi e complessi ed èspesso  difficile  seguirli anche volendo.

3-  LEADERSHIP E modalità'  DECISORIE

In  genere,  più  il gruppo è di grandi dimensioni più  il  comportamento  del leader  formale e autoritario e direttivo, e più aumenta, da parte dei  membri del gruppo, la tolleranza ad un tale atteggiamento.La democrazia richiede tempi lunghi.Ciò  e facilmente comprensibile se si pensa che il grande gruppo e  costituito da  individui che spesso appartengono a più piccoli gruppi presenti in  misura diversa in quella situazione collettiva.In  tale  realtà si scatena spesso un sentimento di aggressivita  più  o  meno latente  che  si  può esprimere come competizione e che  a  volte  ha  aspetti distruttivi.Nei  grandi  gruppi  esiste in genere una "gerarchia" di leaders:  ci  sono  i leaders  primari, quelli secondari e cosi via fino ad arrivare ai gregari.  E' chiaro  che  lo  sviluppo  di una tale gerarchia comporta  una  delega  o  una distribuzione  della  leadership. Questo accade soprattutto quando  si  devono svolgere compiti complessi.può  anche succedere che, come un piccolo gruppo esprime un leader, il  grande gruppo  esprima un gruppo-leader, che tende a monopolizzare  l'attenzione  dei presenti,  a stimolare e ad indirizzare le scelte collettive.

Si  tratta  in  genere in questo caso di un piccolo  gruppo  forte,  coeso  ed organizzato,  che  per sottoporsi in modo dialettico con il resto  del  grande gruppo  deve  aver  di fronte gruppi simili a lui almeno dal  punto  di  vista psicologico.  Se manca un tale aggregato e chi conduce la riunione che ha  più potere  perche in qualche misura tende a mediare fra i bisogni e  le  esigenze individuali che si trova ad avere davanti.

La  decisione  in  un  piccolo  gruppo  rappresenta  un  evento  complesso   e problematico  dal momento che anche fra poche persone è difficile riuscire   a coinvolgere  nel  processo decisorio tutti con lo stesso peso e con  la  piena partecipazione.  Se  il numero delle persone coinvolte aumenta,  ci  sono  più sfumature  di cui tener conto, più opinioni da considerare, più  rigidezza  da addolcire.  Mentre in un piccolo gruppo e possibile decidere in modo  unanime, questo  non accade mai o quasi mai in un grande gruppo, dove viene  usato  più spesso il criterio della maggioranza-minoranza.

4- PRODUTTIVITA'

L'aumento  del  numero  delle persone che insieme  devono  svolgere  un  certo compito  non aumenta necessariamente l'efficienza del gruppo. In genere è  più produttivo un piccolo gruppo piuttosto che un grande gruppo. E' possibile pero che ci sia una dimensione ideale a seconda del compito da svolgere.In  genere più il compito e complesso, più aumentano le difficoltà in caso  di grande  eterogeneità  fra  i membri del gruppo e  viceversa; l'omogeneità  fa migliorare  i risultati del lavoro svolto. Anche in questo caso ci  sono  pero alcuni compiti per i quali e più utile un gruppo con molte differenziazioni al suo interno.Determinanti   per   il   raggiungimento  di  un  fine   operativo   sono   le caratteristiche   individuali  dei  singoli  componenti  del  gruppo:  chi   e efficiente,  sa  cooperare ed e intuitivo facilita il lavoro del  gruppo.  Chi invece  e  aggressivo,  autoritario, individualista, tende a  far  ridurre  il livello di produttività. Anche la compatibilità fra i vari membri di un gruppo facilita le  possibilità produttive.  In caso contrario e dimostrato che molte energie  che  potrebbero essere usate per l'efficienza del gruppo vengono utilizzate per i problemi  di rapporto interpersonale. Anche in questo caso, più il compito e complesso  più e  funzionale la compatibilità fra i membri del gruppo; ma se si tratta di  un compito  che  non richiede necessariamente connessioni e cooperazioni  fra  le persone  che  se  ne  occupano, si hanno  buoni  risultati  anche  con  scarsa compatibilità. Un  altro  elemento  a favore della produttività èun  leader  efficiente:  chi stimola  gli  interventi  e facilita con domande la ricerca  di  soluzione  ai problemi  e di grande aiuto al conseguimento di buoni risultati.  Stimolare  e non  "costringere" su un certo binario. Sentirsi liberi e  responsabili  delle proprie  attivita  aumenta  la soddisfazione   individuale  e  di  conseguenza aumenta  il  livello  di produttività. Si tratta di  una  specie  di  "effetto Pigmalione", connesso quindi al livello di stima e di fiducia reciproco che si autoinfluenza. In  un  grande gruppo la produttività èconnessa alla  rete  di  comunicazioni esistenti,  al  sentimento  di coesione oltre che alla leadership;  e dati  i problemi evidenziati in tutte queste dimensioni si può dedurre che certamente, più  le dimensioni del gruppo aumentano più ci si allontana  dalle  condizioni ottimali per la produttività.

5- I GRANDI GRUPPI NELLA SCUOLA

Da  quanto èstato detto risulta evidente che la dimensione del grande  gruppo non e la più adatta a consentire lo scambio di comunicazioni e la discussione.Ciò non significa necessariamente che non si debbano mai utilizzare situazioni "macro".Del  resto la scuola e una struttura organizzativa che si basa su più tipi  di aggregazione  che variano per dimensioni. Ci sono i piccoli gruppi  costituiti in base alle discipline insegnate (gruppi disciplinari) o in base alla  classe in  cui si opera (consigli di classe coi soli docenti/gruppi disciplinari  per classi parallele), per quanto riguarda i docenti. Vi  sono  poi i gruppi di grandi dimensioni a partire dai consigli  di  classe allargati alla componente genitori per arrivare ai collegi dei docenti e  alle assemblee di tutti i genitori degli allievi presenti a scuola.Un  altro  grande  gruppo  è  costituito dalla classe nella quale  il  singolo docente insegna: il ruolo da lui rivestito in questo caso è quello del leader formale  nei  confronti degli allievi. Va anche sottolineato  che  in  questo contesto  è  molto  difficile poter osservare le reali  dinamiche  di  grande gruppo anche a causa delle modalità di lavoro del gruppo classe che si basano sostanzialmente   sulla   comunicazione  unidirezionale  e  su   una   rigida regolamentazione   che   poco  spazio  lascia  alla  libera   iniziativa   ed all'espressione spontanea non solo dei vissuti emotivi, ma anche di  progetti operativi e di strategie funzionali alla loro realizzazione. Ogni insegnante e lo stesso dirigente scolastico, sono membri di più gruppi ed hanno  quindi più punti di riferimento. Ora nell'ambito del piccolo gruppo  la situazione  e facilmente gestibile, ma in un grande gruppo, dove i  membri  di gruppi  diversi  confluiscono  come  signoli individui,  la  cosa  si  fa  più complessa.  A  quale  dei vari piccoli gruppi di  origine  si  appartiene?  Le relazioni  che ognuno stabilisce con gli altri come individui e  le  relazioni fra  i piccoli gruppi sono gli elementi che costituiscono fondamentalmente  la vita del grande gruppo. Ma  proprio  per le difficoltà provocate dalla  dimensione  numerica,  occorre utilizzare il grande gruppo cercando di superare i punti più problematici.  La prima  cosa che e necessario chiarire e dunque lo scopo per il quale si  vuole utilizzare  il  macro-aggregato.  Se  non lo si  può  considerare  il  momento privilegiato  per la discussione, si può pero utilmente farne uso  come  mezzo per informare e per decidere.

5.1- INFORMAZIONE & COMUNICAZIONE

Il  turn-over  tipico di tutte le scuole italiane,  che  all'inizio  dell'anno scolastico  subiscono  il  rinnovo di parte degli  insegnanti,  suggerisce  la necessita  di  una rapida divulgazione di tutto  quanto  riguarda  l'andamento stesso  dell'istituto  sia dal punto di vista organizzativo sia per  la  parte pedagogica.Una  riunione collegiale in tal senso è quindi non solo auspicabile ma  spesso necessaria per rendere edotti i nuovi insegnanti e per risparmiare perdite  di tempo e di energia. Vi sono poi altre  situazioni in cui e necessario informare i docenti rispettoa  problemi  di  ordine generale, a disposizioni  legislative,  ad  iniziative varie ecc.Perche  un  incontro di questo tipo sia produttivo occorre che  esso  rispetti alcune  "regole" soprattutto perche utilizza prevalentemente la  comunicazione ad una via (Ciòe dal dirigente scolastico ai docenti) che non consente ampi ed immediati feed-back circa la comprensione del messaggio dato. E'  buona  abitudine  innanzitutto  fornire  a  tutti  un  breve  ciclostilato informativo che riassuma con chiarezza e precisione i punti salienti sui quali occorre avere un'informazione univoca. E'  pure  necessario  stabilire un preciso ordine  del  giorno  dell'incontro, tenendo presente che i diversi punti devono poter essere esauriti nel tempo  a disposizione.  Si  deve tener presente a questo riguardo che non  e  possibile chiedere  agli  ascoltatori più di 90-120 minuti di attenzione e  quindi,  per conseguenza, i punti all'ordine del giorno devono essere limitati.Sono  preferibili due incontri brevi ad uno chilometrico, che ha  spesso  come unico  effetto la demotivazione e la reattività nei confronti  del  lavoro  da svolgere. E'  ovvio  che  il  tempo  indicato  e il  massimo  possibile  per   garantire l'attenzione  e  l'ascolto e può essere ristretto se si prevede  che  non  sia tutto effettivamente necessario.Se  l'informazione da comunicare e complessa e di aiuto l'utilizzo di  schede, di   cartelloni  illustrativi,  della  lavagna  luminosa  che  consentono   di semplificare  il discorso. Ad una comunicazione lunga e confusa è  preferibile una schematica ma chiara.Soprattutto  se  le  informazioni devono tradursi in  iniziative  operative  e necessario  prevedere  un  breve  spazio di tempo  per  eventuali  domande  di chiarimento.  In  alcuni casi, se non nascono domande in  modo  spontaneo,  e consigliabile stimolarle per verificare se vi sono punti oscuri. Tutto questo può valere anche se il riferimento e la classe di lavoro con  le eventuali  eccezioni  del  caso.  Per  esempio,  può  non  essere  necessario stabilire  e divulgare per ogni lezione l'ordine del giorno, ma e  certamente indice di attenzione e considerazione per gli allievi illustrare il programma che si intende svolgere nel corso dell'anno scolastico oppure mensilmente, il metodo  che  si  intende utilizzare, le modalità  di  verifica  del  percorso didattico  individuale, ecc. Fra l'altro un tale approcCiò può stimolare  gli allievi  a fare eventuali proposte sulle procedure di lavoro o sui  contenuti eventualmente da approfondire. Infine,  nei  casi  in  cui i docenti utilizzano  il  lavoro  di  gruppo,  la conoscenza  degli  argomenti da parte degli allievi  può facilitare  la  loro scelta   per  interesse  e stimolarli  maggiormente  a  realizzare  con   più motivazione l'attivita didattica.

5.2- PROCESSI DECISORI

Il collegio dei docenti èl'organismo scolastico decisorio per eccellenza,  in quanto  spetta  a  lui  determinare  l'ambito  dell'intervento  pedagogico  ed educativo.Purtroppo  in realtà questa funzione del collegio e piùttosto  trascurata  nel senso che i momenti decisori formali sono spesso relegati negli ultimi  minuti della  riunione, quando non addirittura dopo lo scadere del tempo fissato  per l'incontro stesso. Ciò avviene perche si usa la situazione collegiale soprattutto per  affrontare la  discussione  dei  punti  all'ordine del  giorno,  mentre  questa  attivita dovrebbe essere svolta in altri spazi (vedi punto successivo). Anche  in questo caso, per ottenere riunioni produttive e  soddisfacenti  sia per  chi le ha convocate sia per i partecipanti, bisogna utilizzare una  serie di accorgimenti facilitatori.Occorre  anche  qui  fissare  dei precisi  termini  temporali  con  le  stesse avvertenze  gia indicate; anche l'ordine del giorno deve prevedere un  compito realizzabile nello spazio di un tempo previsto. E'  opportuno  arrivare  alla  fase decisoria avendo  più  soluzioni  fra  cui scegliere  e  non  solo  due,  per  evitare  soprattutto  polarizzazioni   con conseguenti spaccature all'interno del grande gruppo. Se  le proposte fra cui deliberare sono limitate, possono  essere  validamente integrate  dallo  stesso dirigente. Una tale iniziativa, oltre  ad  essere  un utile  stimolo  ideativo,  e  certamente  funzionale  alla  soddisfazione   in relazione alle scelte compiùte. Fra tante possibilità e più facile individuare quella  in cui si riconoscono più persone. E' vero che in un grande  gruppo  e molto  difficile  arrivare  a  decisioni  unanimi,  ma  e  anche  vero  che  e preferibile  il  massimo  consenso possibile ad una  maggioroanza  ottenuta  a stretta misura. Nel caso la decisione da prendere sia complessa e preveda della sub-decisioni, e  necessario  proporre uno alla volta e con chiarezza i vari  punti   su  cui esprimersi.  Spesso  succede  che,  a causa della tensione  o  del  numero  di variabili  di  cui occorre tener conto, si perda il filo del  discorso  e,  di fronte  ad una richiesta di voto, ci si trovi a non sapere su che cosa  ci  si deve  esprimere.  Il  dirigente può aiutare efficacemente  in  tali  occasioni scrivendo sui cartelloni, in modo che in ogni momento ciascuno possa sapere in merito a quale argomento si stia deliberando e qual e la rosa delle  possibili scelte. Nel caso che, nonostante tutto si verifichi una situazioni di  polarizzazione, il  dirigente scolastico dovrebbe agire secondo due criteri guida: la  dove  e possibile  cercare  di lasciare spazio ad entrambe le posizioni (per  es.  nel caso  della  scelta del tipo di aggiornamento da  svolgere  internamente  alla scuola,  si possono accettare scelte diverse perche in genere sono connesse  a bisogni  diversi;  consentire  ad entrambe le  esigenze  di  sopravvivere  può significare aumentare la motivazione al lavoro ed ottenere migliori  risultati in termini di efficacia ed efficienza). In  altri  casi,  in  cui  occorre  necessariamente  pervenire  ad  un   unico orientamento, e compito del dirigente suggerire una mediazione o in termini di una nuova proposta aggregante, o cercando di unificare fin dove e possibile le due  posizioni  emerse.  Un  tale atteggiamente  consente  alla  minoranza  di sentirsi  rispettata e di assumersi poi effettivamente in carico le  decisioni prese collegialmente. Infatti  non  è  tanto  importante raggiungere la maggioranza  se  non  ci  si assicura  il  consenso almeno psicologoico della minoranza  a  rispettare  le decisioni prese. Se questo non avviene, il meccanismo operativo che traduce in realtà le delibere collegiali e destinato ad incepparsi, con gravi conseguenze sia sul clima generale delle scuola sia sulla produttività.Nel  caso ci si trovi in una situazione insanabile, in cui il divario  fra  le posizioni e incolmabile, e consigliabile non arrivare alle votazioni anche  se ci si rende conto che e possibile ottenere una maggioranza.In  questi  casi  e meglio soprassedere e concedere del  tempo  per  ulteriori ripensamenti che possono sbloccare la situazione. Nei momenti decisori è molto presente  la pressione del gruppo sia come entità in sè, sia come leaders  che si schierano. Di solito tale clima psicologico e utilizzato funzionalmente  al far  decidere,  ma  non  sempre con i risultati  sperati.  Per  esempio  molto raramente si ricorre al voto segreto in una situazione collegiale; si tende  a preferire  la  levata  di mano che e certamente più rapida  ma  che  espone  i votanti  a  problemi  quali il timore di essere  giudicati,  la  difficoltà  a fornire  una giustificazione logica e convincente per convalidare  la  propria posizione,  l'ansia  di  sentirsi diversi ed isolati.  Se  si  osservasse  con attenzione  il  momento  in cui le persone alzano la loro  mano,  si  potrebbe facilmente  osservare come ciò avvenga in frazioni di tempo diverse:  la  base del grande gruppo, i gregari, la "maggioranza silenziosa", spesso si esprimono tenendo  d'occhio le posizioni prese dalle persone con le quali si sentono  in sintonia, che stimano o che, a volte, in qualche misura temono. E' evidente che in questo modo la votazione palese limita in maniera  drastica la liberta individuale.Il voto segreto richiede certamente un maggior dispendio di energie ma a volte può  essere, se non necessario, certamente auspicabile, soprattutto  nel  caso si  voglia  conoscere  la  reale  posizione delle  persone  in  merito  ad  un particolare argomento.può accadere infatti che sia la minoranza a chiedere una presa di decisione in merito  ad un particolare argomento. E'consigliabile in tale  eventualita  non eludere  una tale richiesta non solo per correttezza ma anche per gli  aspetti psicologici di un eventuale rifiuto. Si tratta di consentire da parte di tutti un'assunzione  di responsabilità che, definendo con esattezza e senza equivoci la situazione, permetta un reale contatto con la realtà. Se questo non avviene resterà sempre il dubbio, nonostante l'esplicitazione dei motivi del  rifiuto, rispetto alle possibili conseguenze di un atto mancato.Tutto questo può riguardare anche il gruppo-classe sia in termini  analogici, sia  concretamente:  alcuni principi di educazione civica,  di  convivenza  e democrazia  in  senso  lato,  e la stessa evoluzione  del  rapporto  fra  gli allievi  ed il docente passano attraverso l'elaborazione del concetto  e  del rapporto  con l'autorita. La procedura indicata per il Collegio  Docenti  può essere  utilmente applicata anche in classe purche adattata  soprattutto  nei contenuti al livello degli allievi.

5.3- "INGEGNERIA DEI GRUPPI"

Se  il  grande  gruppo non è la situazione ideale  per  condurre  discussioni, occorre  prevedere altre strutture ed altri momenti di incontro nei quali  sia possibile farlo. L'abilità in questo caso  sta  nella  capacità  di  inventare  situazioni tali che consentano il maggior scambio possibile di opinioni  e  dipunti di vista. Nella scuola esistono gia situazioni di piccolo gruppo nelle quali e opportuno proporre  la  discussione di argomenti generali; ma quando  intorno  a  questi ultimi  e  necessario  arrivare  a decisioni  concordi  che  riguardano  tutto l'istituto scolastico, e necessario facilitare le connessioni e incentivare la massima partecipazione. Non  e sufficiente quindi preoccuparsi di riunire i gruppi formali  esistenti, ma occorre prevedere anche strutture di collegamento che consentano al  lavoro di  procedere di pari passo, senza eccessive divergenze che e poi  impossibile comporre   in  fase  decisoria.  Occorre  inoltre  che  queste  strutture   di collegamento  siano  messe in funzione nelle fasi intermedie  di  lavoro,  per consentire  di  "aggiustare  il tiro" o comunque di  riflettere  su  ulteriori possibilità  che  nella  discussione del gruppo non erano  emerse.  Si  tratta dunque di calcolare con la maggior esattezza possibile i tempi necessari  allo svolgimento del compito, tanto più se si prevede una estensione del tempo.All'interno  di questo calendario si dovranno prevedere momenti di scambio  di informazioni;  più  frequenti  essi  sono  più  e  possibile  ottenere   buoni risultati, pur tenendo conto che tali incontri di scambio non devono  impedire o rallentare il procedere dei lavori interni al gruppo di discussione.

Possono essere utilizzati per questo scopo:

1 - i delegati: ogni gruppo sceglie un suo membro cui affida il  compito  di     riferire  quanto  si sta facendo e di decidere orientamenti  comuni  anche     per gli altri gruppi;

2 - i rappresentanti: una o più persone di ciascun gruppo si  incontrano  per     raccontarsi quanto sta avvenendo nel proprio gruppo;

3 - gli osservatori: uno o più membri del gruppo vengono inviati negli  altri     gruppi  come  uditori che poi riferiranno al gruppo  d'origine  su  quanto     hanno visto;

4 - gli intergruppo: i gruppi si scompongono in tante parti  quanti  sono  i     gruppi  di  lavoro  presenti e si riformano  nuovi  gruppi  costituiti  da     persone provenienti da tutti i gruppi. In tale situazione non solo si può    fare il punto della situazione, ma si può anche giungere a prendere delle    parziali decisioni che servono ad indirizzare il lavoro successivo;

5 - le comunicazioni scritte: ogni gruppo manda brevi  relazioni  schematiche  che informino sull'andamento dei lavori.

Certamente  questi sono solo alcuni dei possibili esempi.  Altre  combinazioni possono essere inventate in relazione alle specifiche necessita del momento.Va  sottolineato  che  le procedure esemplificate  possono  essere  utilmente applicate  per  esempio  alla realizzazione degli  interventi  relativi  alla Prevenzione  e  all'educazione alla salute previsti dal  Ministero  P.I.  per tutto l'Istituto Scolastico.

BIBLIOGRAFIA:

- A.K.Rice "Esperienze di leaderschip",  Giunti-Barbera Fi '74

- P.R.Hofstatter "Dinamica di gruppo" F. Angeli  Mi'70

- Krech-Crutchfield-Ballachey "Individuo e societa" Giunti-Barbera Fi'70

- U.De Vanna "Un gruppo targato futuro" Elle Di Ci Asti '78

- The Open University "I gruppi sociali" Mondadori  Mi'80