- Il grande gruppo come possibile prospettiva della
formazione.
C'è del mistero sul fatto che in questa aurora del
terzo millennio, siano rimaste tanto vive, a fronte della
fine di molte aggregazioni e molte fonti di appartenenza,
certe entità superindividuali come quelle delle tifoserie
calcistiche, degli alpini, e delle comunità informatiche.
Non si tratta di fenomeni legati all'identificazione con
la leadership, come succede in certe organizzazioni religiose,
nei partiti politici, nei fan club. Non si tratta nemmeno
di effetti relazionali: al contrario, tifoserie, ex-militari,
tecnofili sembrano estranei ai legami fra persone specifiche.
Non si tratta della conseguenza di esperienze di protagonismo
(come chi appartiene a squadre o insiemi nei quali ogni
membro è attore forte): le aggregazioni oggi di maggior
successo sono centrate sull'anonimato.
E allora cosa crea e mantiene un'appartenenza che sembra
quasi scomparsa nelle nazioni, nelle ideologie, nelle chiese,
nelle comunità locali, nelle classi d'età,
nei generi sessuali, cioè in quelle aggregazioni
che per tutto il secolo XX hanno costituito fortissime polarità
di attrazione? Mentre sembra sopravvivere in aggregazioni
che dall'esterno sembrano ridicole o futili, quando non
addirittura perniciose? Cosa crea un'appartenenza tanto
forte da guidare comportamenti violenti e sacrificali nelle
tifoserie, comportamenti settari ed oblativi nei tecnofili,
comportamenti iper-camerateschi fra gli ex -combattenti?
Se riusciamo a comprendere quali sono i fattori del grande
gruppo che favoriscono l'appartenenza, e che presiedono
ai comportamenti, possiamo tentare di dare al grande gruppo
nell'Evo Immateriale, la funzione che aveva il piccolo gruppo
nell'Evo Moderno. Se nel XX secolo il piccolo gruppo è
stato al centro della formazione, forse nel XXI secolo vedremo
la prevalenza del grande gruppo.
- I fattori dell'appartenenza al grande gruppo
Apparentemente, un elemento fondante della tifoseria è
la territorialità, ma a ben vedere fanno parte di
una "curva" non solo i residenti nella città
rappresentata da una squadra, ma anche soggetti di altre
città (la Juve è la squadra più nazionale,
ma non è la sola). Ad un primo livello, la radice
delle aggregazioni di ex-combattenti è il tempo,
il ricordo di eventi condivisi, ma anche qui si troviamo
una smentita registrando fra i membri ex-soldati di diverse
classi d'età, ed anche soggetti che non hanno mai
combattuto. Superficialmente, i tecnofili sono legati dal
superamento dei confini spaziali, ma questo non spiega il
fenomeno esaustivamente, visto che spesso queste aggregazioni
diventano territoriali. Vediamo dunque quali sembrano essere
i fattori decisivi oggi dell'appartenenza al grande gruppo.
Le aggregazioni di appartenenza divenute mature nel XX
secolo hanno dimenticato o superato le loro origini, che
affondavano le radici nella presenza del nemico. La Chiesa
si è rafforzata in infinite battaglie contro il politeismo
pagano, le eresie medievali, l'Islam, l'ebraismo, l'ateismo.
L'appartenenza patriottica si è nutrita delle lotte
contro le potenze straniere occupanti, le monarchie, i confinanti
ostili. I partiti sono cresciuti con le lotte ideologiche
e per il potere. Le comunità locali hanno tratto
linfa dalle battaglie autonomistiche. Le classi sociali
affondavano la loro esistenza nel concetto di lotta.
La seconda metà del XX secolo ha registrato un progressivo
abbandono e superamento della "lotta al nemico"
come fondamento dei grandi gruppi di appartenenza. E non
è escluso che anche questa "maturazione"
sia una concausa dello smarrimento della loro forza di attrazione.
Le aggregazioni oggi di maggior tenuta sembrano fondarsi
sulla presenza del nemico. Le tifoserie sono in perenne
conflitto fra loro e/o con gli arbitri, la stampa, la federazione
calcio. I gruppi tecnofili prosperano contro la Microsoft,
contro il diritto d'autore, contro altri gruppi concorrenti.
I gruppi di ex-combattenti sembrano i meno conflittuali,
ma in verità coltivano forti sentimenti anti-fascisti,
e/o anti-internazionalisti, e/o anti-pacifisti.
Il nemico, reale o fantasmatico, sembra oggi assumere non
solo la funzione di una identificazione per differenza,
ma anche di un forte accumulatore di energìa centripeta.
- Esoterismo, iniziazione, mistero, esclusione
I grandi gruppi del XX secolo hanno fatto ogni sforzo di
proselitismo, massificazione, trasparenza, inclusione. Forse,
proprio l'ambizione di diventare totalizzanti, ha contribuito
al loro declino. Anche qui dobbiamo ricordare come tutte
le grandi aggregazioni storiche siano nate valorando l'esoterico,
l'iniziatico, il misterioso, la esclusione. La Chiesa si
è fondata su questi elementi distintivi per oltre
500 anni. I partiti sono spesso nati come associazioni segrete,
carbonare, elitarie; e così quasi tutti i movimenti
patriottici. Questi caratteri esoterici basavano la loro
necessità sulla esistenza del nemico, da cui era
indispensabile difendersi per crescere.
I grandi gruppi di appartenenza sopravvissuti, sembrano
continuare ad attribuire molto valore all'esoterismo, l'iniziazione,
il mistero e l'esclusione. Le tifoserie hanno rituali e
linguaggio misteriosi, prevedono azioni iniziatiche, hanno
forti barriere verso il "normale" tifoso sportivo.
I tecnofili puntano tutto sull'oscurità del linguaggio,
le prove di abilità tecnica, l'esclusione dei neofiti.
Gli ex-combattenti hanno a fondamento un'iniziazione che
di per sè è escludente (avere servito una
stessa Arma), e mantengono un certo livello di esoterismo
nel linguaggio delle bandiere, dei labari, delle mostrine.
Esoterismo ed esclusione producono insieme il carattere
parziale, ma anche la forza di attrazione, dei nuovi grandi
gruppi.
Da sempre l'aggregazione occidentale ha avuto a che fare
con la spettacolarizzazione. Mentre l'Occidente ebraico,
musulmano e precristiano affondava le sue radici nella parola,
nel suono, nell'udito, l'Impero romano prima e il Cristianesimo
poi (forse per influenza dell'Oriente, mediato dall'Egitto)
hanno messo al loro centro l'immagine, lo spettacolo, l'occhio.
I purissimi e semplicissimi templi greci sono un simbolo,
tanto evidente quanto le barocche cattedrali gotiche. I
grandi gruppi tradizionali hanno sempre dato grande importanza
a spettacoli, riti, immagini, costumi, colori che dessero
agli occhi una risposta ipnotica e magnetica. Il secolo
XX è stato il secolo dell'occhio, dominato da fotografia,
cinema e televisione. La fine delle comunità locali
è coincisa anche con la fine delle processioni. Il
declino dei partiti e dei sindacati si è accompagnato
alla fine dei grandi spettacoli congressuali, permanendo
solo nel rito dei cortei e delle grandi adunate di piazza.
Il tramonto del patrottismo è collegato al disuso
della bandiera, della lingua, delle divise. Non a caso oggi
qualcuno cerca di rinverdire i simboli nazionalistici: nella
speranza che da soli possano ravvivare un sentimento molto
sopito. La stessa Chiesa si è molto de-spettacolarizzata
dopo il Concilio Vaticano II, e questo spiega molti gesti
dei Papi a cavallo fra la Modernità e l'Immaterialesimo.
I grandi gruppi che ancora mantengono una forte appartenenza
sembrano concentrati al recupero massiccio degli elementi
visivi. Le tifoserie vivono di colori, gestualità,
striscioni, riti che sembrano voler competere con lo spettacolo
in campo: un'aggregazione che nasce per guardare e si pone
come oggetto primario dello sguardo. Gli ex-combattenti
sembrano vivere in un letargo, che si interrompe solo in
occasioni di spettacoli di massa: radune, sfilate, marce,
cortei, concerti bandistici. Si tratta di aggregazioni che
sembrano vivere solo come oggetti di sguardo. I tecnofili
sembrano l'aggregazione meno interessata alla spettacolarità.
Tuttavia il centro del loro interesse è uno schermo,
i loro simboli (come il pinguino) sono ineludibili, le loro
apparizioni clamorose (come nel defacing e in certi casi
di hacking). La visualità è al centro anche
di queste grandi aggregazioni, come nemico. Uno dei più
comuni attacchi al sistema Microsoft è diretto contro
il sistema "a finestre", cui viene preferito un
sistema "a comandi".
Spettacolo, visualità, ritualità iconica
sembrano essere fattori decisivi dei nuovi grandi gruppi.
- Piccoli gruppi, grandi gruppi tradizionali, grandi
gruppi attauli.
Nei piccoli gruppi l'individuo ha un ruolo necessariamente
attoriale, le relazioni sono di scambio e i ruoli tendono
a cristallizzarsi, come causa ed effetto della stabilità.
Le grandi aggregazioni storiche, oggi in declino, si fondano
sull'identificazione con un leader e un'ideologia totalizzante;
pongono il singolo nella posizione del seguace e le relazioni
come solidali o strumentali.
I grandi gruppi dell'Evo Immateriale, più "liquidi"
e parziali, mettono l'individuo in ruoli diversi per cicli
oscillanti (gregario-spettatore, attore, regista-leader),
le relazioni sono di rassicurazione e la loro stabilità
è legata ad un'appartenenza costituita da fattori
basici ed arcaici: il nemico, l'esoterico escludente, il
rituale spettacolare.
Se questo excursus è verosimile, sembra evidente
la natura arcaica dei fattori basici costituenti l'appartenenza
dei grandi gruppi attuali. Questi grandi gruppi, esemplificati
qui dalle tifoserie, dagli ex-combattenti, dai tecnofili
sembrano sopavvivere e creare appartenenza facendo leva
su elementi regressivi, rispetto all'apertura, il dialogo,
la trasparenza, l'inclusione che hanno ispirato le grandi
aggregazioni nella fase matura. L'aspetto rituale-spettacolare
è l'unico aperto a tutti, mentre il nemico e l'esoterismo
escludente mantegono un valore di parzialità e differenziazione.
In positivo, sembra anche evidente la rinucia ad ogni ipotesi
di totalizzazione da parte dei grandi gruppi che ancora
creano forte appartenenza. I quali mantengono la loro attrattiva
proprio per la loro parzialità e elitarietà.
- I grandi gruppi come meccanismo, e la formazione
Le aggregazioni hanno una duplice natura, a seguito delle
scoperte della psicosociologia del XX secolo. Come organismi
i gruppi sono stati oggetti di studio, ma come meccanismi
i gruppi sono stati usati in tutte le pratiche di cambiamento
(formazione, prevenzione, terapia, management, assistenza,
ecc:). In quanto meccanismo, i gruppi costituiscono un artificio
creato, plasmato e condotto in vista di finalità
ed obiettivi.
Le premesse implicite al rapporto piccolo gruppo/formazione
cambiano, nel rapporto grande gruppo/formazione (vedi
qui). Il piccolo gruppo era legato alla formazione da
una riflessione del tipo seguente:
La formazione è sempre cambiamento. Il cambiamento
è facilitato dall'appartenenza ad un piccolo gruppo,
che serve a ridurre l'ansia ed i sensi di colpa a esso
collegati. L'appartenenza al piccolo gruppo si verifica
attraverso un intreccio di relazioni di scambio.
Il grande gruppo può essere legato alla formazione
da una riflessione del tipo seguente:
La formazione oggi è un processo di conferma
e rassicurazione. Il grande gruppo può facilitare
questo processo formativo, mediante l'appartenenza. Tale
appartenenza si realizza mediante tre fattori: l'esistenza
del nemico, l'esoterismo e la spettacolarità. Le
relazioni interpersonali restano come meramente accessorie.
- Sperimentare artifici di grande gruppo
In una situazione formativa, con partecipanti perlopiù
estranei, il nemico può essere solo un fantasma.
L'artificio potrebbe essere quello di un altro ipotetico
grande gruppo, descritto come composto da soggetti antagonisti,
che in un'altra località sta facendo un'esperienza
simile. L'artificio potrebbe essere rafforzato dalla presenza
di un computer , che via internet possa ritmicamente distribuire
al grande gruppo1 messaggi del grande gruppo2. L'interazione
potrebbe essere reale o finta (inventata dal conduttore).
I messaggi possono essere di sola presenza, di competizione
su compiti specifici, di sfida, ecc.. La validità
di questo artificio è confermata dalla famosa esperienza
di Sherif a altri, sulla competizione-cooperazione fra gruppi
di scouts.
- Esoterismo, iniziazione, mistero, esclusione
Questo fattore potrebbe essere utilizzato come artificio,
nel processo di ammissione all'esperienza. Tuttavia, potrebbe
non essere facile utilizzare un sistema selettivo escludente.
Allora si può puntare:
- su un esoterismo linguistico (aprire l'esperienza
con un vocabolario di parole nuove, specifico per quel
grande gruppo).
- su una fase iniziatica di ammissione (per esempio,
una presentazione pubblica, al centro), o per il passaggio
ad un 2°livello. Questo porta all'ipotesi di qualche
esclusione, che potrebbe essere superata creando un
gruppo di "osservatori".
- su una serie di simboli, distribuiti fra i partecipanti
come distintivi, di significato noto solo ad alcuni
(questi alcuni potrebbero essere selezionati mediante
prove iniziatiche- v.precedente)
- Spettacolo, rito, occhio
Questo elemento potrebbe essere sperimentato mediante eventi
spettacolari che si realizzano almeno una volta al giorno;
con un forte ricorso a colori, costumi, cappelli, bandiere;
con il ricorso a periodici "open staff meeting"
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