Le scienze sociali hanno avuto un grande sviluppo
soprattutto nelle seconda parte del XX secolo. Dagli
anni Cinquanta agli anni Ottanta lo sviluppo delle
scienze sociali ha dato vita a numerose professioni
attive nei settori privato e pubblico.
Psicologia, sociologia, pedagogia, antropologia hanno
generato psicologi della formazione, di comunità,
del lavoro e delle organizzazioni, della prevenzione
primaria; operatori della devianza e dell'emarginazione;
esperti di orientamento scolastico e professionale;
sociologi delle carceri e delle comunità urbane;
educatori e animatori di strada, dei centri e delle
comunità giovanili, della cultura, del turismo,
del gioco, dei disabili e degli anziani; psicopedagogisti
scolastici, antropologi delle culture straniere e
dei fenomeni di massa.
Hanno generato anche professionisti della cura come
psicoterapeuti e psicoanalisti, ergoterapeuti e arte-terapeuti,
ri-educatori psichiatrici. Ma gli addetti alla cura
erano in numero molto minore degli addetti alla prevenzione
e alla crescita. Il kennediano "Prevenire
è meglio che curare" diventò
il motto del lavoro sociale. Dove prevenire significava
sostenere e sviluppare i singoli e gli aggregati umani,
in modo che si riducessero i disagi, le patologìe
e le devianze.
Come si può spiegare questo fenomeno? Il
trentennio 1950-1980 è stato il periodo dei
maggiori cambiamenti culturali e sociali della Storia
occidentale: il picco più alto dell'umanesimo
e del libertarismo.
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